08/03/2012
Angelino Alfano, Mario Monti e Andrea Riccardi.
Avevamo avvertito che “la casta” avrebbe rialzato la testa, dopo averci portato sull’orlo del baratro ed essersi nascosta per qualche tempo dietro le quinte del governo Monti. Per 46 parlamentari del Centrodestra il momento per uscire allo scoperto è venuto. Ringalluzziti dall’uscita dall’emergenza (lo spread è ormai a quota meno trecento), evidentemente pensano di non rischiare più il pubblico ludibrio della piazza. Nonostante dai sondaggi emerga che i partiti hanno toccato il minimo storico del 10-12 per cento nella considerazione della gente.
Il pretesto è un commento fuori onda del ministro Andrea Riccardi, che informalmente aveva espresso il suo schifo per un certo tipo di politica. Riccardi si era detto solidale il ministro della Giustizia Severino, finita nel mirino del Pdl per aver incontrato martedì i segretari di Pd e Udc, Bersani e Casini, sul tema della responsabilità civile dei magistrati. Il mancato invito ad Alfano a questo incontro sarebbe uno dei motivi che hanno spinto lo stesso Alfano a far saltare mercoledì il vertice con il premier Mario Monti e i segretari Pdl, Pd, e Udc in cui si sarebbe parlato delal Rai, altro nervo scoperto del partito di Berlusconi. In una conversazione privata, ma avvenuta vicino a dei giornalisti, Riccardi ha detto alla Severino: «Voleva solo creare il caso. Vogliono solo strumentalizzare: è la cosa che più mi fa schifo del fare politica. Ma quei tempi lì sono finiti».
Ora i 46 “berluscones” si stracciano le vesti e chiedono la testa del ministro che più rappresenta la distanza tra il governo dei tecnici e loro. Riccardi è il ministro della Cooperazione e dell’Integrazione, parla di una cultura e di una politica di accoglienza, dialogo, solidarietà, marcando ogni giorno di più le distanze dai suoi predecessori, che in nome di una presunta esigenza di sicurezza avevano varato provvedimenti che portavano in direzione opposta. Deve averli irritati quell’ultima frase: “I tempi sono finiti”. Non lo hanno ancora capito. Il loro piccolo mondo antico, la loro Italietta sconsiderata, dopo il governo Monti, qualunque cosa possa succedere, non può ritornare, sarebbe improponibile.
E ora tentano l’affondo finale, anche se la storia li ha già giudicati. Resta da chiedersi quale sia il ruolo del Cavaliere in questa storia. Non dobbiamo dimenticare che dietro questa faccenda in ballo ci sono Tv e giustizia, due temi, come abbiamo detto, che da sempre gli stanno a cuore.