12/02/2012
Scontri ad Atene in piazza Syntagma (foto sopra e in copertina: Ansa).
Il quadro è da guerra civile. Battaglie corpo a corpo nella via dello shopping Ermou, fuochi in terra e ovunque. I boati, nell'aula del Parlamento, dove si discute serratamente fino a notte inoltrata, li hanno sentiti anche il conservatore Nea Dimokratia e il socialista Pasok, che hanno chiesto un voto favorevole alle misure necessarie a ottenere la prima tranche di aiuti complessivi per130 miliardi di euro. Una cifra enorme che richiede sacrific enormi. Tagli degli stipendi del 30 per cento di milioni di greci, licenziamento di15.000 addetti nel settore pubblico, liberalizzazioni delle leggi sul lavoro e taglio del salario minimo da 751 a 600 euro al mese. Senza parte di quei 130 miliardi, la Grecia non potrà pagare il prossimo 20 marzo gli interessi sul debito, che ammontano a 14,5 miliardi.
A poche ore dal voto del Parlamento greco per l’approvazione delle misure di austerità draconiana imposte da Bruxelles per non fallire e uscire dall’euro, ad Atene infuria una vera e propria battaglia. Decine di migliaia di manifestanti si sono radunati fin dalle prime ore del pomeriggio a piazza Syntagma, di fronte al parlamento ellenico, per protestare contro i tagli che finiranno per penalizzare soprattutto i ceti medio-bassi. La violenza è esplosa quando una colonna di black bloc incappucciati è arrivata lungo la centralissima via Stadiou e ha puntato diretta al cordone di polizia. E' scoppiato l'inferno, violentissimo, nel giro di pochi istanti. La piazza è stata scossa da boati uditi anche all'interno del Parlamento.
Il presidente Lucas Papademos ieri aveva avvertito che la Grecia è al “punto zero” e senza il pacchetto di austerità per la Grecia sarà la “catastrofe”. Il ministro delle Finanze, Evangelos Venizelos, ha detto che “la scelta non è tra i sacrifici e non fare sacrifici, ma tra i sacrifici e qualcosa di inimmaginabile”. Che cos’è quell’inimmaginabile? Prima di tutto il fallimento certo, il default dei conti pubblici con tutto quel che ne segue: l’impossibilità di pagare gli stipendi pubblici, la vendita di quasi tutto ciò che appartiene allo Stato per ripagare i creditori internazionali (compresi gli aerei del vettore nazionale). Successivamente una lunga stagione di disordini che potrebbero terminare addirittura, come teme qualcuno, con lo smembramento dello Stato greco e il ritorno a una situazione di duemila e cinquencento anni fa.
Scenari catastrofici, perché probabilmente la Grecia, come ha teorizzato il ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble, la Grecia verrà salvata : “In un modo o nell'altro, ma deve fare i propri compiti per diventare competitiva”. E i compiti, che è un modo molto tedesco per dire i sacrifici, li dovrà subire una classe mdio bassa già duramente provata, che sta scontando le scelte scellerate della classe dirigente greca.
Francesco Anfossi