Una "buona politica" per la ripresa

Nel convento di Montesanto, a Todi, in provincia di Perugia, si ritrovano i leader di molti movimenti cattolici. Etica, rinnovamento e sviluppo. Diario quotidiano di Andrea Olivero.

20/10/2012
Andrea Olivero, presidente nazionale delle Acli.
Andrea Olivero, presidente nazionale delle Acli.

Un solo anno, eppure sembra passato un intero decennio. Il 17 ottobre 2011 molte organizzazioni cattoliche si ritrovarono a Todi per manifestare il loro crescente disagio verso una politica che stava mostrando evidenti segni di degenerazione e, insieme, per esprimere la loro disponibilità ad assumere un ruolo più attivo nel contesto sociale italiano. C’era il governo Berlusconi, agonizzante, e sembrava quasi impossibile che qualcosa di buono potesse apparire all’orizzonte.


Domani e dopodomani quelle stesse persone torneranno ad incontrarsi, con qualche nuovo amico e con qualche assenza – ad esempio Riccardi, Ornaghi e Passera, allora protagonisti ed oggi ministri della Repubblica – per fare il punto della situazione e lanciare nuove sfide. Un anno fa il segnale fu chiaro: Berlusconi doveva lasciare spazio ad un nuovo governo e bisognava aprire una nuova stagione politica, per superare il bipolarismo ideologico e inconcludente che stava conducendo l’Italia fuori dall’Europa. Ma cosa dobbiamo aspettarci da Todi2? In primo luogo un confronto franco e leale, tra persone che sanno che la tattica politica deve lasciare il passo al coraggio delle idee. 

Un anno fa eravamo ancora timidi. Era la prima volta che ci si ritrovava dopo molto tempo tutti insieme, sapevamo che la responsabilità era grande e potevamo essere facilmente fraintesi. Oggi sentiamo forte il dovere di parlare chiaro. Mancano meno di sei mesi alle elezioni politiche, i partiti sono in fase di dissolvimento (Pdl), lotta intestina (Pd), ridefinizione (Udc e Lega), l’antipolitica cresce insieme alla minaccia di astensione. Dai cattolici il Paese attende nuovamente un segnale. Non so con esattezza quali saranno le uscite, sarà un confronto vero, ma tre questioni sono certo saranno al centro del dibattito: la richiesta di continuità dello “stile Monti”, per non tornare indietro alle pastoie di una politica rissosa e inaffidabile; la proposta di una nuova agenda sociale, da integrare alla cosiddetta “agenda Monti” per dare al Paese riforme in grado di creare più coesione sociale e solidarietà; la richiesta di un impegno straordinario dei cattolici italiani per contribuire all’avvio di una nuova stagione politica, fondata sul servizio, la gratuità, il rigore morale. 

Sono aspettative troppo grandi? Può darsi, ma molti dirigenti dei movimenti e delle aggregazioni laicali parlano, come a me accade quasi ogni giorno, con i giovani senza lavoro, le famiglie impoverite, i disabili senza più servizi. Non per questo forse troveremo soluzioni straordinarie, ma sono convinto che almeno ci asterremo dall’usare il politichese dei tempi andati. E, a cinquant’anni dall’apertura del Concilio, daremo insieme il segnale di volerci assumere fino in fondo il nostro compito laicale, consci dei rischi ma anche degli obblighi derivanti dal Vangelo.

L'aula di Montecitorio. Foto Ansa.
L'aula di Montecitorio. Foto Ansa.

Un anno fa eravamo ancora timidi. Era la prima volta che ci si ritrovava dopo molto tempo tutti insieme, sapevamo che la responsabilità era grande e potevamo essere facilmente fraintesi. Oggi sentiamo forte il dovere di parlare chiaro. Mancano meno di sei mesi alle elezioni politiche, i partiti sono in fase di dissolvimento (Pdl), lotta intestina (Pd), ridefinizione (Udc e Lega), l’antipolitica cresce insieme alla minaccia di astensione. Dai cattolici il Paese attende nuovamente un segnale. Non so con esattezza quali saranno le uscite, sarà un confronto vero, ma tre questioni sono certo saranno al centro del dibattito: la richiesta di continuità dello “stile Monti”, per non tornare indietro alle pastoie di una politica rissosa e inaffidabile; la proposta di una nuova agenda sociale, da integrare alla cosiddetta “agenda Monti” per dare al Paese riforme in grado di creare più coesione sociale e solidarietà; la richiesta di un impegno straordinario dei cattolici italiani per contribuire all’avvio di una nuova stagione politica, fondata sul servizio, la gratuità, il rigore morale. 

Sono aspettative troppo grandi? Può darsi, ma molti dirigenti dei movimenti e delle aggregazioni laicali parlano, come a me accade quasi ogni giorno, con i giovani senza lavoro, le famiglie impoverite, i disabili senza più servizi. Non per questo forse troveremo soluzioni straordinarie, ma sono convinto che almeno ci asterremo dall’usare il politichese dei tempi andati. E, a cinquant’anni dall’apertura del Concilio, daremo insieme il segnale di volerci assumere fino in fondo il nostro compito laicale, consci dei rischi ma anche degli obblighi derivanti dal Vangelo.

Andrea Olivero, presidente nazionale delle Acli
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Postato da lettrice il 20/10/2012 18:45

Basta che non vi appropriate del nome di cattolici per suggerire di votare il sempreverde Casini (che fa finta di nulla, ma nel suo partito ha dei bei personaggi in odore di mafia), e che rimanga la distinzione tra le associazioni civili e quelle politiche in senso stretto.

Postato da DOR1955 il 20/10/2012 15:21

Per Andrea Oliviero e tutti i partecipanti, sedicenti cattolici, dell'incontro di Todi. Meno parole inutili e proclami (abbiamo visto cosa sono serviti quelli del Todi 1); basterebbe seguire anche una piccolissima parte del Vangelo. Lettera di Giacomo (2,14-26). E molti problemi troverebbero soluzione. Ma è più facile parlare, parlare, parlare ..............

Postato da Andrea Annibale il 20/10/2012 14:18

I partiti propriamente cattolici si stanno dissolvendo. Cresce il PD e l’antipolitica di Grillo. I cattolici devono “uscire da se stessi” per andare incontro al bene dell’Italia e del mondo qualunque esso sia. Ma se mancano le risorse per la solidarietà, non c’è altra strada che competere per aumentare la produttività del lavoro in Italia. E metterci alle spalle vecchie politiche di assistenzialismo non più sostenibili. Aiutare solo chi ne ha veramente bisogno: gli anziani non autosufficienti, gli inabili al lavoro, ecc. Le assunzioni clientelari dovrebbero essere sostituite da un assegno di disoccupazione. Basta invece con l’ottimismo di maniera per cui è sempre imminente “l’arrivo dei buoni”. Ce lo siamo sentiti ripetere troppo spesso e non ci crediamo più. La gente non vuole più sentire vacue promesse ma vuole che si passi dalle parole ai fatti. Questo è lo “stile Monti” che giustamente Andrea Olivero loda. Ma bisogna andare oltre Monti. Come? Abbandonando l’illusione che questa casta politica si riformi da sola approvando leggi che vanno contro i propri stessi interessi. Bisogna rivedere la Costituzione per rafforzare il sistema dei pesi e contrappesi e pensare all’elezione diretta del Presidente della Repubblica, rafforzandone i poteri sul modello francese. Bisogna dare più potere al popolo e togliere potere ai redditieri della carriera politica di professione. Anche gli Stati Uniti conoscono un legame più diretto tra politica e cittadini e forse imitarli sarebbe, sotto questo aspetto, una buona medicina contro lo strapotere della casta. Non basta fare prediche morali (ben vengano) contro l’immoralità della politica, bisogna chiudere la marmellata in cassaforte dove i ladri non arrivano. Facebook: AAnnibaleChiodi; Twitter: @AAnnibale.

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