20/03/2012
Susanna Camusso, leader della Cgil.
A detta del capo dello Stato Giorgio Napolitano la riforma del mercato del lavoro non può essere identificata con la sola modifica dell’articolo 18: “Per poter dare un giudizio bisogna vedere il quadro di insieme. Abbiamo risorse limitate, dobbiamo capirlo tutti”. Ma le posizioni sul terreno delle parti sociali e dei partiti restano frantumate. E il nodo è proprio l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. La Cgil ha proclamato un pacchetto di 16 ore di sciopero, di cui 8 per uno sciopero generale. Per il sindacato, in particolare per la Fiom di Landini, così com’è congegnata la riforma “non riduce la precarietà ma facilita solo i licenziamenti di massa”.
Il governo, da parte sua, sostenuto dall’Unione europea che ha plaudito alla riforma, va avanti per la sua strada. Per il ministro del Lavoro Fornero la bozza “è abbastanza definita”. Per il premier Monti vanno definiti solo i particolari: "ora in Parlamento". Il governo propone di lasciare il reintegro per i soli licenziamenti discriminatori, che si estende però a tutte le imprese, anche quelle sotto i 15 dipendenti. Sui quelli disciplinari, decide il giudice "nei casi gravi" il reintegro o l'indennità con massimo 27 mensilità, tenendo conto dell'anzianità. Per i licenziamenti economici è previsto solo l'indennizzo, che va da un minimo di 15 mensilità a un massimo di 27, facendo riferimento all'ultima retribuzione. La Cgil , come abbiamo detto, non ci sta. Sono previste manifestazioni in tutta Italia e 8 ore di sciopero generale. Anche la Uil, più possibilista, si dichiara insoddisfatta sull’articolo 18 e si appella al Parlamento per alcune modifiche. “Solo nel disperato caso dovessimo vedere che le nostre proposte non vengano prese in considerazione allora valuteremo forme di protesta più incisive''. Che tipo di modifiche? Fondamentale, per Angeletti, è “creare un fondo per i lavoratori che rischiano l’espulsione nei prossimi anni e che non potranno andare in pensione”.
Se la Cgil annuncia battaglia, la Cisl plaude all'intesa, definita "un compromesso onorevole". Per il segretario Raffaele Bonanni "su abusi e discriminazioni" addirittura "si rafforza la protezione anche per i lavoratori" di aziende con meno di 15 dipendenti”. Pronti alla mobilitazione in linea con la Cgil sono anche i sindacati dei bancari (Fabi), l’ambito in cui si temono più licenziamenti: “Gli imprenditori si sono ripresi quello che i lavoratori erano riusciti a conquistare: un principio di civiltà che è stato gettato nella spazzatura in nome dell'Europa e del Libero Mercato. Se il governo non cambia rotta sull’art.18, non esiteremo a dare battaglia".
L’ultimo incontro del Governo con le parti sociali è fissato per domani alle 16. Monti annuncia un verbale d’accordo. Poi seguirà la strada del Parlamento con un decreto legge come vorrebbe il ministro Fornero, o un disegno di legge. I partiti hanno già annunciato le loro intenzioni di voto. Lega e Idv daranno battaglia, favorevoli tutti gli altri, lacerato il Pd.
Francesco Anfossi