Uno stipendio ai disoccupati?

Grillo propone mille euro al mese a chi non ha lavoro. Costerebbe allo Stato 38 miliardi di euro. Ma l'Italia è l'unico Paese Ue, a parte Grecia e Bulgaria a non avere un sussidio.

11/03/2013
Beppe Grillo. Ha proposto un salario minimo garantito (Ansa).
Beppe Grillo. Ha proposto un salario minimo garantito (Ansa).

Quanto costerebbe allo Stato italiano il sussidio disoccupazione? Almeno dieci miliardi di euro. Ma se si volesse dare una copertura di 1000 euro a tutti coloro che hanno perso il lavoro o che non lo hanno mai avuto, si potrebbe arrivare anche a 38 miliardi di euro. E’ il costo del reddito minimo, uno dei cavalli di battaglia di Beppe Grillo. Proposta che durante lo scorso governo il ministro Fornero ha nettamente bocciato per mancanza di copertura finanziaria (e perchè alla lunga scoraggerebbe la ricerca di lavoro).

Ma in Europa, solo Italia, Bulgaria e Grecia non hanno uno strumento di contrasto universale all’indigenza.  La stessa Unione europea ha più volte detto che la povertà si combatte anche con azioni che incidono sul potere d’acquisto. Secondo l’Istat, nel 2011 il 28,4 per cento dei cittadini era a rischio povertà e l’11,1% soffriva di grave deprivazione materiale. Nel 2012 gli indigenti potrebbero superare il 12%. Un fenomeno che colpisce soprattutto le famiglie monoreddito , dove ci sono casi di cassa integrazione o di mobilità, con almeno due figli, e particolarmente presente al Sud dove la grave deprivazione riguarda quasi il 20 per cento dei cittadini. L’obiettivo potrebbe essere un assegno di sussistenza di almeno sette mila euro l’anno a tutti coloro che non hanno un reddito. La scorsa legislatura una proposta di legge in questo senso era stata avanzata dal senatore del Pd Roberto Di Giovan Paolo, convinto che il reddito minimo “in termini economici svolge una funzione di riattivazione del Prodotto interno lordo, incrementando l'uso dei consumi minimi che vanno in favore non solo dei soggetti beneficiari, ma anche dei soggetti del commercio e delle piccole e medie imprese partecipando alla riattivazione virtuosa del circuito economico". E le risorse? "Va rivisto tutto il sistema degli ammortizzatori sociali, perché la riforma Fornero, vedi il caso degli esodati, taglia fuori tanti soggetti. E poi vanno riviste tutte quelle forme di aiuto a varie fasce sociali concesse dalle Regioni, in tutta Italia ce ne sono 8 mila. Attenzione però: non si tratta di assistenzialismo perché il reddito minimo deve essere legato a programmi di reinserimento lavorativo”.

E in effetti nel resto d’Europa il reddito minimo è sempre legato quantomeno alla formazione  professionale. Le normative sono differenti tra loro, ma i Paesi con una popolazione simile all’Italia hanno comunque una protezione a 360°. In Germania una coppia con tre figli può arrivare a percepire 1.300 euro al mese, a cui vanno aggiunte indennità un tantum come le spese per il trasloco e il mobilio. In Francia una famiglia con tre figli può ottenere un assegno di 1.100 euro al mese al massimo per un anno, mentre nel Regno Unito l’indennità è ancora più sostanziosa: 1800 euro.  Anche in Spagna, dove i disoccupati sono più di 5 milioni, c’è un sostegno economico di almeno un anno corrispondente a una cifra che va dal 10 al 42% rispetto a importi determinati dalle singole Autonomie. In Italia invece si è puntato tutto sulla cassa integrazione, che però taglia fuori le aziende più piccole. Un sistema forse immaturo, il nostro, che durante la crisi mostra tutte le sue debolezze.

Alessandro Guarasci
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Postato da vinc60 il 24/03/2013 22:52

egr sig lorenzo20, forse non ha letto bene il mio commento , ho scritto che sono d'accordo.

Postato da lorenzo20 il 14/03/2013 15:54

vede signor micheleverona, vede signor/ra/rina vinc60, i vostri ragionamenti riflettono quel "mors tua, vita mea" o, nella migliore delle ipotesi, quel "cicero pro domo sua", che sono uno dei motivi, forse quello preponderante, per cui stiamo come bulgaria e grecia, cioè uno sfrenato egoismo da parte di istituzioni e cittadini. il rimedio non è affatto peggiore del male, sig. michele, per il semplice fatto che peggio di non avere di che vivere non c'è. vi invito a leggere attentamente i commenti di sibaldo e DOR1955, che esplicitano, mi sembra abbastanza chiaramente, quello che io avevo indicato in sintesi. ripeto: la proposta del senatore di giovan paolo mi sembra riassuma tutta la problematica con le soluzioni ottimali, compresa l'entità della cifra: settemila € l'anno sarebberro cinquecentocinquanta € al mese compresa la 13a mensilità (invenzione, peraltro, tutta italiana). il commento di vinc60 è tipico di chi se ne strafrega, scusatemi il termine, delle condizioni di chi il lavoro non ce l'ha. vede, sig. vinc60, non si lavora solo per uno stipendio, ma anche per il proprio benessere psicofisico e per il bene della società. lei si è mai chiesto perchè attori, personaggi del jet set, vivono a volte, una vita piena di amarezze, a volte fino al suicidio? perchè i soldi non bastano, caro signore. freud indicava nel binomio "arbeit und liebe", "lavoro e amore", la formula per vivere una vita serena e soddisfacente. certo, ci sarebbe chi, come lei, cercherebbe di approfittarne, ma se lei rilegge il mio commento, come anche la succitata proposta parlamentare, vedrebbe che il cosiddetto stipendio ai disoccupati dovrebbe, per forza di cose, rientrare in un tutt'altro modo di organizzare la cosa pubblica, da parte di chi ha responsabilità di governo, a qualsiasi livello. come mai in tutti gli stati dell'UE (sinceramente, cara FC, ho i m iei dubbi che vi siano compresi gli stati neoentrati dell'est europeo) ciò funziona? come mai in belgio, dove chi è disoccupato prende 1.000 e più € al mese, chi lavora non dà le dimissioni? la vuole sapere un'altra cosa? il costo della vita in belgio è talmente più basso che in italia, che 1.000 € valgono più o meno come 1.300 qui in italia. solo che lì, come in francia, come in germania, ecc. ecc., la mentalità non è la vostra!!

Postato da silbaldo il 13/03/2013 21:39

Se si mette al primo posto il lavoro (aziende e lavoratori) si potrà arrivare al reddito di cittadinanza. Basta eliminare gli sprechi e i soldi si trovano: ponte di Messina (che non si farà mai ma continua a mangiar soldi), aerei F35, Tav (cosa serve se gli altri collegamenti sono, anche FS, da paese del terzo mondo), stipendi stratosferici dei maneger, spese della politica, ospedali, carceri e scuole costruite e mai messe in funzione (ed ora cadono a Pezzi), sprechi nella sanità (non in tutte le regioni, per fortuna), e così via. Corruttori e corrotti che possono farla sempre franca per merito delle leggi indulgenti e mal applicate.

Postato da micheleverona il 13/03/2013 12:45

E coloro che lavorano 40 ore settimanali per 800 / 900 euro mensili ? E' giusto pensare ai disoccupati, ma il rimedio è peggiore del male. Le soluzioni devono essere strutturali e richiedono una giusta redistribuzione dei redditi. Meno imposte, maggiori stipendi/salari/pensioni, maggiori consumi, maggiore produzione/investimenti delle imprese. Stop agli sprechi e al malaffare della politica (un letto d'ospedale non può costare il triplo di uno stesso letto, acquistato da privati: anche questo rientra nei costi della politica). Controriforma delle pensioni: i giovani, altrimenti, non potranno lavorare più.

Postato da vinc60 il 12/03/2013 23:40

sono d'accordo, ma se non aumentano il mio stipendio mi conviene perdere il lavoro

Postato da DOR1955 il 11/03/2013 19:25

Il fatto che solo Italia, Bulgaria e Grecia non prevedano forme di sostentamento "dignitose" per persone disoccupate - sottoccupate e/o in disagio socio-economico dimostra chiaramente che il sistema del welfare italiano è stato creato e gestito da persone inette e moralmente deplorevoli il cui unico obiettivo era (ed è) curare interessi di parte (nessuno escluso). Vedasi baby-pensioni, pensioni d'oro, falsi invalidi e via dicendo. A scapito di persone veramente bisognose e sopratutto delle famiglie con figli. E pensare che siamo stati governati per decenni da "democristiani" che si professavano sedicenti cattolici e per quasi un ventennio da un signore che di certo il suo interesse non era "l'equità sociale". E questa disegualianza e iniquità è stata "amplificata" dal governo Monti che avrà (forse, forse , forse) salvato l'Italia, ma ha messo quasi "alla fame" milioni di italiani. Non mi sembra il modo migliore di governare un Paese e giorno per giorno stiamo assistendo al declino dell'Italia; altro che "luci in fondo ai tunnel", mi sa tanto che non avendo "pagato la bolletta" ci è stata tagliata l'elettricità. Ma ancora peggio siamo un Paese con poche speranze e senza guida. E quello che stiamo vivendo non è altro che il risultato della "best practice" portata avanti da questi signori che hanno privilegiato pochi a scapito di molti in condizioni di reale disagio. Comunque io non ritengo che il "reddito di cittadinanza" possa risolvere tutti i problemi (e molti italiani ne approfitterebbero di sicuro) ma si dovrebbe innanzitutto istituire un sistema dove venga data, prima di tutto, alle persone la possibilità di un "lavoro dignitoso e la giusta mercede" (in attesa, un sostegno a tempo di 700-800 Euro aumentati di 100-150 Euro per ogni famigliare-figlio a carico). Lavoro che sarebbe compito trovare ai fare i famosi CPI (gestiti dalle Province, a riprova dell’inutilità delle stesse) dove mi sembra che siano più le persone impiegate negli stessi che quelle a cui riescono a trovare una occupazione. Purtroppo non abbiamo governanti in grado di vedere "oltre il proprio naso", anzi, oltre il proprio portafoglio e quello di parenti, amici, amici degli amici, compagni di cene (le merende sono scadute) a base di ostriche e spumante. Olè!

Postato da lorenzo20 il 11/03/2013 16:30

il vostro articolo va bene fino alla proposta del senatore di giovan paolo, che mi sembra perfetta. il resto, secondo me, comincia a zoppicare. qui non si tratta di formazione professionale, nè di rinuncia a cercare un lavoro, nè altro. si tratta di fare le cose per bene per impedire che nessun italiano, cioè cittadino del sesto-settimo paese più ricco del mondo, rimanga senza il minimo indispensabile per vivere, finchè o non trova lavoro, o non glielo trova lo stato. in belgio (1.100 € al mese), la chiamano securité sociale, sicurezza sociale, perchè, se uno ha il minimo indispensabile per sopravvivere, non si suicida, non uccide e/o non va a rubare. e, nota bene, in belgio l'assegno di disoccupazione non va solo ai cittadini belgi, ma anche agli stranieri che risiedano in belgio. e il belgio, di certo, non è ricco come l'italia. è chiaro, poi, che ci vuole un'azione concertata di stato, regione, comuni, forze dell'ordine e quant'altri per impedire che degli assegni di disoccupazione se ne impossessi la mafia e chi non ne ha diritto, ma questo lo deve fare, appunto, lo stato, ed è una priorità, non una cosa da fare forse, chissà, quando c'è la copertura, ecc. ecc.: la copertura si deve trovare, togliendo di mezzo gli sprechi per gli stipendi di parlamentari, consiglieri comunali, regionali e provinciali, consulenze inutili, ecc. ecc. e, comunque, rivedendo tutto il bilancio dello stato.

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