Tripoli, i ribelli nella Piazza Verde

Crolla il regime di Gheddafi. Folla in festa, i cittadini scendono in strada per sostenere gli insorti. Catturati tre figli del Rais, tra cui Saadi, ex calciatore in Italia.

21/08/2011
Libia, truppe di insorti in marcia verso Tripoli.
Libia, truppe di insorti in marcia verso Tripoli.

In Libia si sta sgretolando ora dopo ora il regime di Muammar Gheddafi. Si arrendono anche i "Pretoriani" del Rais, la guardia presidenziale che ha il compito di garantire l'incolumità del Colonnello. «Si arrenda e abbandoni il potere, non ci sono assolutamente alternative'': è  l'unica possibilità per evitare una situazione che ''puo' trasformarsi in un bagno di sangue'': questo l'appello lanciato a Gheddafi dal ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini attraverso il Tg1. ''Gheddafi adesso ha le spalle al muro. Mi auguro accolga l'invito degli insorti'': lo ha detto il ministro della Difesa Ignazio La Russa, intervenendo al Tg 1 della Rai.

I
ntanto è festa grande sia a Bengasi, roccaforte dei ribelli, sia a Tripoli, ormai a quanto pare sotto il controllo delle forze anti-Gheddafi. Le televisioni satellitari arabe trasmettono le prime immagini delle persone scese in strada nella capitale per salutare le 'forze di liberazione'.

Il capo del Cnt, Consiglio nazionale di transizione dei ribelli libici, ha proposto al Rais di lasciare il Paese, in cambio dello stop al fuoco:
gli insorti sono disposti a cessare il fuoco e le ostilità, alla condizione che Gheddafi annunci la sua partenza. Lo ha detto la tv Al Arabiya.

Il portavoce della ribellione Ahmed Jibril aveva annunciato che è in corso a Tripoli l'Operazione sirena' ('Alba della sposa del maré in arabo) condotta congiuntamente da insorti e forze Nato
per isolare il colonnello Muammar Gheddafi nella capitale Tripoli ed ottenerne la resa o la partenza.

Secondo Jibril, si prevede che l'operazione duri ancora qualche giorno fino a che Gheddafi sarà completamente assediato". Allora, ha aggiunto, "noi prevediamo due scenari: la resa o la fuga dalla città" per trovare rifugio all'estero o in un'altra località del Paese. Jibril ha concluso: "Nel caso in cui esprima il desiderio di lasciare la Libia, noi accoglieremo positivamente la proposta e l'accetteremo".

Intanto gli aerei della Nato stanno bombardando il compound di Gheddafi a Bab al-Aziziya
e hano colpito anche l'aeroporto di Mitiga. E' quanto riporta il corrispondente da Tripoli della tv al Jazira. Tuttavia in Tv è apparso anche il figlio di Gheddafi, Saif al Islam, assicurando che il regime "non abbandonerà mai la battaglia", ma offrendo anche ai ribelli la possibilità di un dialogo: "Se volete la pace, siamo pronti".

Prova a insorgere Tripoli, sempre più stretta d'assedio dai ribelli libici. Esplosioni e spari e tiri di contraerea si odono in crescendo in varie zone della capitale,
fra cui i quartieri e sobborghi orientali di Tajoura, Soug Jomaa e Arada, dopo la fine del digiuno quotidiano per il Ramadan, secondo molti residenti, diversi dei quali parlano di gente scesa nelle piazze e nelle strade. Con il passare del tempo l'intensità degli spari e delle esplosioni è andato crescendo e diversi testimoni hanno detto di aver ricevuto un sms dal regime che li incitava a "scendere nelle piazze e nelle strade per eliminare gli agenti armati".

Il colonnello Muammar Gheddafi si è congratulato con i libici per l'eliminazione dei "ratti": «Bisogna mettere fine a questa mascherata. Voi dovete marciare a milioni per liberare le città distrutte», cioé quelle controllate dai ribelli. Il Rais ha poi attaccato ancora ancora il presidente francese Nicolas Sarkozy, accusato di volersi "prendere il petrolio" libico.

Forse si sta veramente avvicinando la fine per il regime del colonnello Muammar Gheddafi. Le forze ribelli che da febbraio combattono contro le truppe fedeli a Gheddafi hanno annunciato di aver conquistato le città di Zawiya e Zlitan
, oltre al porto petrolifero di Brega. Zlitan dista 160 chilometri da Tripoli, mentre Zawiya dista appena 30 chilometri dalla capitale.

Le due città si trovano in posti chiave per raggiungere Tripoli, dove il clan di Gheddafi resta asserragliato con i suoi fedelissimi. Secondo voci non confermate, i combattenti ribelli (almeno 10 mila, secondo la stazione radio degli insorti) avrebbero già preso possesso anche dell'aeroporto internazionale di Tripoli e starebbero addirittura marciando verso il centro della capitale per prendere il controllo della radiotelevisione.


Il governo smentisce i proclami vittoriosi degli insorti, ma intanto Gheddafi appare sempre più solo. Nelle ultime ore lo ha abbandonato anche Abdel Salam Jalloud, l'uomo che nel 1969 aiutò Gheddafi nella conquista del potere. Per anni numero due del regime, poi caduto in disgrazia all'inizio degli anni Novanta, ora Jalloud sarebbe in viaggio per l'Europa. In vista di quella che sembra ormai la battaglia finale si moltiplicano anche le voci di una possibile fuga del Colonnello.

Nell'aeroporto tunisino di Djerba sarebbe già pronto sulla pista un aereo messo a disposizione di Gheddafi e dei suoi familiari dal presidente venezuelano Chavez. Tuttavia fonti americane, citate dalla Cnn, sostengono che Gheddafi intende resistere fino all'ultimo con i suoi fedelissimi in una battagli che potrebbe essere all'ultimo sangue.

Roberto Zichittella
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