22/08/2011
Alcuni ribelli libici a tripoli in una fase dei combattimenti con le forze fedeli a Gheddafi.
Si continua a combattere nel centro di Tripoli, mentre non si ha ancora nessuna certezza sulla sorte del Colonnello Muammar Gheddafi. Gli insorti, che nella notte fra domenica e lunedì sono entrati nella capitale prendendo possesso della simbolica Piazza Verde, controllano gran parte della città, compresa la sede della radiotelevisione, ma resta agguerrita la resistenza degli uomini fedeli a Gheddafi.
Sono stati mandati nelle strade i carri armati e si segnala la presenza di cecchini. Nelle ultime 48 ore i morti sarebbero centinaia, intanto la popolazione resta barricata in casa, anche se fonti dell'agenzia Ansa segnalano la morte di due bambini, vittime dei cecchini delle forze lealiste. Le sparatorie sono sempre intense attorno al compound di Bab al-Azizia, dove si nasconderebbe Gheddafi, ma non ci sono notizie precise sul Colonnello.
Le notizie si sono rincorse durante la giornata: si è detto che era ancora a Tripoli, in fuga verso la Tunisia, nascosto all'interno dell'ambasciata venezuelana, pronto a imbarcarsi su un aereo messo a disposizione dal governo sudafricano. Secondo un portavoce del Pentagono, gli Stati Uniti ritengono che Gheddafi si trovi ancora in Libia. L'ultimo messaggio audio di Gheddafi, un invito alla resistenza, risale alla tarda serata di domenica.
Il premier Al Mahmoudi si è rifugiato in Tunisia, mentre nella notte sono stati catturati tre figli di Gheddafi: il delfino designato Seif al-Islam, Saadi (che giocò da calciatore in Italia) e Mohammad. Seif al-Islam dovrebbe essere consegnato alla Corte penale internazionale dell'Aja, che dovrà giudicarlo per crimini di guerra.
In una conferenza stampa il leader del Consiglio nazionale di transizione Mustafa Abdul Jalil ha ammesso che la zona attorno al bunker di Gheddafi non è ancora sotto il controllo degli insorti.
Per tutta la giornata la comunità internazionale ha chiesto a Gheddafi di farsi da parte senza ulteriori spargimenti di sangue.
Un ultimo appello è arrivato dal segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon, il quale ha chiesto la fine immediata delle violenza e la possibilità di far arrivare alla popolazione civile aiuti umanitari.
Roberto Zichittella