Lost: "cult" o boiata pazzesca?

In America è stato trasmesso l'ultimo episodio della serie Tv "Lost". Ma molti dei misteri creati in sei anni dagli autori della fortunata serie televisiva sono rimasti senza risposta.

26/05/2010
L'attore Matthew Fox nel ruolo del Dr. Jack Shepard in una foto tratta dalla prima serie del telefilm "Lost".
L'attore Matthew Fox nel ruolo del Dr. Jack Shepard in una foto tratta dalla prima serie del telefilm "Lost".

Dopo il finale di Lost, l’unica cosa certa è che per il momento la serie cult è sospesa. Inoltre è probabile che il dottor Jack sia rimasto ucciso, ma non è detto. Per esempio il calvo Locke prima è morto, poi è risorto per intervento alieno, infine è morto sul serio. Visto che Jack si è sacrificato per salvare l’Isola, riempiendo voragini di fuoco come Indiana Jones nel Tempio Maledetto, e visto che il jet se ne andava con i superstiti, nulla esclude che gli sceneggiatori pensino a un sequel.

    L’isola è sempre là, nulla vieta di affollarla nuovamente con scienziati pazzi, armigeri al servizio di chissà chi, belle signore in possesso di perigliosi segreti, navi e sommergibili in agguato, naufraghi che un po’ se ne stanno affranti nella jungla, un po’ rientrano nei quartieri alti di Los Angeles. Si potrà obiettare che anche quello dell’isola è un enigma, nel senso che c’è ma forse non c’è, forse è un luogo o forse una metafora, o magari è l’inferno, con i nomi dei dannati incisi su una grotta. Ma non sottovalutiamo l’inventiva degli autori.

    Costoro hanno escluso di dover dare spiegazioni, e ti credo. Se per questo venissero trascinati in tribunale, e obbligati a deporre, non se la caverebbero. Pensiamo solo ai due gemelli e al proletario spagnolo comparsi nelle ultime puntare. Giunti i due alla maggiore età, uno massacra il fratello e per buona misura sbudella la madre, che era rimasta giovane. Il vedovo iberico, sbarcato da una goletta di fine ‘700, si vede ricomparire la moglie morta (pure lei...), quindi assume sembianze moderne per cooperare con Jack alla salvezza dell’Isola.

    Salvezza, superfluo ripeterlo, che sta a cuore soprattutto alla produzione. Quale fine abbiano fatto il gemello assassino e il bicentenario spagnolo, e magari anche la colonna di fumo e gli impianti atomici, si arrangino a capirlo gli spettatori. I quali avevano già il loro da fare davanti alla rimpatriata dei superstiti, che nel gran finale si scambiano baci e abbracci in una chiesa californiana. Agape fraterna che verosimilmente vive soltanto nell’immaginazione.

    Insomma ha le sue giustificazioni un convegno di settimane fa a Milano, dove si è discusso se Lost fosse davvero un cult oppure, alla Fantozzi, una boiata pazzesca. Sull’alta o altissima qualità prodotto televisivo, nessuna obiezione. Ma è pure innegabile che gli autori ci abbiano preso per i fondelli con la tecnica del taglia e incolla, appiccicando alla trama originaria inserti fuorvianti e insensati. Meritevoli, questi sì, della colonna di fumo: non per uccidere ma almeno per ammaestrare quei furbacchioni.

Giorgio Vecchiato
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