Manovra, il miracolo dimezzato

Anticipiamo il Primo Piano di Famiglia Cristiana numero 30. l'emergenza economica e i privilegi della casta.

19/07/2011

Il “miracolo” invocato da Napolitano si è avverato. Una “casta” politica litigiosa, attenta solo a salvaguardare i propri privilegi, ha approvato la manovra economica in tempi rapidissimi. Ma è un “miracolo a metà”, con un risvolto iniquo e vergognoso, che dà la misura della pochezza di questa classe politica. Si chiedono pesanti sacrifici ai cittadini, ma la politica non ci rimette un solo euro. L’amara medicina è solo per il Paese, non per il Palazzo. Lievi i tagli agli abnormi costi della politica. Per lo più simbolici o rinviati al futuro. Chi non assume, in prima persona, lo stesso fardello dei cittadini, non ha nessuna credibilità. È delegittimato.

     In più, il miracolo è stato “dimezzato” dalla natura dei tagli, lineari e indistinti, che salva le caste e aumenta le disuguaglianze. Una“macelleria sociale” contro il ceto medio e le famiglie con figli. I “soliti noti”, che già pagano abbastanza. E che esclude, invece, chi può essere chiamato a maggiori sacrifici. Le famiglie si ritrovano, ancora una volta, nell’occhio del ciclone. Non è un bel segnale vedere “tagli indistinti” su tutte le agevolazioni fiscali per la famiglia: dagli asili nido ai mutui. E, al contempo, agevolazioni per le rendite finanziarie, o per specifiche categorie professionali.

     Una “buona politica” deve saper distinguere e distribuire gli oneri. Come anche difendere ciò che è essenziale: dal sostegno al lavoro (soprattutto giovanile), alle famiglie con figli. E ridurre, invece, i costi che spesso rispondono a interessi capaci di bloccare il Paese o anche il Palazzo, come hanno fatto gli “avvocati in Parlamento”.

     Un’occasione persa, quella del “miracolo”di una politica, per una volta, responsabile. Che perde credibilità per mancanza di“buon esempio”. Poco affidabile. Incapace di tagliare costi e privilegi, e pensare al “bene comune”. Arrogante con i deboli e pavida con i forti. Vogliamo davvero vivere in un Paese così? Dove i parlamentari hanno i più ricchi assegni d’Europa, e dove esistono otto milioni di poveri, di cui tre davvero nell’indigenza assoluta? Quota, questa, che annovera, con sempre più frequenza, le famiglie numerose. Quasi a dire che la nascita di un figlio, in Italia, è un fattore di povertà.

     È chiaro che, oggi, il Paese deve restare unito, contro le speculazioni. Se vuole uscire dalla crisi e tornare a crescere. Ma, proprio per questo, occorre più coraggio. E investire in chi genera progetto e futuro. Nei giovani, soprattutto, che entrano nel mondo del lavoro; nelle famiglie con figli; nelle imprese che investono i profitti in occupazione (e non in rendite finanziarie parassitarie e rapaci). Una sfida impegnativa che ha bisogno di una nuova classe di “traghettatori”, all’altezzadella gravità dei problemi. Dopo anni passati a illudere il Paese che «la crisi è già allespalle». E che occorreva finirla con «i corvi del malaugurio».

Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

I vostri commenti

Commenta

Per poter scrivere un'opinione è necessario effettuare il login

Se non sei registrato clicca qui

Postato da RT57 il 21/07/2011 21:21

Più che una manovra si tratta di un sbandamento con una totale uscita di strada con danni irreparabili ! Chi prende 100mila euro risparmierà 3400 euro cioè due stipendi del ceto medio basso !

Postato da Celso Vassalini il 20/07/2011 10:53

Cara Voce, martedì la Camera ha approvato la legge sul biotestamento in seconda lettura (ma il provvedimento dovrà tornare al Senato). Quale sia il confine tra vita meramente biologica e vita umana, tra stato vegetativo reversibile e irreversibile, ritengo che la legge debba limitarsi a definire il confine al di qua del quale c’è sicuramente vita umana da difendere con ogni mezzo, e il diverso confine al di là del quale il corpo umano può e deve essere considerato a tutti gli effetti morto. Questi sono i soli certi fines, i confini sicuri, che un ordinamento civile può e deve porre. Ed essi non sempre coincidono tra loro. Dico che non coincidono perché tra di essi talvolta si presenta una sorta di zona grigia, una zona di ragionevole opinabilità – dove possono verificarsi una infinità di situazioni-limite particolari la cui qualificazione è controvertibile. Detto questo, rispetto e difendo il diritto di chiunque, nel nostro Paese, quindi anche dei vescovi e in generale del Magistero ecclesiastico cattolico, come degli esponenti di ogni altra chiesa o comunità religiosa, di esprimere liberamente la propria opinione sul discrimine tra vita e morte, tra vita biologica e vita umana, e anche su che cosa la legge dovrebbe stabilire al riguardo: dissento dunque recisamente da chi denuncia negli interventi delle Autorità religiose sul terreno politico-legislativo una ingerenza indebita o comunque una scorrettezza, dal punto di vista istituzionale. E mi rammarico dell’atteggiamento – che non esito a definire clericale, nel senso peggiore del termine - di un Governo che a questi interventi assoggetta programmaticamente e sistematicamente il proprio agire; incurante, oltretutto, del fatto che della nostra tradizione biblica non è depositaria soltanto la Chiesa cattolica, ma anche altre, come quelle protestanti e in particolare quella valdese; ne è depositaria pure, e da molto prima, la Comunità ebraica. In consonanza con tanta parte di questa grande comunità di persone che nella tradizione biblica cercano il senso della propria vita, penso che la testimonianza di una Chiesa cristiana non debba mai consistere nell’indicare la soluzione giuridico-legislativa specifica da preferire, né tanto meno le concrete modalità dell’impegno politico; penso che essa invece debba educare i cristiani all’esercizio responsabile della propria coscienza, lasciando che proprio quest’ultima resti il punto di riferimento fondamentale per ciascuno di loro nelle scelte politiche, giuridiche, tecniche. On. Gianni Savoldi amava citare, a questo proposito, un’affermazione del Concilio Lateranense IV del 1215: “Quidquid fit contra conscientiam aedificat ad Gehennam” (“qualsiasi cosa che si faccia contro la propria coscienza prepara all’Inferno”). Ultimamente, la Gaudium et Spes del Concilio Vaticano II ha detto, con altre parole, la stessa cosa (§ 16): “L’uomo ha in realtà una legge scritta da Dio dentro al suo cuore: obbedire ad essa è la dignità stessa dell’uomo e secondo questa egli sarà giudicato. La coscienza è il nucleo più segreto e il sacrario dell’uomo, dove egli si trova solo con Dio”. Nelle materie che vanno “rese a Cesare” (Mt., XXII, 21) – e tra queste vi è certamente la materia della legislazione civile - le scelte operative devono esprimere i valori in cui crediamo attraverso la mediazione della coscienza di ciascuno di noi. “Rendere a Cesare quel che è di Cesare” significa rispettare la laicità dello Stato, della sua politica, della sua legislazione. Questa laicità è sostanzialmente il metodo che consente a tutte le persone di buona volontà di trovare un terreno comune sul quale mettere in comunicazione le loro coscienze, ispirate a fedi e filosofie anche molto diverse, per cooperare nella ricerca delle soluzioni tecniche, politiche, legislative migliori per il bene del Paese. Per concludere, chiedo alla Chiesa di affermare con forza il valore della vita; ma di rendere alla scienza ciò che le è proprio. Lasciare, cioè ai neurologi la valutazione tecnica circa l’irreversibilità della scomparsa di una componente essenziale della vita umana: la mente, la coscienza; lasciare, più in generale, ai medici la scelta del modo concretamente più umano e caritatevole di trattare, nella loro infinita varietà, i casi in cui si determina questa scomparsa irreversibile. È compito della Chiesa continuare a educare con rigore e passione le persone ai valori evangelici; ma essa deve lasciare loro – e in particolare a quelle che sono impegnate negli organi legislativi e amministrativi dello Stato – la libertà di compiere secondo coscienza le scelte proprie della funzione civile o professionale che esse svolgono, confrontandosi in proposito con le persone di fede diversa senza la pretesa di possedere in quel campo una verità rivelata, direttamente attinta dalla volontà divina. Anzi, credo che la Chiesa debba vegliare a che nessuno avanzi questa pretesa, nessuno violi il secondo Comandamento. Al Governo e al Parlamento chiedo di riconoscere e proteggere, come impone la Costituzione, nella zona tra i due confini - della certezza di vita umana da una parte, della certezza di morte dall’altra -, quella band of reasonableness delle opzioni possibili, all’interno della quale ogni cittadino, cristiano o no, deve poter decidere e agire secondo la propria coscienza. Per il mio destino mi lacerò accogliere alle mie fragilità degli uomini che cercano di essere accolti nelle braccia di Madre Eugenia Menni, dono in terra di testimonianza di Dio. La quale volle fortemente un centro di ricerca (e questi non si possono considerare dei miracoli) accanto ad una struttura già operante per la cura del malato. L'obiettivo è quello di integrare due realtà ormai indistinguibili della medicina moderna: la ricerca e l’assistenza al malato. La Mission I valori sui quali il Centro di Ricerca E. Menni si fonda sono: credere fortemente nella ricerca come fonte di conoscenza, operare con entusiasmo scientifico sulle frontiere più avanzate della ricerca biomedica, svolgere attività di ricerca di base ed applicata alla clinica, creare vere competenze professionali, e da questi presupposti elaborare strategie terapeutiche a servizio dell’uomo nel rispetto della vita. Senza tradire il carisma di Santa Maria Crocifissa di Rosa, che possiamo tradurre nello sforzo costante e continuo di mettere al centro le persone che soffrono».
Celso Vassalini
Brescia

Postato da santrev il 19/07/2011 22:26

Sono convinto che serva una classe dirigente nuova, che abbia l'onestá di mettersi al servizio della gente e delle famiglie. Ho peró la convinzione che l'attuale minoranza, una volta ottenuta lo scettro del governo, difenderá, come ha fatto in passato, questi privilegi di cui essa stessa oggi sta godendo i benefici! Ricordo che nel settembre del 2010, difronte alla proposta di legge di rinuncia al vitalizio parlamentare, hanno votato contro 498 parlamentari su 520. I soli 22 che invece si sono dichiarati d'accordo appartengono al partito di Di Pietro. Con queste premesse, crediamo ancora che l'attuale minoranza, se premiata alle prossime elezioni, cercherá di fare, prima di tutto, gli interessi dei cittadini? Quello che mi colpisce peró é il comportamento dei parlamentari, che sono di provenienza dell'area cattolica. Anche loro, come gli altri, si fanno gli affari propri, mentre la gerarchia della chiesa tace. Anzi fa di piú, continua a tacere. Infatti, per questa gerarchia, l'importante é che difendano gli interessi del vaticano. Per difendere quelli delle famiglie bastano parole sempre e solo parole! Ci sono alcuni schieramenti, per altro, che stanno mettendo al primo posto l'aspetto morale dei candidati, ma purtroppo non si tratta di schieramenti vicini alla chiesa !

Postato da Negroangelo il 19/07/2011 20:55

Dovreste fare più interventi nell'ambito Social - Politco poichè i V/S lettori fanno parte della Comunità Italiana. In merito ala manovra, credo che Napolitano nel chiedere all'opposizione di essere responsabile nell'appoggiare senza remore il decreto, abbia parzialmente sbagliato nel non chiedere a Tremoni un contrappeso a tale disponibilità delle opposizioni, allargando la manovra a qualche esigenza che la capogruppo Finocchiaro aveva detto di inserire nella manovra su detta !

Postato da spark il 19/07/2011 19:05

Purtroppo si e' avverato solo il "miracolo" invocato da Napolitano. A quando il "miracolo" di non vedere piu' le facce di quelli che fino a ieri ci dicevano che tutto andava bene e che se stanno ancora seduti sugli scranni di Montecitorio o a concedere interviste (raggiungendo un livello di ipocrisia mai raggiunto a livello planetario) dalle parti della Costa Smeralda dove sono a ritemprarsi dalle fatiche della politica, mentre questa macelleria sociale (il termine rispecchia esattamente gli effetti che avra' questa manovra sulle famiglie a reddito fisso) si appresta a cambiare (in peggio) radicalmente sia il presente che il futuro della stragrande maggioranza delle famiglie italiane? Senza questo "miracolo", temo proprio che si avvicini sempre di piu quello che sta accadendo in Nord Africa!
Osvaldo Bardelli

Postato da anna69 il 19/07/2011 18:16

Il vostro articolo, come sempre, è preciso e puntuale. Chiamare miracolo una manovra del genere penso sia un errore anche perchè se di miracolo si vuol parlare l'unico è quello della capacità di tenere incollato, in tutti i sensi, da parte della classe politica tutta, ogni singolo privilegio. Nessuno, ribadisco, nessuno di essi si vergogna dei propri privilegi e di quelli che di conseguenza vanno anche ai famigliari ed agli amici? Prendo l'esempio della scuola perchè è quello in cui sono maggiormente competente, parliamo dei bambini con problematiche varie che dovrebbero avere il diritto sacrosanto di un' insegnante di sostegno vicino; certo, il governo non ha fatto tagli, dice, ma la percentuale di bambini in queste situazioni è aumentata, ne consegue che i minori perdono quasi tutte le loro già poche ore di assistenza poichè la richiesta è aumentata e non è stata supportata da un aumento legittimo dei docenti. Più in basso di così! Che dire poi della maggior parte degli italiani che si impegnano nel loro lavoro ogni giorno e si vedono tassati, ancora, i loro piccoli risparmi; degli italiani che spendono cifre talvolta anche sostanziose per curare i loro figli mentre la casta si fa pagare tutte le spese mediche a partire dalle più esigue per passare a quelle molto consistenti? Che dire di ......... BASTA! VOGLIAMO UNA CLASSE POLITICA CORRETTA CHE RISPONDA REALMENTE AI PROBLEMI DEL PAESE, DI QUALSIASI CORRENTE SIA, MA CHE PERSEGUA IL BENE DI TUTTI E NON QUELLO DI PARTE.

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare
%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati