Maremma, il prezzo dell'incuria

Il numero delle frane e delle inondazioni è triplicato. La causa non è solo naturale. L'inquinamento ambientale e l'incapacità di mettere il territorio in sicurezza fanno la loro parte.

13/11/2012
Gli effetti dell'inondazione in Toscana (Ansa).
Gli effetti dell'inondazione in Toscana (Ansa).

Le drammatiche scene dello scorso anno, quando finirono sott’acqua prima le Cinque Terre e Genova, poi Messina, si ripresentano con altrettanta gravità in questi giorni nel centro Italia. L'ondata di maltempo che da domenica investe l'Italia ha mandato sott'acqua vaste zone del Centro, dove fiumi e torrenti sono esondati. In Maremma, la zona più colpita, quattro vittime: un uomo di 73 anni è stato travolto dall'acqua con la sua auto mentre  tre operai dell’Enel sono morti mentre viaggiavano in auto, per il crollo del ponte sul fiume Albegna.  

Intere famiglie sono state evacuate, tante le persone che hanno cercato rifugio sui tetti delle case. Chiusa l’autostrada A1 in alcuni tratti e sospesa la circolazione ferroviaria fra Grosseto e Orbetello. Il presidente della Toscana, Enrico Rossi, ha chiesto l'intervento dell'esercito. “Ci sono molte cause per spiegare la violenza dei fenomeni meteo che stanno colpendo il nostro Paese, e ve ne sono altrettante per i danni e le vittime che producono, compresi il dissesto idrogeologico e la gestione del territorio – dichiara Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace - Deve essere chiaro, però, che questi eventi sono sempre più frequenti e intensi e che sono la conseguenza dei cambiamenti climatici prodotti dall’uomo. Come ha recentemente dichiarato il climatologo James Hansen, della Nasa, queste anomalie non si verificherebbero in assenza del riscaldamento globale”.   

"Siamo di fronte a ricorrenti alluvioni che non sono una cosa normale, sono anormali" dice Fulco Pratesi, presidente onorario del Wwf Italia - a margine della presentazione di una guida ai paradisi naturali d’Italia. "I 310 millimetri di pioggia caduti in Maremma in poco tempo sono l'equivalente dell'unica quantità che cade in alcuni Paesi del nord Africa". Quasi triplicati gli eventi estremi. La frequenza dei disastri naturali  risulta fortemente aumentata: nel 1980 furono registrati in tutto il mondo 400 eventi, mentre 30 anni dopo – con i medesimi criteri di classificazione – ne sono stati registrati quasi 1.000. Se i disastri geofisici (quali terremoti, tsunami, etc.) mostrano una sostanziale stabilità numerica, le inondazioni e le frane sono pressoché triplicate, le tempeste e gli uragani sono raddoppiati e risultano in forte aumento anche le ondate di calore, i periodi di siccità, gli incendi.  

Con gli ultimi nubifragi autunnali superano i 3 miliardi i danni provocati dagli eventi estremi nel 2012 con neve e ghiaccio che hanno bloccato l'Italia durante l'inverno e poi da caldo e siccità estivi che hanno bruciato i raccolti. Lo ricorda Coldiretti sottolineando che sono centinaia le aziende agricole finite sott'acqua tra Toscana, Veneto, Umbria e Lazio dove l'ondata di maltempo ha provocato danni per milioni di euro nel solo settore agricolo a causa dello straripamento dei fiumi e della pioggia intensa che hanno provocato allagamenti, ma si contano anche numerose frane e smottamenti, che hanno colpito tra l'altro vigneti, serre, stalle e ortaggi. Per Coldiretti  sono gli effetti dei cambiamenti climatici in atto, una situazione che aumenta il pericolo di frane e smottamenti in un Paese come l'Italia che paga il prezzo della mancanza di una politica territoriale che ha favorito l'abbandono dell'agricoltura nelle zone difficili e la cementificazione in quelle più ricche con il risultato che a livello nazionale ci sono - sottolinea l'organizzazione agricola - 6.633 i comuni complessivamente a rischio, l'82 per cento del totale.  

Dello stesso avviso anche i Verdi. “Da anni (inascoltati anche dal premier Monti a cui abbiamo scritto una lettera all'atto dell'insediamento segnalando l'emergenza del dissesto idrogeologico) chiediamo un Piano straordinario per la difesa del suolo e la messa in sicurezza del territorio – dice il presidente Angelo Bonelli -. Un piano che imponga un rispetto rigoroso prevedendo uno stop al consumo del suolo (con una legge) in un Paese dove si consumano 480-500 chilometri quadrati di territorio ogni anno e che destini risorse per la sua difesa, con decine di migliaia di piccoli cantieri per affrontare le 500mila frane dei nostri comuni".

Felice D'Agostini
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