Tv, con le multe paga il più debole

Impossibile chiedere ai direttori dei Tg o ai loro redattori di fare gli eroi. Ma un'intervista in cui parla solo Berlusconi non è giornalismo, è propaganda.

24/05/2011

E così, per il pacchetto di interviste benevolmente concesso a Berlusconi, cinque telegiornali si sono beccati un bel pacchetto di multe. Dice l’AgCom che hanno violato i regolamenti elettorali, ed è vero. Non senza, tuttavia, una parziale ingiustizia. Certo non convince la reazione dei cinque direttori televisivi, “non ci lasciano fare il nostro lavoro”. Uno per uno, Mediaset e Rai, sapevano tutti che il loro era un servizio reso a Berlusconi.    Cerchiamo però di essere realisti. Quando  il premier convoca d’autorità una testata Tv, da lui stipendiata o condizionata, non è facilissimo rispondergli di no. Ovvio che l’AgCom non può multarlo, cosa che del resto lo lascerebbe del tutto indifferente. Ma non diciamo, per favore, che la colpa è esclusivamente dei Tg, pubblici o privati, incensurati o “recidivi”, e Berlusconi non c’entra. E’ stato lui a dirigere il balletto, “arroganza a reti unificate”.         

     Dopo questa sentenza, e dopo le sdegnose ma fin troppo prevedibili repliche dei penalizzati, c’è da chiedersi non già se il giornalismo televisivo sia libero – faremmo ridere gli spettatori - ma se esista ancora. Andiamo subito al concreto, parlando appunto del lavoro di intervistatore e di come si usa svolgerlo, per esempio, sulla carta stampata.  L’intervista si fonda sul più lineare dei criteri: da una parte c’è uno che fa domande, dall’altra uno che risponde. Niente di ciò si ravvisa nei  comizietti del premier. I cinque emissari sono andati da lui col cappello in mano, limitandosi a un “dica pure”. E Berlusconi ha detto, parlando da solo. Il giornalista, che dovrebbe essere tenuto a incalzare, cercare delucidazioni, passare dalla sostanza ai dettagli, eventualmente ribattere o contestare, non ha mai aperto bocca. Se questo è “fare il nostro lavoro”...    

     Si dirà: ma c’erano solo tre o quattro minuti, mancava il tempo per un minimo di dialogo. Inoppugnabile. Senonché, per i cinque direttori chiamati dall’alto, questa non è una attenuante. E’ un’aggravante. Un direttore di Tg ha esperienza quanto basta per sapere che in tre o quattro minuti parla solo il politico. Se poi è il politico a dettare modi e tempi, e il direttore si inchina, non si può più parlare di giornalismo. E’ solo una mano data al padrone, mandando allo sbaraglio i redattori e obbligandoli ad una inevitabile figuraccia.       

     Assai più dei loro direttori, questi cinque dipendenti non avevano scelta. Il nostro è un mestiere gerarchico. In redazione c’è chi comanda, sperabilmente con larghezza di idee, e chi esegue, sperabilmente conservando la propria dignità. Ora immaginiamo un doppio rifiuto redazionale, opposto insieme al premier autoritario e all’ossequiente direttore di testata. Con l’aria che tira, e con i media brutalmente politicizzati – si legga la secca denuncia del cardinale Bagnasco – sarebbe stato un gesto inutilmente eroico. In casi del genere, o cambi mestiere o resti emarginato. I capi non hanno problemi: fuori il reprobo e dentro uno più disponibile, soprattutto meno ingenuo.        

     Si usa dire che una società libera non ha bisogno di eroi, e lo stesso vale per l’informazione tv. Oggi siamo al punto che l’unica isola non clientelare è il Tg di Mentana, in compagnia di Sky. Negli altri, rubriche di sinistra comprese, vigono dipendenza e preconcetto. Desolante. Se per essere liberi, addirittura “un po’ ” liberi, si è costretti a gettare il cuore oltre l’ostacolo, rischiando punizioni o isolamento, non basta dire che una larga parte del giornalismo televisivo non è più libera. Semplicemente, non è più giornalismo.

Giorgio Vecchiato
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Postato da giogo il 27/05/2011 15:45

Per Michelone, come vorresti chiamare FC...Forza cristiana italiana ? oppure Forza famiglia...che c'è la fai ma dai ma dai? Mi rendo conto che scrivere contro commenti fascis.. scusa faziosi come questo sia tempo perso e speranze di miglioramento vane, ma son talmente sconvolgenti le tue affermazioni, paradossali e prive di obiettività (sorella questultima della VERITA') che non ho resistito a scriverti. La solita TIRETERA; il sultano è proprietario delle 3 maggiori tv private ,di giornali e la maggiore casa ed.(Mondadori) il governo controlla (per fortuna ancora non al 100% ma poco ci manca)la RAI , ha interessi in banche assicurazìioni ...ecc ecc. ha tanti tanti soldoni per comprare...uno stuolo di vassalli..... potrei continuare ma mi fermo perchè mi vengono le nausee a ripetere a personaggi sordi cose OVVIE. A quando il prossimo viaggio nella luna? Saluti hops dimenticavo è anche titolare del bunga-bunga

Postato da Michelone il 25/05/2011 18:37

Accertato il colore politico dell'articolista, condiviso dalla stragrande maggioranza dei commentatori (da quì la domanda:perchè non cambiate il nome del settimanale?), chiedo al sig.Giorgio Vecchiato il perchè non sia entrato nel merito della "sanzione". Ci parli di percentuali di spot nei tre giorni antecedenti lo "sconcio" berlusconiano; ci faccia un'analisi algebrica delle percentuali di presenza in video delle parti contendenti e poi ci comunichi i risultati. Con essi, gradiremmo sapere se sono giuste le sanzioni comminate oggi e mai comminate prima di oggi e quali sono le maggiori presenze in video, comprendendo, ovviamente, anche i talk-show, che sono propaganda anch'essi!!

Postato da RT57 il 24/05/2011 22:13

OTTIMO ARTICOLO. Paghino di tasca propria i direttori TG1 e TG2 la multa inflitta dalla pavida AGCOM. La colpa ( intenzionale vista la diffida ) è solo loro e dunque gli venga sotratto lo stipendio al pari dell'ammenda. E poi venganbo cacciati poichè il danno all'informazione è enorme e di fatto da mesi è venuto meno il servizio pubblico a tal punto che milioni di utenti che pagano il canone abitualmente si sintonizzano su LA7. Il danno patrimoniale per la RAI è enorme ed il servizio pubblico non è più tale ! Ottima inoltra la denuncia fatta alla magistratura dall'on.Bonino che denuncia la violazione del divieto di spot elettorali nei TG.

Postato da Franco Salis il 24/05/2011 18:39

Ma quante chiacchiere,giornalismo, correttezza deontologica,ma chi se ne frega:per quanto ti hanno multato per aver accettato la mia richiesta di fare il comizietto? 250000 euro ? ebbeh,toh i 250000 per pagare la multa e altre 250000 per aver fatto il ruf.pardon avermi reso il servizio.Nel foro della mia città lavorano 500 avvocati, di cui 50 si accapparrano il lavoro,sono preparati eh,gli altri 450 fanno la fame. Costoro per sopravvivere dovranno assumere atteggiamenti servili per avere qualche pratica in più. In Italia in qualsiasi ambito di lavoro,vige la stessa regola. Ne sarebbe esente,a quanto mi risulta da testimonianze univoche che ciò non avviene nel modo più assoluto in U.K.,dove è assicurata la meritocrazia.In Cina siamo ad un livello di corruzione dieci volte superiore a quella italiana,ed ancora non ha sviluppato tutte le esergie,aspetta aspetta.Buona sera

Postato da giogo il 24/05/2011 17:15

Sono perfettamente d'accordo con Lei dr. Vecchiato, volevo aggiungere poca cosa.... ma è meglio attendere l'arrivo dei soliti aficionados di Cesare, magari imbufaliti da cotanta lesa maestà. Una cordiale stretta di mano

Postato da genepi il 24/05/2011 16:56

Ma quando mai, in Italia, un "responsabile" ha pagato di persona per suoi "errori". Motto (e capacità) di un "responsabile" è: (se la cose vanno bene) sono bravo, (se le cose vanno male) è colpa di altri. Ne consegue che i "responsabili" del TG1, TG2 che si sono "piegati" non pagheranno di tasca propria ma pagherà mamma RAI (cioè noi abbonati!). Per quanto riguarda le reti Mediaset pagheremo con l'aumento dei generi pubblicizzati perchè la paghiamo attraverso la pubblicità!!!! (i cui costi vengono scaricati sui prodotti che compriamo.........insisto). Domanda, non ho capito l'ultimo paragrafo: "Si usa dire che una società libera non ha bisogno di eroi, e lo stesso vale per l’informazione tv. Oggi siamo al punto che l’unica isola non clientelare è il Tg di Mentana, in compagnia di Sky. Negli altri, rubriche di sinistra comprese, vigono dipendenza e preconcetto. Desolante. Se per essere liberi, addirittura “un po’ ” liberi, si è costretti a gettare il cuore oltre l’ostacolo, rischiando punizioni o isolamento, non basta dire che una larga parte del giornalismo televisivo non è più libera. Semplicemente, non è più giornalismo." Per esempio? Vorrei fare qualche "ricerchina" in internet per vedere se le info sono corrette....non c'è solo la TV per verificare.

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