Napolitano: l'Italia è una

Il discorso a Montecitorio del capo dello Stato di fronte alle Camere riunite. A parte i ministri, i leghisti disertano l'aula.

17/03/2011
Giorgio Napolitano
Giorgio Napolitano

“Reggeremo alla prove che ci attendono, come in altri momenti cruciali del passato. Ma ci riusciremo a una condizione: che operi nuovamente un forte cemento nazionale unitario, non eroso e dissolto da cieche partigianerie, da perdite diffuse del senso del limite e della responsabilità”. Una Italia. Indivisibile. Senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione e di opinioni politiche, come recita la Costituzione. “Orgoglio e fiducia” per la "straordinaria impresa storica" che e' stata l'unificazione italiana.

A Montecitorio, di fronte alle Camere riunite per i 150 anni dell’Unità d’Italia, Napolitano pronuncia uno dei più bei discorsi del suo settennato. Non si può mettere in dubbio che l'Italia sia unita. "Per Mazzini era indubitabile che una nazione italiana esistesse, e che non vi fossero cinque, quattro, tre Italie ma una Italia". Costituzione  e Unità ci hanno sempre fatto vincere. Le più difficili prove sono state superate dall'Italia unita con "il solido ancoraggio della Costituzione". Napolitano parlerà di Italia unita a nome di tutto e tutti, anche dei leghisti, presenti solo tra i banchi del Governo. Una specie di beffardo “minimo sindacale” che provocherà il generale discredito dentro e fuori dall’aula.

Ma il presidente non vuole fare polemiche. Il "cemento nazionale unitario" non deve essere "eroso e dissolto da cieche partigianerie, da perdite diffuse del senso del limite e della responsabilità". "I leghisti? Non li ho contati", risponderà ai giornalisti che gli chiedono una dichiarazione sulla sparuta presenza a Montecitorio. Gli interessa più indicare la strada di questo “secondo risorgimento” che ci aiuterà ad affrontare le prove dell'avvenire: grande spirito di sacrificio e slancio innovativo.

Francesco Anfossi
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Postato da Mario Paloschi il 18/03/2011 12:57

Guardo la foto di Napolitano che pronuncia il discorso sui 150 anni dell'Italia Unita. Lo affiancano Fini e Schifani. Povera Italia!

Postato da elcamero il 18/03/2011 11:10

Napolitano dice:“Reggeremo alla prove che ci attendono, come in altri momenti cruciali del passato. Ma ci riusciremo a una condizione: che operi nuovamente un forte cemento nazionale unitario, non eroso e dissolto da cieche partigianerie, da perdite diffuse del senso del limite e della responsabilità”. Questi richiami li deve indirizzare prima che ai comuni cittadini a tutti quei politici che hanno lottizzato l'Italia per garantirsi il bacino dei voti necessario alla elezione e rielezione per garantirsi una poltrona fissa e le relative entrate monetarie. Dopo l'unità d'Italia sono loro che la hanno divisa e continuano a mantenere i privilegi di alcuni per assicurarsene i voti. L'unità d'Italia è ancora molto lontana da raggiungere, l'Italia divisa è una realtà.

Postato da GP il 18/03/2011 10:00

Bene Napolitano che, come molti con il suo stesso passato, si è convertito al patriottismo italiano in tempi recenti. Del resto, non è mai troppo tardi. Un saluto.

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