21/11/2011
Corrado Passera, neo ministro dello Sviluppo economico e delle Infrastrutture.
Appare già molto fitta l’agenda del ministero dello Sviluppo Economico in tema di comunicazioni televisive. Uno degli aspetti da chiarire presto riguarda la distribuzione degli indennizzi a favore delle Tv locali a titolo di risarcimento per l’esproprio delle frequenze 61-69. Com'è noto, attraverso la recente asta, le risorse sono state vendute alle compagnie telefoniche per lo sviluppo della banda larga mobile. L’incasso per lo Stato ammonta a circa 4 miliardi di euro a fronte dei 2,4 previsti e gli editori, chiamati a lasciare entro il 2012 frequenze ottenute nel corso del 2011, chiedono un conseguente adeguamento dei risarcimenti.
Gli studi di registrazione e regia dell'emittente Telenova.
La Legge di Stabilità, invece, ha negato la possibilità di andare oltre
l’originaria quota dei 240 milioni stabilendo che l’extragettito seguirà
la seguente ripartizione: 850 milioni per l’ammortamento dei titoli di
stato e 750 milioni a favore di diversi ministeri. A questo punto spetta
probabilmente a un Decreto decidere se dovranno essere risarcite solo
le emittenti delle aree già digitalizzate (in quanto titolari di
frequenze da liberare) oppure anche quelle ancora in analogico (in
previsione di un sacrificio futuro). Il dilemma, basato su leggi e
regolamenti degli ultimi tempi, pone molti interrogativi sulla tenuta
della transizione al digitale nel Paese. Proprio in questi giorni, il
processo sta mostrando i suoi limiti in Toscana e si annuncia complicato
anche in Umbria, Marche e nel territorio della Provincia di Viterbo. I
disagi interessano solo i segnali delle Tv locali.
Le cause? Poche frequenze e tardiva assegnazione delle stesse da parte
del ministero che ha scelto le graduatorie per stabilire l’accesso
all’etere: conquistano un posto al sole le imprese Tv che si collocano
ai primi posti e nello stesso tempo sono obbligate a veicolare a prezzi
calmierati il segnale dei colleghi rimasti a terra.
Per volere dell’Europa, tutto dovrà terminare entro fine 2012 quando –
forse - alla guida del Paese ci sarà ancora il Governo di emergenza. E
sarà il suo impulso politico a dettare la linea sul fronte del Beauty
Contest, che prevede l’assegnazione gratuita di 6 frequenze ad
altrettanti nuovi broadcaster. La finalità della procedura – ideata
dall’Esecutivo Berlusconi in sintonia con l’Agcom - è di dimostrare a
Bruxelles l’apertura dell’etere nostrano: tra i 10 pretendenti, però, ci
sono solo alcuni ‘emergenti’ e molti big del calibro di Rai, Mediaset,
Telecom Italia Media e Sky. Il Ministero ha dato mandato ad una
commissione di esperti di escludere 4 concorrenti senza indicare i tempi
in cui ciò dovrà avvenire.
Ora alcuni osservatori ipotizzano un congelamento della pratica da parte
del nuovo esecutivo che potrebbe dar adito ai ricorsi pendenti dinnanzi
al Tar (firmati, tra gli altri, da Sky, Telecom e Rai). Uno, davvero
clamoroso, paventa l’esclusione dai giochi dell’Azienda Pubblica che, in
caso di vittoria del Beauty Contest, sforerebbe il limite di 5 mux
digitali previsto dalla normativa Ue. E non si esclude un ripensamento
complessivo della gara con l’implicito avallo dell’Europa, che, causa la
crisi economica, potrebbe assumere un basso profilo senza mettersi di
traverso.
Eugenio Bonanata