31/08/2011
Il teologo Giordano Muraro.
So bene che la domanda
susciterà stupore e ironia,
e potrà essere messa
nell’elenco delle grandi ingenuità.
Ma ritengo che debba
essere ugualmente fatta, almeno
come provocazione. Perché
non si deferiscono al Tribunale
dell’Aja i Paesi che
proteggono gli evasori fiscali,
accogliendo e custodendo i
capitali sottratti al fisco? Esistono
più tipi di massacri:
quelli fisici che sono facilmente
documentabili; quelli morali
che non sono facili da documentare
e quindi da perseguire;
quelli economici che compromettono
il bene di un’intera
nazione.
L’Italia è in difficoltà. Si parla
di 120 miliardi di evasione,
una cifra che risolverebbe abbondantemente
i problemi
nei quali il Paese si sta dibattendo.
Viene compromessa la
vita di una intera nazione. È il
frutto degli evasori, certo,
ma anche dei Paesi che ospitano
e proteggono i loro capitali.
Nella morale si ricorda
che è responsabile del furto
non solo chi ruba, ma anche
chi in vario modo aiuta i ladri
a rubare.
Le democrazie occidentali
si sono sentite in dovere
di difendere i cittadini
di Paesi che subivano
le vessazioni di tiranni
e non hanno esitato
a proteggerli anche
con le armi. Perché,
allora, non mettiamo
sotto processo quegli
Stati che aiutano
gli evasori a causare la
rovina di una intera nazione?
Se una legge o una struttura
produce dei danni, questa deve
essere denunciata e condannata.
So che la domanda appare
ingenua. Ma è un’ingenuità
ancor più grande assistere impotenti
alla visione di speculatori,
sfruttatori ed evasori che
vivono alle spalle di chi compie
il proprio dovere. E anche
di chi è connivente di questi disonesti.
Evadere le tasse è una
delle tante forme di ladrocinio:
chi evade deve essere punito,
ma con lui anche quelli
che lo aiutano a evaderle. M
Giordano Muraro