Perché ha vinto di nuovo

Secondo un'analisi a caldo del New York Times, gli americani, scegliendo nuovamente Obama, approvano le sue riforme, le sue misure di sostegno all'economia e al mondo del lavoro.

06/11/2012

Barack Obama raddoppia. La maggioranza degli americani lo vuole alla Casa Bianca altri quattro anni. Una vittoria molto più netta di quella annunciata dai sondaggi. Il testa a testa previsto non c'è stato. Romney ha riconosciuto la sconfitta telefonando ad Obama e a questo punto sembra escluso il rischio di contestazioni e nuovi conteggi delle schede, così come era avvenuto nel contestato voto del 2000 fra Bush e Gore. Non si prevede troppo lavoro per le migliaia di avvocati già mobilitati. Barack Obama ha ringraziato i suoi sostenitori sul palco di un centro congressi di Chicago.

Ma quello di Obama è stato anche un discorso appassionato rivolto a tutti gli americani, compreso Romney, con il quale Obama spera di “lavorare insieme per far muovere il Paese in avanti”. “Il meglio deve ancora arrivare”, ha promesso Obama. Il presidente rieletto ha aggiunto che torna alla Casa Bianca “più determinato e più ispirato che mai  per il lavoro che c'è da fare e per il futuro che abbiamo davanti”. “Noi siamo una famiglia americana e ci alziamo e cadiamo insieme come una nazione sola” è il messaggio che Obama lancia agli americani nella notte della vittoria, prima di essere abbracciato dalla moglie Michelle e dalle figlie. Lo spirito di collaborazione bipartisan diventa più che mai necessario, dal momento che la Camera dei rappresentanti resta nelle mani dei repubblicani, mentre il partito democratico di Obama resta maggioritario al Senato. Questa situazione non è necessariamente un limite per il presidente. Suoi predecessori come Reagan e Clinton hanno realizzato riforme importanti pur non avendo dalla loro parte entrambi i rami del Congresso. Secondo un'analisi a caldo del New York Times, gli americani, scegliendo  nuovamente Obama, approvano le sue riforme, le sue misure di sostegno all'economia e al mondo del lavoro contro la crisi, il suo approccio moderato ma progressista in materia di immigrazione e su scottanti temi etici come l'aborto e i matrimoni omosessuali.

Romney invece paga, fra l'altro,  l'aver contestato duramente alcune riforme in campo economico  di Obama e la sua posizione rigida sull'immigrazione, che gli ha alienato il voto degli ispanici anche in Stati decisivi come la Florida (quattro anni fa prese molti più voti fra i Latinos l'allora candidato repubblicano John McCain). Ora Obama, senza la preoccupazione di dover essere rieletto fra quattro anni, potrà forse mostrare più coraggio e tornare a far  sognare gli americani. Rahm Emanuel, oggi sindaco di Chicago ma sopratutto ex capo di gabinetto di Obama alla Casa Bianca, dice che i prossimi 14 mesi saranno i più produttivi della presidenza. Da domani l'America e il mondo aspettano le prossime mosse di Obama.

Roberto Zichittella
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