Pisapia, buona la prima

Il neo sindaco di Milano alla festa della Sant'Egidio. "Questa metropoli deve tornare a essere la città dell'accoglienza". L'inconto col rom che affiggeva i manifesti di "Zingaropoli".

05/06/2011
Pisapia alla festa Living Together della Comunità Sant'Egidio di Milano.
Pisapia alla festa Living Together della Comunità Sant'Egidio di Milano.

Giuliano Pisapia conferma l’attenzione alle periferie che è stata al centro della sua campagna elettorale. Sceglie il Corvetto, un quartiere vivace e pieno di risorse, ma anche violento e problematico, per una delle sue prime visite da sindaco: partecipa alla festa della Comunità di Sant’Egidio “Living Together”, al Polo Ferrara di Milano. “Vorrei che la città fosse tutti i giorni così” ha detto Pisapia commentando la festa che con il linguaggio dello spettacolo ha mostrato un altro volto possibile, anzi già esistente, del Corvetto come di tante altre zone della città: un cantiere di integrazione tra stranieri, italiani, rom, giovani e anziani.  

“Milano deve tornare a essere città dell’accoglienza, della convivenza tra persone di origine diversa - ha detto il sindaco- ma anche tra anziani e bambini e deve tornare ad essere gioiosa”. Non più una periferia sempre oggetto di ostilità verso gli stranieri, ordinanze restrittive e coprifuoco. Ulderico Maggi della Comunità di Sant’Egidio conferma: “Occorre non avere più uno sguardo stereotipato sulle periferie: spesso il problema non è etnico, ma sociale, questo è il caso del Corvetto dove la microcriminalità parla principalmente italiano. Aiutare la gente a uscire dalle case è il modo più  semplice per combattere la paura.” Questo vede Pisapia a “Living Together”: una città che non è più nell’emergenza e nella paura. Persone diverse per età, origine, religione e cultura ma felice di incontrarsi e dire insieme che “convivere non solo è possibile ma è anche bello”. 

Così, il sindaco si siede tra gli anziani del vicino istituto Ferrari, spesso vittime della solitudine. Luigia da due giorni è uscita dall’istituto: vive nella nuova casa famiglia di Sant’Egidio e invita il sindaco all’inaugurazione. Alla festa partecipano anche molti rom, uno dei temi dominanti nella campagna elettorale. Si tratta di famiglie inserite in progetti di accompagnamento all’autonomia della Comunità di Sant’Egidio, come quella di  Vadar, 20 anni, che da due mesi vive con la moglie e il figlio in una casa ad affitto calmierato: fino a due anni fa elemosinava, ma,  grazie a un percorso di formazione, ora lavora come termoidraulico. Il sindaco saluta anche Ionut, 10 anni: la sua maestra lo indica come esempio perché, nonostante i sedici sgomberi subiti negli ultimi dieci mesi, ogni mattina attraversa la città e, dopo un’ora e tre quarti di mezzi pubblici, arriva in classe. Suo padre racconta la sua “campagna elettorale”: prima del ballottaggio, per due giorni ha lavorato, in nero, per affiggere i manifesti in cui si minacciava l’avvento di “zingaropoli” in caso di vittoria di Pisapia.

Mentre suonano musiche  da tutto il mondo (Sri Lanka, Egitto, Filippine, Perù, Equador...) i partecipanti alla festa salutano “Giuliano”. Tra queste, tanti “nuovi italiani” che vogliono vivere appieno la propria cittadinanza, anche se spesso non è riconosciuta sulla carta. In molti fanno parte del movimento Genti di Pace, promosso da Sant’Egidio e formato da immigrati di differenti Paesi che vanno a trovare gli anziani dell’Istituto in via Panigarola al Corvetto. Rahim, arrivato dieci anni fa dal Marocco, saluta il sindaco accanto a Lorenza, 87 anni, affetta da morbo di Parkinson, ma contenta della musica. Dice Rahim: “Ho appena presentato a Lorenza mia figlia di 40 giorni; infatti, come mi ha detto alcuni anni fa Liliana, un’altra amica dell’istituto, «voi siete la nostra famiglia». Noi di Genti di pace abbiamo scelto di stare accanto agli anziani per aiutare la nostra città, per stare accanto ai più deboli che spesso sono messi da parte.” Dal racconto di Rahim e dalle storie di Living Together emerge un’alleanza - tra anziani e giovani, italiani e stranieri, rom e non rom - per vivere meglio nelle periferie e nella città.

Stefano Pasta
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Postato da ironyman il 07/06/2011 01:13

Ebbene si! Parafrasando un ben noto ministro passato a miglior vita, che fu messo in croce per alcune sue riflessioni ignobilmente stravolte nel loro autentico significato, le tasse sono una cosa bellissima se (è il caso di precisare) vengono utilizzate per finanziare progetti ad elevato contenuto soc iale, sempre che non siano affidati alle cricche e le tasse siano pagate in maniera equa come vorrebbe la nostra Costituzione e cioè in ragione della capacità contributiva. Insomma se il sistema fiscale fosse ispirato a maggiore equità e la spesa pubblica privilegiasse le classi disagiate anziché i soliti noti privilegiati (come per spirito di solidarietà dovrebbe essere e senza scomodare concetti impegnativi come la carità cristiana), ci sarebbe da esultare. Peccato che abbiamo dovuto aspettare un noto estremista di sinistra per sentir parlare di giustizia sociale. Paese strano il nostro. Una maggioranza di governo di destra “ispirata a principi liberali” che per anni anziché fare riforme liberali, ha pensato solo a rafforzare le protezioni delle classi garantite al punto che abbiamo dovuto aspettare un governo di sinistra ed il ministro Bersani per ottenere finalmente delle vere riforme liberiste. Cosa dire poi degli slogan a tutela della illibatezza delle nostre tasche. Appunto, slogan, efficaci ma semplici slogan. Siamo seri. Stiamo parlando di cose importanti in un paese con un quarto della popolazione a rischio povertà. E dannatamente serie (adesso a Folgore usciranno gli occhi dalle orbite) ed insieme importanti sono le prime uscite pubbliche di Pisapia. Non show (al quale il personaggio molto schivo è anche refrattario) ma gesti di vicinanza a persone in grosse difficoltà che assumono perciò non soltanto un significato altamente simbolico. Posso solo immaginare i sentimenti di riconoscenza, di fierezza, di contentezza di gente posta ai margini della società di cui non si occupa nessuno tranne qualche generoso volontario, che ha ricevuto la visita, come primo atto del suo incarico, nientemeno del cittadino più importante della città. Sentire al proprio fianco il sindaco fin dal suo insediamento rende queste persone meno sole anche perché il Primo cittadino ha voluto lanciar loro un messaggio chiaro: da quel momento in poi le loro difficoltà saranno al centro delle sue preoccupazioni future. Ed io che ho una qualche esperienza di queste persone, so per certo credetemi, che tutto ciò per loro ha più valore di una miserevole e fin troppo pubblicizzata social card.

Postato da folgore il 06/06/2011 10:46

@clagio. Magdi Cristiano Allam ha tutto il diritto (quale cittadino italiano) di potere criticare un cardinale in quanto il "suo intervento a favore di Pisapia" non fa certamente parte di Magistero della Chiesa, ma solamente di una presa di posizione politica del religioso. Che naturalmente - scendendo nell'ambito politico - se ne deve prendere anche gli oneri, ovvero le eventuali critiche. @Franco Salis. I fondi saranno raccolti non dai sequestri ai malavitosi (presumo tu intenda quelli di mafia) ma dal classico sistema. Sai le tasse sono una cosa bellissima.

Postato da clagio il 06/06/2011 08:06

In qualche modo il mio commento si lega a questo articolo sul sindaco di Milano, Pisapia. Magdi Cristiano Allam rivendica oggi il diritto di criticare Il card. Tettamanzi per il suo intervento a favore di Pisapia. Bene la sua "conversione" ma pretendere di dare lezione di cattolicesimo ad un Cardinale, fra l'altro serio e oneste pacato come Tettamanzi, credo sia un pò troppo. Non Vi pare? Grazie

Postato da Franco Salis il 05/06/2011 22:54

Se è vero che il buon giorno si vece dal mattino,c'è da sperare che un punto estremamente qualificante venga preso di petto proprio da chi cristiano dichiara di non essere,e che invece era stato fortemente contrastato da chi cristiano si professava.Vedi Moratti e soprattutto Formigoni.Il lavoro è impegnativo,una inversione di rotta comporta far ruorare di 180 gradi una pesantissima macchina. Però contestualmente mi sembra che le energie ci siano.La comunità di Sant'Egidio. Venga affidata a lei la messa in opera del progetto, che forse andrà perfezionato, ma mi risulta esistente. Rimane il problema del finanziamento. A parte che la comunità di Sant'Egidio non fa parte,almeno per quanto ne so,della "cricca" il finanziamento dovrebbe arrivare dai beni confiscati ai malavitosi e subito senza la intermediazione della Agenzia apposita.Buon lavoro

Postato da Ilvio d'Onofrio il 05/06/2011 15:43

Come la prima volta, così debbono essere tutte, caro Signor Sindaco, ed in tutti i campi : il culturale, l'industriale, la scuola, la ricerca, la sicurezza, i giovani etc. etc. Lavoro da fare ce n'è anche troppo, però mai abbastanza per una metropoli come Milano, che è anche di esempio per tutto il Paese. Importante è che ogni volta sia la volta, prima sì, però sempre quella buona. Auguri, Signor Sindaco.

Postato da folgore il 05/06/2011 15:14

Considerando che la prima visita è stata effettuata alla vedova del partigiano Giovanni Pesce (Ivaldi). Considerando che la Guerra Civile è terminata nel 1945, beh il nuovo che avanza....o forse si vuole ritornare agli anni '70?

Postato da vitorusso49 il 05/06/2011 14:47

Bravo Sindaco! Mi sembra un buon inizio per esorcizzare tante paure nei confronti degli immigrati ed in particolare nei confronti dei rom... Auguri, Sindaco!

Postato da lina52 il 05/06/2011 14:29

A mettersi in mostra sono capaci tutti! Non è l'apparire che conta,ma l'essere e,soprattutto, i valori di cui si è portatori,sempre se se ne hanno da portare...Aspetterei,quindi,a giudicare Pisapia e il suo operato.Uno show estemporaneo non vuol dire nulla,ma proprio nulla!!

Postato da folgore il 05/06/2011 14:15

Se vi accontentate. Io un sindaco lo giudico dagli atti che produce la sua giunta!

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