Porto Torres, disastro annunciato

L'olio combustibile fuoriuscito dallo scalo induastriale di Porto Torres, in Sardegna, era stato rilevato dai satelliti già l'11 gennaio. Ma per 14 giorni non si è fatto nulla.

10/02/2011
Le prime immagini satellitari della chiazza di idrocarburi nelle acque di Porto Torres sono delle ore 10,13 dell'11 gennaio. Dalle immagini Sar (ottenute con radar ad apertura sintetica), elaborate dal team Emergency di e-Geos (societa' Telespazio/Asi), si osserva la presenza della marea nera.
Le prime immagini satellitari della chiazza di idrocarburi nelle acque di Porto Torres sono delle ore 10,13 dell'11 gennaio. Dalle immagini Sar (ottenute con radar ad apertura sintetica), elaborate dal team Emergency di e-Geos (societa' Telespazio/Asi), si osserva la presenza della marea nera.

Lo scorso 11 gennaio si è rotto un tubo di drenaggio della centrale E.On a Porto Torres, in Sardegna: 15 mila litri di olio combustibile si sono riversati in mare. L'azienda spagnola ha ammesso la sua responsabilità, avviando un piano di bonifica sul litorale che va da Porto Torres a Santa Teresa di Gallura, la costa che affaccia sulle Bocche di Bonifacio. Si poteva intervenire più rapidamente? Le prime immagini satellitari della chiazza di idrocarburi nelle acque di Porto Torres sono delle ore 10,13 dell'11 gennaio. Dalle immagini elaborate da e-Geos (società Telespazio/Asi), si vede la “marea nera”.

Nella prima immagine inviata a Terra dal satellite Ers 2 dell' Agenzia spaziale europea (Esa) la chiazza di olio combustibile quella mattina dell'11 gennaio aveva un'estensione di 0,97 chilometri quadrati e secondo le stime si trattava di circa 48,5 metri cubi di greggio. Il secondo rilevamento è stato effettuato il 14 gennaio, tre giorni dopo lo sversamento e anche questo evidenziava la presenza di greggio in prossimità della costa.

"Abbiamo una sala operativa che funziona 24 ore su 24 e che processa i dati e le informazioni che arrivano dal satellite COSMO-SkyMed. E- Geos si è attivata autonomamente per fornire supporto per il controllo della fuga di petrolio anche in assenza di ordini formali”, dichiara a Marescienza.it Federica Mastracci, responsabile dei prodotti e servizi geospaziali di e-Geos.

Il sistema di osservazione della terra italiano, tra i più sofisticati attualmente in orbita, serve alla Protezione Civile o alla Guardia Costiera, per il monitoraggio delle emergenze ambientali e dei disastri naturali. “Abbiamo fornito supporto attraverso informazioni derivate da rilevamenti satellitari su mare e su terra in occasione del disastro provocato dalla piattaforma Deep Water Horizon nel Golfo del Messico, così come per il terremoto de L’Aquila, quello di Haiti e nel caso delle alluvioni in Veneto, Queensland e New South Wales, Australia” spiega Mastracci. La centrale operativa lavora 24 ore su 24 per sette giorni alla settimana per intervenire su richiesta delle autorità competenti in caso di emergenza.

“In funzione dei risultati dei monitoraggi da noi effettuati anche se non richiesti e distribuiti alla Guardia Costiera e al Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, la stessa Guardia Costiera ha richiesto ulteriori passaggi il 28 e il 29 gennaio verificando che la macchia di petrolio in mare non c’era più” conclude Mastracci, nella sua intervista al portale Marescienza.it (www.marescienza.it). Insomma la “marea nera” si sarebbe misteriosamente dissolta e nessuno si è preoccupato di sollecitare rilevazioni satellitari in quei giorni cruciali. Per il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli “ciò che è successo a Porto Torres è un disastro ambientale a tutti gli effetti, di una gravità inaudita”.

Paolo Fresu, il noto trombettista jazz originario del nord della Sardegna, ha lanciato un appello su Youtube: “Sono preoccupato per il territorio, per la Sardegna, per le coste bellissime. Ma sono anche molto offeso e arrabbiato, come credo molti, per il fatto che non si sta parlando assolutamente di questo problema. E ciò significa ancora una volta (com'è stato per la rivolta dei pastori e per molte altre cose) che la Sardegna è un posto dimenticato dall'impero. A Porto Torres esiste un problema ecologico gravissimo”.

Gabriele Salari
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