Lavoro, fermezza a senso unico

Anticipiamo il Primo Piano di Famiglia Cristiana n. 14, in edicola e in parrocchia da giovedì 29 marzo.

28/03/2012
Una protesta di lavoratori precari a Napoli (foto del servizio: Ansa).
Una protesta di lavoratori precari a Napoli (foto del servizio: Ansa).

La modifica all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori è, certamente, la questione più controversa del disegno di legge sul lavoro presentato dal Governo. A fronte di numerose innovazioni a favore dei precari (estensione degli ammortizzatori sociali, stop alle false partite Iva, incremento delle aliquote contributive, contrasto delle dimissioni in bianco, estensione dell’indennità di disoccupazione...), il premier Monti si è irrigidito sui licenziamenti economici individuali.

Una fermezza, però, che non ha dimostrato verso tassisti e banche. Queste hanno ottenuto di far cancellare la norma che prevedeva i conti correnti gratuiti per i pensionati. Se la riforma dovesse passare così com’è, chiunque in un’azienda sia ritenuto non compatibile con una riorganizzazione del lavoro o con mansioni giudicate inadatte, può essere mandato via dalla sera alla mattina. Senza nemmeno la possibilità di reintegro da parte di un giudice. Magari per far da “capro espiatorio” alle responsabilità di qualchesqualo o squaletto d’impresa.

Il capo dello Stato Napolitano ha cercato di rassicurare l’opinione pubblica, spiegando che non ci saranno “espulsioni di massa”. Ma il problema che nelle fabbriche e nelle aziende si possa creare uno stillicidio silenzioso, con l’alibi della crisi, resta. Pierre Carniti, lo storico segretario della Cisl e leader dei cristiano-sociali, ha evocato i licenziamenti ad nutum, quelli che avvenivano nelle fabbriche con un semplice cenno del caporeparto. Insomma, come ha scritto il sociologo del lavoro Luciano Gallino, «lo scenario è pronto:da un lato, dinanzi al cospicuo vantaggio di poter ridurre la forza lavoro senza nemmeno dover licenziare, l’aumento dell’1,4% del costo contributivo dei contratti atipici si configura come uno svantaggio quasi trascurabile. Dall’altro lato, la libertà concessa di licenziare ciascuno e tutti per motivi economici,veri o presunti o inventati, di cui chiunque abbia un’idea di come funziona un’impresa può redigere un elenco infinito, costituisce un formidabile incentivo a modulare quantità e qualità della forza lavoro utilizzata a suon di licenziamenti. Magari assumendo giovani freschi di studi, al posto di quarantenni o cinquantenni tecnologicamente obsoleti, che tanto, una volta perso lo stipendio, non dovranno aspettare più di dieci o quindici anni per ricevere la pensione».

Come ha ricordato monsignor Giancarlo Bregantini, presidente della Commissione lavoro della Cei, basandosi su oltre cent’anni di dottrina sociale della Chiesa, a partire dalla Rerum novarum, i lavoratori non sono“merce”. Non possono essere considerati “fuori produzione”. L’auspicio è che il disegno di legge venga modificato nella sua parte socialmente più ingiusta. Per evitare abusi. Non sarà licenziando i padri e assumendo a metà prezzo i loro figli che risolveremo il problema della crisi in Italia.

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Postato da Libero Leo il 03/04/2012 08:46

Per Martinporres. L'intelligenza e l'intraprendenza sono importanti; ma alla base ci deve essere una cultura del lavoro che non vede il lavoro solo come un diritto, ma anche, e soprattutto, come un dovere per contribuire al bene comune. Oggi ci sono tante intelligenze sprecate perchè si fermano a considerare il lavoro solo come un diritto.

Postato da martinporres il 02/04/2012 05:41

Libero Leo conosco diverse persone che fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, alcune hanno un posto fisso altre no. Non tutte hanno la fortuna di avere l'intelligenza o l'intrapredenza del tuo amico. Allora cosa facciamo? devono morire di fame?

Postato da Libero Leo il 01/04/2012 09:21

A proposito di lavoratori considerati "merce" va precisato che molto spesso loro stessi accettano di essere considerati tali. Vogliono un posto di lavoro fisso per poi sedersi fissamente per tutta la vita. Purtroppo è ancora diffusa una cultura del lavoro parassitaria, che porta a queste situazioni, nonostante che da più parti si invitino soprattutto i giovani a non pensare al lavoro fisso. Riporto l'esperienza di un mio amico. Ottenne un posto di lavoro da tutti considerato il massimo: fisso a vita anche con pensione straordinaria; remunerazione altissima; prestigio massimo. Dopo pochi mesi si licenziò perchè non accettò di essere considerato "merce". Trovò un altro lavoro dove guadagnava meno e lavorava di più; però imparava moltissimo. Dopo qualche anno non aveva più da imparare e cominciava a sentirsi merce. Cambiò di nuovo per andare a lavorare in un'altra azienda ad imparare ancora. Purtroppo è poco diffusa una cultura del lavoro così dinamica e produttiva. Si tende a pretendere di guadagnare senza impegnarsi e senza migliorarsi. Come spesso ci inducono a fare i massmedia dominanti, si accampano diritti e ci si dimentica dei doveri. Si pensa spesso che le aziende siano "vacche da mungere" senza portarle al pascolo. Alla fine le vacche muoiono e non rimane più nulla da mungere perchè i padroni delle vacche emigrano in altri paesi ove c'è una diversa cultura del lavoro.

Postato da folgore il 30/03/2012 19:55

@Franco Salis. Ti trasmetto la frase che è di tua competenza, io infatti non avevo detto che il Vescovo non avesse lavorato in fabbrica.... Postato da martinporres il 29/03/2012 18.14 Folgore informati Mons Bregantini ha lavorato in fabrica.

Postato da lettore02 il 29/03/2012 22:58

@antonel Guarda che l'articolo 18 riguarda il licenziamento del dipendente ma se vuoi puoi lanciare l'idea all'unto del Napolitano di un articolo 18bis per licenziare il padrone così saremmo in uno stato "egalitario" ti piace?

Postato da Franco Salis il 29/03/2012 19:49

Eilà, non credevo di avere tanti ammiratori! Perbacco, io ho sempre detto di essere (stato) un professorucolo di liceo di provincia e invece vengo paragonato addirittura a Monti e a Fornero! Però visto che siete così generosi, datemi anche diciamo la metà della loro pensione, anche un quarto, va’. Allora l’episodio che ho riportato di Lama è vero o mi sono sbagliato? Qui o è o non è ,non è opinione è un episodio. Poi viene la mia opinione ,ma vi rendete conto del significato che ha avuto in quel tempo una affermazione di tale portata, sempre che sia vera. Per quanto riguarda gli statali, non si può esprimere un giudizio univoco perché il loro impegno, oltre alla disposizione personale(i cattolici parlano di missione, i sinistri, pardon le sinistre parlano di professionalità), subisce le incertezze della variabilità dei tempi. Ai tempi della petrolchimica di Rovelli di Porto Torres tecnici diplomati guadagnavano dalle 400 alle 500.000 lire (non euro) al mese a fronte dello stipendio di 180.000 lire del professore laureato. Se mi dite che qualche professore a causa della iper protezione faceva il lavativo, vi posso assicurare che in fabbrica c’era più di un operaio che sempre con un attrezzo in mano non faceva altro dalla mattina alla sera che dire: ci stanno sfruttando! Se avete notato io parto sempre da un documento, poi esprimo la mia opinione che spesso è controcorrente. Per quanto riguarda Brigantini, mi sono stufato e non da adesso, di sentire uomini di chiesa che parlano bene e razzolano malissimo. L’esempio che ho fatto a proposito dei nubendi, è vero o è falso?(anche se questa volta la responsabilità cade su una espressione ,a mio avviso infelice, della Familiaris consortio). La citazione di due preti non è a caso, ma vuole significare che tra la gerarchia e il “basso” clero c’è un abisso! Leggo i documenti ufficiali e non posso che essere d’accordissimo e poi però rilevo le gravi contraddizioni nella gestione di un enorme potere(vedi mio commento a Scola). Cerco di contenere i giudizi ,ma qualche eccesso qualche volta mi è sfuggito. Ora se ne volete sapere di più dovrete andare a vedere il mio commento di oggi su Lavoro, fermezza a senso unico e quello del cardinale Scola sulla famiglia. Il mio dentista, al mio lamento, mi disse: eh, io non ho sentito niente! Ajò,tottu a Tattari a buffare inu bonu.(=andiamo, tutti a Sassari a bere vino buono).

Postato da martinporres il 29/03/2012 18:14

Folgore informati Mons Bregantini ha lavorato in fabrica.

Postato da martinporres il 29/03/2012 17:42

Bravo edolance ti sei fatto da solo, però ricordati che le persone non sono merci (Mons. Bregantini) e che che non siamo tutti uguali, ma tutti abbiamo diritto ad una vita dignitosa!

Postato da antonel il 29/03/2012 17:29

Come sempre, quando si affrontano questi argomenti, li si guardano dalla parte dei dipendenti. L'articolo 1 della Costituzione dice che la nostra è una Republica fondata sul lavoro, non sul lavoro dipendente. sarebbe il caso di tenerlo presente se non vogliamo sembrare l'ultimo Stato marxista-leninista del mondo (nemmeno Cuba...). E allora vanno dette alcune cose. Prima: siamo arrivati a questo punto perché sindacati e giudici hanno sempre o quasi sempre fatto reintegrare tutti. Si cita tanto la Germania, ma in Germania i sindacati non sono politicizzati come da noi e sono nei CdA delle imprese. Se c'è un lavativo o se c'è bisogno di ridurre il personale ne sono ben consapevoli (e responsabilizzati). E i giudici si comportano con molta imparzialità. Seconda: la riforma Monti, che però nessuno sa veramente che cosa dica (è solo virtuale) massacrerebbe la legge Biagi che bene o male ha creato dai due ai tre milioni di posti di lavoro. Certo, ci sono delle storture, qualcuno ne ha approfittato, ma siamo sicuri che molti dei posti coperti dal tempo determinato sarebbero stati comunque copert? Terza: tra debole flessibilità in uscita e una stretta nella flessibilità in entrata, il rischio non sono troppi licenziamenti, ma troppe poche assunzioni. Come ha spiegato mirabilmente (altra classe) Pierre Carniti all'Infedele .

Postato da lettore02 il 29/03/2012 15:55

Fermezza? Ma siamo sicuri che si tratti di questo? Oppure si tratta di uno strattagemma per farci digerire una cosa che altri hanno deciso per noi? Si presentano come decisionisti in contrapposizione a una classe politica inconcludente e squalificata. Tanto per parlare chiaro gli altri sono i paesi forti dell'area Euro in primis la Merkel perchè non dobbiamo dimenticare che la modifica dell'art.18 era contenuta nella lettera della BCE e le lettere di li partivano sotto dettatura da chi detiene le sorti dell'Euro. Proviamo per un attimo a far correre la memoria a fatti ben circoscritti: Marchionne rompe con la CONFINDUSTRIA e va in rotta di collisione con la Fiom; il punto qual è ? Il modello di fabbrica di Marchionne è quello cinese e quindi i costi della manodopera devono scendere, il quanto lo dirà il mercato. A riprova di quanto detto ne sia lo sperticato elogio del neo padrone del vapore all'unto del Napolitano. Ma perchè la Merkel si prende la briga di sostenere una norma che nel suo paese è di tutt'altro segno? La risposta che mi do è logicamente opinabile ed è che la Germania con questa nuova formulazione dell'art.18 relega l'Italia a paese a basso costo e quindi non competitivo sulle alte tecnologie e quindi un concorrente in meno. Ne è la riprova l'assenso della Germania all'immissione di liquidità nel sistema bancario in concomitanza all'accettazione della lettera della Bce. La battaglia sull'art.18 non è simbolica ma centrale per un sistema o un altro e gli schieramenti in campo sono spesso trasversali sia ai partiti che ai movimenti: di Marchionne ho già detto ma da es. il neo presidente di confindustria dice che non esiste un problema art.18 che gli va bene anche così; dei sindacati si sa, quello vero ha preso posizione ferma a difesa mentre gli altri aspettano indicazioni (anche queste sono affermazioni opinabili). Solo un accenno al migliorista (Napolitano per i più giovani era detto tale nel PCI) Visto che la spregiudicata operazione di portare Monti al di sopra delle parti può riservare effetti diciamo collaterali indesiderati esorta alla fiducia; temo che ne sia in cerca lui per primo

Postato da DOR1955 il 29/03/2012 15:35

Caro martinporres, lascia stare se il buon (quasi vecchio) Franco ci diletta con la sua "scienza" da ex-professore di liceo; è stato un dipendente statale e come una parte (non tutti, grazie a Dio) di persone che sono stati o sono "impiegati" statali il lavoro pensa sia solo quello che ha fatto lui o che fanno i suoi quasi colleghi (e coetanei) Monti e Fornero. Se invece di "sparlare" si stesse più attenti alla situazione reale del paese, forse, ci si accorgerebbe che non è come il "duo" delle meraviglie ha sempre cercato di farci credere (a me, mai!). Basta sentire (e capire, sopratutto) quanto ha detto poche ore fa il ministro Passera, che di certo non è una "colomba" e che non ho mai difeso, anzi. Ha detto quello che milioni di italiani "con la terza elementare" hanno capito da anni; "siamo in recessione". E secondo Passera e il "duo delle meraviglie" nessuno se ne era accorto? Se prima avevamo il cosi detto "fuggitivo" che lusingava gli italiani dicendo che "andava tutto bene", ora abbiamo i professori, che, certi del loro successo profetizzavano "mirabilie economiche" e invece, dopo quattro mesi si sono "accorti" che la situazione è grave. Bravi: a scuola li avrebbero bocciati e invece prendono anche un lauto stipendio (non tutti mi sembra). Così abbiamo un Parlamento che non fa nulla e un governo che non è capace di fare nulla, scaricandosi reciprocamente le responsabilità, anzi, scaricandole sulla Camusso che, se non si è capito ancora bene, a mio parere, non difendere l'art. 18 "a prescindere", ma chiede solo chiarimenti prima di metterci mano. E come tante volte ho avuto modo di esprimere anche in questa testata, cosa serve parlare (e modificare) l'art. 18 se manca "la materia prima", cioè il lavoro. Che si preoccupino, prima, se sono capaci (visti i risultati ...), a creare occupazione, a eliminare i privilegi (anche di chi è andato in pensione con un sistema e quello "nato" 10 anni dopo deve aspettare i 65 anni), le caste, le corruzioni, l'evasione fiscale, la criminalità ("legale" e illegale) che soffoca le imprese sane e cento altre fonti di spreco e dopo, solo dopo, anche di art. 18. Siamo sulla via del declino (catastrofico mi dirà qualcuno) economico e morale. Il primo lo ha detto anche Passera (per cui è catastrofico anche lui) e il secondo anche Mons. Bregantini, senza nulla togliere a don Mazzi e don Colmegna. Quando ne "usciremo"? Nel momento che faremo le valige e andremo in qualche altra parte del mondo lasciando a chi resta, fiducioso nei nostri governanti (politici o tecnici - stessa minestra), il compito di ripianare 32.000 € di debito pubblico pro-capite. Perchè, prima o poi, lo si dovrà fare; e saranno specialmente quelli che oggi hanno da 50 anni in giù, e quelli che nasceranno nei prossimi 30 anni. Ad esclusioni dei privilegiati e delle loro proli, fisiche e ideologiche. Auguri. Ciao Franco, scatenati!

Postato da edolance il 29/03/2012 13:51

Uno licenzia chi non gli rende, non chi gli rende.... I/le venticinquenni di oggi sono nel complesso un disastro: sono dei buoni a nulla. Rende più un quarantenne per il semplice fatto che non ha più babbo e mammina che lo sfamano tutti i giorni tre volte al dì.

Postato da folgore il 29/03/2012 13:42

@Franco Salis. Il Bregantini non dovrebbe parlare perché non è mai stato in cetena di montaggio? Ti rispondo colla frase che disse il celeberrimo allenatore José Mourinho al collega Ancelotti che lo punzecchiava asserendo che lui non poteva certo essere un grande allenatore, in quanto precedentemente non era stato un grande calciatore: “Il mio odontoiatra è bravissimo, anche se non ha mai avuto il mal di denti”.

Postato da edolance il 29/03/2012 13:42

Io a 18 anni sono andato a lavorare e non perché la mia famiglia non potesse mantenermi agli studi (anzi), ma perché volevo i soldi in tasca e l’indipendenza economica per andare a divertirmi. Oggi ho una piccola ditta che produce guarnizioni in gomma. Non ho certo l’istruzione per controbattere i vostri post, ma secondo me le cose sono semplici e ancora non mi sembra di averle lette da nessuna parte (se è il contrario, mi scuso in anticipo). Un imprenditore sano, licenzia chi non gli produce. Se un lavoratore produce e la ditta è sana non ha da temere. I/le ventenni e i/le trentenni di oggi sono per me un DISASTRO: rendono meglio i quarantenni per il semplice motivo che non hanno più babbo e mamma che gli danno la pappa ogni giorno, ma anzi sono loro che ora devono mantenerli allo spizio a botte di 1.600/2000 euro al mese… L’Italia secondo me è da troppi decenni preda e ostaggio della generazione nata e cresciuta durante il cosiddetto “boom economico”, viziata dal benessere creato dai loro padri (non da loro) e che è venuta su con il 68, pensando di sapere tutto, mentre invece non sapeva nulla. Questa generazione ha messo su alcuni dei più disastrosi e controproducenti deliri ideologici che hanno rovinato e tutt’ora continuano a rovinare la mia disgraziata Patria. Siamo un Paese con quasi 2.000 mld di euro di debito pubblico, la nostra INADEGUATEZZA STRUTTURALE e seconda solo allo strapotere della CRIMINALITA ORGANIZZATA e siamo ancora qui a perdere tempo con articoli e codicilli? Il problema per chi non l’ha capito ancora è che si stenta a vendere il nostro debito. Voi li date i vostri soldi a uno di cui non avete almeno una ragionevole fiducia? Bene, gli investitori non hanno più fiducia dell’Italia e qualcuno vorrebbe ancora andare avanti con balbettanti trattative degne di un mondo che non esiste da almeno 30 anni???????? Questa gente (sindacati, CONFINDUSTRIA ecc….) NON ha più i presupposti mentali, culturali, per muoversi nel mondo di oggi!!! Liberalizzate e fate largo ai giovani, invece di difendere diritti acquisiti in un mondo che non esiste più da 20 anni e poi ne riparliamo…..

Postato da edolance il 29/03/2012 13:24

Io a 18 anni sono andato a lavorare non per non pesare sulla mia famiglia, che comunque avrebbe potuto (e voluto) mantenermi agli studi, ma perchè l'unica idea che avevo era fare qualche soldo da avere in tasca ed essere indipendente. Ora ho una piccola ditta che produce guarnizioni in gomma per infissi e fa parte di un consorzio. Non ho certo l'istruzione sufficiente per controbattere i vostri post, ma secondo me c'è da dire una cosa molto semplice senza dilungarsi troppo: un imprenditore licenzia uno che non gli rende, per assumere uno che gli rende. (E guardate che i ventenni di oggi sono un DISASTRO!!!! Rende più uno di 40 anni per il semplice motivo che non ha paparino che gli dà la pappa garantita tutti i giorni tre volte al dì!). Il resto sono balle. Secondo me l'Italia è da troppi decenni preda e ostaggio della generazione nata e cresiuta nel cosiddetto "boom economico": una generazione viziata dal troppo benessere dato dai padri, che crede di sapere tutto, ma non sa nulla e che ha messo su alcuni secondo me alcuni dei più colossali e controproducenti deliri ideologici che tuttora affondano questa povera Patria. Abbiamo quasi 2.000 mld di euro di debito pubblico, siamo la nazione sviluppata più tassata del mondo, la nostra inadeguatezza STRUTTURALE e seconda solo allo strapotere della CRIMINALITA' ORGANIZZATA e stiamo ancora qui a perdere tempo con articoli vari??? Non solo mi sembra pazzesco, ma irresponsabile.

Postato da martinporres il 29/03/2012 11:48

Franco Salis, hai mai lavorato in catena di montaggio? La logica capitalista della catena di montaggio è che l'operaio deve compiere, in modo ripetitivo, delle mansioni che potrebbe compiere anche una scimmia. Con questi presupposti rende (al padrone) di più una persona di vent'anni o una persona di cinquanta? martinporres l'ignorante che cerca di usare il senso comune.

Postato da Franco Salis il 29/03/2012 08:50

Correggetemi se sbaglio :vado esclusivamente a memoria e potrei facilmente sbagliare ,non ho, come invece al solito documenti sotto occhio. Orsono 30 anni si era presentata una situazione analoga per ragioni diverse. Si trattava di aumentare o meno la busta paga dei lavoratori. La tesi era sostenuta da un sindacalista mentre Luciano Lama (di questo nome sono certo) commentava: voglio vedere che cosa dirà quando i figli e nipoti saranno a carico dei genitori e nonni perché disoccupati! Lama è stato una Cassandra o disponeva dati e studi scientifici (per quanto di scientifico vi possa essere in tali fenomeni)! Attenzione a non fare gli stessi errori, paventando pericoli che possono essere invece evitati in altre forme che esperti di lavoro dovranno inventarsi. Si, inventarsi, perché i paradigmi del lavoro non sono quelli relativi ai tempi della Rerum novarum e quindi inediti e quindi da inventarsi. Qui si sta paventando, non si ha e non si può avere la certezza, la presenza di “qualche squaletto di impresa”. Poiché non sono un costituzionalista, non so quanto violerebbe l’art. 41Cost. E’ comunque strano che si paventi la minor produttività di un cinquantenne a fronte di un giovane “implume”. Se si tratta di catena di montaggio è impossibile, se si tratta di lavoro di concetto pure. A meno che il cinquantenne non “si sia seduto” pensando che “era arrivato”, beh allora ne paghi le conseguenze. In tal caso l’espressione “i lavoratori non sono merce” acquista un significato ideologico, che non trova riscontro nella enciclica citata né in quelle successive che hanno una visione di lavoratore che in fabbrica continua a conservare e ad accrescere la sua dignità come persona e cittadino, che sono una felice sintesi e non sommatoria di culture diverse, e non solo come strumento per “sfamare sé e la famiglia. Brigantini è stato in fabbrica come il Beato Giovanni Paolo II, se si, va bene, se no taccia: la cultura non si fa sui libri. E’ stato prete da strada, se si va bene, se no taccia e ascolti don Mazzi ( a proposito, ma come sta?!) o don Colmegna e tanti altri. Le aziende, soprattutto all’estero si stanno orientando verso personale che oltre ai titoli di studio, abbia anche esperienza “sul campo”.Buona giornata a tottu su mundu.

Postato da martinporres il 28/03/2012 19:42

Fermezza a senso unico sono in sintonia, cè ben poco da aggiungere purtroppo.

Postato da LucianoT il 28/03/2012 19:38

Il "sogno" di molti industriali: è di questo che si parla, di null'altro. Un "sogno" che è fatto dell' azzeramento di tutte le conquiste sociali degli ultimi decenni. Un "sogno" che vuole isolati e spogliati di ogni "potere" contrattuale i sindacati, nessuno escluso; a questo proposito è veramente preoccupante la generalizzazione qualunquista che vuole tutti i sindacati ed i sindacalisti come una congrega di ladri, profittatori, opportunisti, imboscati, ecc ecc ecc.... Certo, spesso non ci sono esempi di virtù o di onestà, molte volte (troppe!) l'avere tra le proprie mani una "delega", per alcuni significa "campare" sul lavoro altrui, degli associati, tesserati e questa è storia passata, presente e, certamente e purtroppo temiamo che sarà anche futura; ma da qui a delegittimare i sindacati ce ne passa. Non esiste scandalo quando i cosiddetti "padroni" tentano di azzerare la rappresentanza sindacale; l'assurdo é quando sono i lavoratori stessi a non voler dare più fiducia ai propri rappresentanti e la colpa di ciò, va ricercata negli atteggiamenti opportunistici e disonesti di cui sopra ma anche in un generale menefreghismo diffuso, in base al quale ognuno bada al proprio centimetro quadrato di orticello, alla faccia del sociale. Tutto questo senza pensare e capire che oggi "tocca a te" ma domani potrebbe toccare a me. Dicevamo "il sogno": il sogno di molti industriali si sta per avverare, in nome e ad opera di un ministero ("welfare", quanta inutile esterofilia...) che vuole passare lo "stato sociale" attraverso il tritacarne del profitto, mascherandolo e propinandocelo come indiscutibilmente necessario. In tutto questo, assistiamo alle gratuità di un presidente del Consiglio che, proprio oggi, afferma che la gente ha più fiducia nel "suo" Governo che non nei partiti, dimenticando un piccolo particolare: sono proprio quei partiti che lui afferma abbiano perduto consenso, a permettergli di stare dove sta. Ed intanto, sempre più famiglie non riescono ad arrivare indenni neanche alla terza settimana del mese: andare nei supermercati verso il 19-20 del mese....

Postato da giogo il 28/03/2012 18:11

....aggiungo, che dire poi della non tassazione dei grandi capitali, della vendita delle frequenze TV, dei notai solo 500 in + a partire dal 2015,delle farmacie, delle libere professioni...tantè meglio far pagare i poveracci che son tanti...perchè i ricchi sono pochi. Hello super Mario dati na calmata!!!Saluti

Postato da giogo il 28/03/2012 18:10

....aggiungo, che dire poi della non tassazione dei grandi capitali, della vendita delle frequenze TV, dei notai solo 500 in + a partire dal 2015,delle farmacie, delle libere professioni...tantè meglio far pagare i poveracci che son tanti...perchè i ricchi sono pochi. Hello super Mario dati na calmata!!!Saluti

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