Quell'incosciente voglia di elezioni

Anticipiamo il Primo Piano di Famiglia Cristiana n.21, in parrocchia e in edicola da giovedì 17 maggio.

15/05/2012
Il premier Mario Monti (Reuters).
Il premier Mario Monti (Reuters).

Tra quanti hanno contribuito a portarel’Italia sull’orlo del baratro, c’è chi, soprattutto nel Pdl, comincia a pensare di togliere la fiducia al Governo Monti. E accarezza il sogno di elezioni anticipate. Anche i movimenti nati sull’onda dell’antipolitica (vedi Cinque stelle di Grillo) fremono allo stesso modo. Per non dire della Lega e dei partiti d’opposizione.

È una politica dell’improvvisazione e dell’interesse di parte. Voglia irresponsabile di rovesciare il tavolo. Una politica che guarda solo al breve periodo. Alla mercé di sondaggi elettorali. Senza una visione ideale e un progetto di lungo respiro non si va lontano. Dietro l’angolo c’è solo la Grecia. Il ricorso alle urne, in tempi brevi, come fosse la panacea dei nostri mali, è solo illusione. Come possono risolvere la crisi economica gli stessi che non riescono nemmeno a cambiare la “porcata” di una legge elettorale che ha tolto ai cittadini il diritto di scegliersi i propri rappresentanti? Chi, ogni giorno, ricatta il Governo dei tecnici, chiamato a cavare le castagne dal fuoco per i guai combinati dai politici, forse non ha ancora compreso la gravità della crisi. Ogni mese si registrano mille fallimenti. Il Paese è vicino al caos. È allarme rosso per tensioni sociali, disperazione di disoccupati e imprenditori.

Il ritorno del terrorismo è inquietante. Così come i ripetuti attacchi a Equitalia. Tutto ciò richiederebbe un supplemento di responsabilità (se mai ci sia stata). Come ripete, con forza, il capo dello Stato. Al Governo va chiesta crescita e più equità, dopo tanto rigore. Più attenzione ai disagi delle famiglie a rischio povertà. Più speranza per i giovani in cerca di lavoro e futuro. Ma giocare a chi prima stacca la spina, senza pagare pegno, è da veri irresponsabili.

Un gioco al massacro: tanto peggio tanto meglio. L’istinto alla sopravvivenza prevale sugli interessi del Paese. Proprio quando, a fatica, abbiamo frenato gli appetiti della speculazione internazionale. E ridato, all’estero, credibilità al Paese. Due risultati da attribuire all’attuale premier, chiamato a curare una malattia provocata da altri. Tra l’altro, mentre i “tecnici” sono all’opera per creare le condizioni di una maggiore crescita dell’economia, i partiti avrebbero dovuto fare la loro parte. Ad esempio, modificare l’attuale legge elettorale, ridurre il numero dei parlamentari, dare al Paese un esempio di rigore finanziario, riducendo drasticamente i soldi pubblici di cui la politica continua a fare largo e improprio uso. Così non è stato. I tempi stringono. In assenza di un colpo di reni e un sussulto di responsabilità, la delegittimazione dei partiti galoppa. E siamo già a livelli minimi di stima.

In visita ai giovani della comunità Rondine, il presidente Monti ha ricordato che la via per uscire dalla crisi è «uno sforzo comune, che faccia leva su un’equa ripartizione del peso che ricade su ciascuno». E ai partiti ha ricordato che «al di là della legittima battaglia politica, c’è un sottofondo di impegno per il benessere collettivo».

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Postato da giorgio traverso il 16/05/2012 19:02

Ma il signor GP,dove vive,sulla luna?Tutti quei personaggi,compresoil capo Supremo ci hanno mandato a fondo,eppure hanno ancora l'arroganza di imporre le proprie soluzioni.Si ricorda sig.GP,quando ci dicevano che andava tutto bene,che noi stavamo meglio degli altri?Possibilmente,quando scrive metta il suo nome,non ci si deve vergoggnare di esprimere la propria opinione,per adesso si può ancora,perchè siamo in democrazia,anche se un pò monca. giorgio traverso

Postato da luciocroce il 16/05/2012 15:44

L’idea del bene comune è ancora di là da venire nel nostro Paese; eppure siamo un Paese di millenaria tradizione cattolica, un Paese in cui l'unica, effettiva "Agenzia educativa", per secoli, è stata solamente la Chiesa Cattolica. Se l'albero si giudica dai frutti, il giudizio parrebbe davvero sconfortante; cambieremo, una buona volta?

Postato da Rodolfo Vialba il 16/05/2012 15:19

A differenza di quanto avvenuto in Spagna e in Francia, dove nei tempi previsti dai rispettivi ordinamenti si sono svolte le elezioni che hanno cambiato e legittimato nuovi Governi, in Italia si è cambiato il Governo senza passare attraverso le elezioni, sia perché la Legislatura in corso non è alla fine, sia perché il nostro ordinamento, essendo di natura parlamentare e non presidenziale, lo consente e, infine, perché nelle condizione economiche e finanziarie in cui era l’Italia nel novembre dello scorso anno, e in grande misura, lo è ancora oggi, sarebbe stata una scelta dalle conseguenze certo imprevedibili ma drammatiche. Che ora, dopo le elezioni amministrative, molte forze politiche, per ragioni diverse e opposte, stiano pensando di anticipare la fine della legislatura è del tutto evidente. Il PdL perché pensa di riuscire, con le elezioni anticipate, nell’impresa di arrestare il proprio declino e, nel nome dei moderati e del PPE, propone a Casini se non un matrimonio, almeno una convivenza e Casini, che continua a dire che non vuole le elezioni anticipate, si sente lusingato di tanta attenzione, abbandona il progetto del Terzo Polo e non disdegna la proposta del PdL alla condizione che questo sia “deberlusconizzato” (povero Casini: per un’intesa con i perdenti del centrodestra spacca l’Unione di Centro e accetta come premio un piatto di lenticchie. Avendo rinviato per ben quattro anni la nascita di un nuovo soggetto politico di centro anche la sua stagione è finita ). Nel PD qualcuno comincia a pensare che converrebbe cogliere l' occasione per chiudere la fase del governo tecnico. L’IDV di Di Pietro ritiene opportuno incassare il premio elettorale per l’opposizione che svolge in Parlamento e nel Paese. La Lega, sconvolta dagli scandali, sa bene che alle elezioni anticipate perderà voti e prima queste arrivano meglio è per lei, ne perderà di meno. Il SEL non è presente in Parlamento e le elezioni anticipate sono il momento opportuno per rientrare. Infine, le frange premiate dal voto come il movimento di Beppe Grillo, vorrebbero le elezioni subito per consolidare il capitale conquistato. A nessuno sembra passare per la mente che il quadro generale uscito da questo voto rende l' Italia molto più simile alla Grecia che non alle altre maggiori democrazie europee. I partiti italiani non hanno capito il senso e lo scopo della formula adottata dal Presidente della Repubblica dopo le dimissioni del governo Berlusconi. Mario Monti e i suoi tecnici avrebbero dovuto restaurare la credibilità finanziaria dell' Italia, riformare il mercato del lavoro, creare le condizioni per una economia più libera e competitiva. I partiti avrebbero dovuto assecondare il governo e dedicarsi ai compiti prettamente “politici” come sono quelli di modificare la legge elettorale, ridurre il numero dei parlamentari, rompere l' incantesimo del bicameralismo perfetto, dare a se stessi uno statuto giuridico corrispondente alle loro responsabilità come richiesto dall’art. 49 della Costituzione, dare al Paese un esempio di rigore finanziario riducendo drasticamente il denaro pubblico di cui si sono allegramente serviti dopo il referendum che ha bocciato il finanziamento pubblico ai partiti. Ebbene, nulla di ciò finora è stato fatto. È questa una delle ragioni del malumore del Paese, dell’anti-politica che sembra imperversare e del successo di Grillo. Se i partiti vogliono rimediare, non è attraverso le elezioni anticipate che possono farlo, ma assolvendo ai compiti loro richiesti da Presidente della Repubblica. Se non approfitteranno del poco tempo che rimane, alle prossime elezioni, anticipate o meno che siano, saranno spazzati via come ferri vecchi. E non è detto che questo sia un bene per la libertà e la democrazia.

Postato da GP il 16/05/2012 12:27

Mi lascai un po' perplesso il giudizio che la voglia di elezioni sia incosciente. E poi, è il PD che vorrebbe andare alle elezioni e non il PDL proprio perchè i sondaggi, al momento, sono gli favorevoli mentre sono del tutto sfavorevoli al PDL che, per questo motivo, vorrebbe le elezioni il più tardi possibile. E dal suo punto di vista (del PD) mi sembra legittimo considerando, soprattutto, che il governo Monti è del tutto delundente e incocludente (a parte aumentare le tasse). Un saluto.

Postato da Andrea Annibale il 16/05/2012 01:12

Sono sostanzialmente d’accordo con l’editoriale che commento. La situazione è sempre più convulsa mentre assistiamo alla disgregazione dei valori tradizionali come la famiglia, il matrimonio, la proprietà privata. Il matrimonio fatto a pezzi dalle leggi che permettono di divorziare come bere un bicchiere d’acqua. La famiglia non valorizzata da una politica miope che vede un quadro legislativo paralizzato e paralizzante. La proprietà privata sempre più tassata, sempre più esautorata, specie se immobiliare, per tutelare, forse giustamente, le “fasce deboli”. Mentre tutto diventa incerto, anche la permanenza nell’euro della Grecia: è illuminante e condivisibile sulla situazione europea un articolo di Massimo Calvi che ho letto il 15 maggio su Avvenire. Le elezioni non sembrano essere la panacea dei mali che ci affliggono. Urge andare responsabilmente ed eticamente ad affrontare il male dell’astensionismo e del qualunquismo che rischiano di dilagare. Ma dopo le elezioni, con chi si schiereranno i moderati italiani, con la destra o con la sinistra? Neanche questo è chiaro e ciò aggiunge confusione a confusione. Sembra esulti solo lo sfascismo di un brigatista rosso che dichiara propizio il momento per la rivoluzione! A mio avviso, la linea del rigore finanziario nei conti pubblici non può essere abbandonata. Urge diminuire il debito pubblico con una impopolare tassa patrimoniale su tutti i patrimoni. E pensare a rifondare eticamente la società e lo Stato come mi pare auspichi anche la CEI, facendo leva sui migliori valori cristiani della nostra tradizione storica. Facebook: AAnnibaleChiodi; Twitter: @AAnnibale.

Postato da LucianoT il 15/05/2012 20:52

Un articolo con il quale non si può che essere d'accordo. Aggiungo che non possiamo ignorare il fatto che i politici sono quelli che più assomigliano all'italiano medio, quello stesso italiano che ama tanto stracciarsi le vesti davanti alle loro "maialate" ma che, in fondo, non è poi così diverso da loro; l'italiano medio ha iniziato a ribellarsi soltanto nel momento in cui ha capito che gli (ci) avrebbero toccato nel nostro punto più sensibile e nobile: il portafoglio! Prima di questo evento, la marea di ingiustizie che sono state fatte da quel Parlamento che ora i più aborrono, sono state sottotaciute, rimosse, ignorate. "Sono i seguaci a fare un capo: egli riflette in maniera più chiara le aspirazioni latenti delle masse" (Gandhi). Ancora grazie per l'articolo.

Postato da DOR1955 il 15/05/2012 19:53

Bravo "super-mario-fmi", serve appunto "uno sforzo comune, che faccia leva su un’equa ripartizione del peso che ricade su ciascuno». Ma come mai non vengono mai toccati i privilegiati? (lui compreso). Al di la di questo è impensabile ridare in mano l'Italia ai politicanti che negli ultimi 30 anni ci hanno portato forse oltre il limite di non ritorno. Ma allora, cosa si deve fare? Accettare supinamente il ritornello ( e non solo) del "ce lo chiede l'Europa". O forse è più giusto dire "!lo vuole il Fondo Monetario Internazionale". Perchè se è così (come credo) meglio un bel botto subito che 20 anni di "pane-amore e fantasia".

Postato da folgore il 15/05/2012 19:32

Ridato credibilità all'Italia? Con la Francia e Germania in cui il dupolio Merkozy è stato - sonorosamente - sconfitto e la Grecia ad un passo dal default e dall'uscita dalla zona Euro (e quindi UE) voi vi preoccupate delle elezioni? Con il terrorismo che rischia di trovare terreno fertile nella crisi e mancanza di speranza nel futuro della popolazione parlate di paura delle elezioni?

Postato da martinporres il 15/05/2012 18:06

Solo irresponsabili ci fanno fare la fine della Grecia, che a Giugno torna alle urne.

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