E i prof non ci stanno più

Non c'è pace per la scuola italiana: dopo gli studenti, tocca ai docenti scioperare contro una situazione confusa e penalizzante. Che punta sempre e solo sui tagli.

11/10/2012
Cresce il disagio del corpo docente, pronto allo sciopero (Thinkstock).
Cresce il disagio del corpo docente, pronto allo sciopero (Thinkstock).

Non c’è pace per la scuola italiana. Dopo le manifestazioni degli studenti (e i relativi scontri con le forze dell’ordine) di venerdì scorso, domani (venerdì 12 ottobre) la protesta riguarderà i docenti. Si tratta di uno sciopero generale proclamato dalla Flc-Cgil, che – prevedono dal maggiore sindacato della scuola – vedrà l’adesione di un numero molto alto di docenti.

Contratto scaduto e carriera bloccata. Docenti che hanno parecchie ragioni per protestare: il contratto, scaduto nel 2009, che, a causa delle misure di contenimento della spesa pubblica varate dal precedente Governo, non verrà rinnovato prima del 2014; il blocco, per lo stesso motivo, degli scatti di anzianità; la situazione incerta di migliaia di precari, i quali vedono la prospettiva di una stabilizzazione ancora più lontana a causa del concorso a cattedre fortemente voluto dal ministro dell’Istruzione Francesco Profumo. A ciò si aggiungono poi ulteriori problemi. Alcuni di ordine generale, come per tutti gli statali la perdita, in 5 anni, di circa 6 mila euro in busta paga (sempre per i blocco dei contratti). Altri che interessano in maniera specifica i lavoratori della scuola.  

Professori inidonei e senza stipendio.
È il caso dei docenti dichiarati “inidonei” all’insegnamento per problemi di salute. Maestri e professori (sono in tutto 3.500, poco più del per cento del totale dei docenti) che in questi anni sono stati utilizzati nelle scuole per servizi di supporto alla didattica, come ad esempio la gestione delle biblioteche di istituto o la conduzione di progetti sperimentali. A causa delle loro condizioni psico-fisiche, non potevano fare lezione in classe, ma svolgevano comunque un lavoro importante. Ora la cosiddetta spending review ha deciso il loro passaggio automatico ai ruoli Ata (assistenti tecnico amministrativi, cioè il personale di segreteria), snaturando così la loro professionalità di docenti.

L'aumento dell'orario di lavoro, senza riconoscimenti economici, non piace ai docenti (Thinkstock).
L'aumento dell'orario di lavoro, senza riconoscimenti economici, non piace ai docenti (Thinkstock).

Un altro problema contingente riguarda 10 mila insegnanti in tutta Italia, immessi in ruolo il 1° settembre, che non hanno ancora percepito lo stipendio. E al momento sembra che il blocco – che ha cause tecniche legate alle gestione delle comunicazioni telematiche tra il ministero dell’Istruzione e quello del Tesoro – sia destinato a permanere anche per il mese di ottobre. Insegnanti che quindi stanno lavorando gratis.  

Aumento dell’orario di lavoro?  E proprio poche ore fa, nella giornata in cui i lavoratori della scuola si trovano a riflettere per decidere se scioperare o no, è filtrata la notizia che nella legge di stabilità è previsto un aumento di 6 ore dell’orario settimanale di insegnamento dei professori della scuola secondaria. Ovviamente a parità di retribuzione. Una notizia alla quale hanno subito reagito molto duramente le principali sigle sindacali, poiché nella bozza della manovra finanziaria a loro sottoposta nei giorni scorsi non c’era traccia di tale provvedimento.

Insomma, mentre va dato atto a questo Governo (e al ministro Profumo) di aver avuto sulla scuola alcune buone idee (come l’informatizzazione della burocrazia e la rimessa in moto della macchina del reclutamento dei docenti), si ha però l’impressione che ai proclami non seguano i fatti. Ovvero lo stanziamento di risorse adeguate. Al di là delle parole, l’obiettivo reale appare sempre lo stesso: tagliare e risparmiare. Con la spending review si è voluto prevedere anzi un taglio dei fondi per la scuola di 200 milioni di euro. Ma è difficile mettere in atto riforme efficaci senza investimenti significativi.

Roberto Carnero
Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

I vostri commenti

Commenta

Per poter scrivere un'opinione è necessario effettuare il login

Se non sei registrato clicca qui

Postato da fred04 il 12/10/2012 23:58

Caro giggio, se è per questo i calciatori lavorano solo 90 minuti a settimana, al massimo 180, perché non te la prendi anche con loro? insegno matematica alle superiori. 18 sono le ore di lezione in classe, alle quali bisogna aggiungere la preparazione dei compiti in classe e la loro correzione. La preparazione dei cosiddetti moduli o unità di apprendimento. La partecipazione ai consigli di classe e collegio docenti. I colloqui settimanali e quadrimestrali con le famiglie. Un minimo di aggiormanento, ovviamente a proprie spese, come mia è la carta, la penna, il p.c., l'energia elettrica per preparare le verifiche e le numerose relazioni (spesso inutili) che ci vengono richieste. L'orario di lezione non è mai continuativo, ma presenta minimo 3 o 4 ore di buco in cui non puoi tornare a casa o fare altre cose. Quest'anno tra maturità e corsi di recupero estivi e relativi esami di recupero del debito non sono riuscito a trovare i 36 giorni per piazzare le ferie, perché se non lo sai non si può chiedere neanche un giorno di ferie durante l'anno scolastico. Il termine lobby a proposito degli insegnanti è assolutamente ridicolo, e quanto ai privilegi che abbiamo farei volentieri a cambio con quelli di altre categorie, politici in primis ...

Postato da giggio il 12/10/2012 09:41

meno mnale che questo governo ha messo mano anche ad un riordino della scuola. ben venga l'aumento delle ore di lezione nn vedo perchè loro debbano fare 18 ore di lavoro settimanale mentre gli altri ne fanno minimo 36.ben venga anche l'accorpamento di tutti i centri di ricerca eliminando così i vari consigli e sedi. non vedo poi perchè se aumenteranno le ore di lavoro dovranno anche aumentare le ferie. non bastano quelle che fanno? quando mai un operaio si può permettere il monte ore ferie degli insegnanti? i sindacati dovrebbero riflettere su quello che fanno pensare al bene della scuola e del paese e non solo a salvaguardare i privilegi delle loro lobby

Postato da micheleverona il 12/10/2012 08:40

Il Ministro Profumo non ha mai messo piede in un'aula scolastica, da docente, e si nota. E non sa nemmeno quello che dice. Gli ricordo che in Germania, per fare un raffronto "europeo", un insegnante guadagna mediamente il doppio di un insegnante italiano, lavorando certo per qualche ora in più, ma con ore "frontali", in classe, di 45 minuti, e con supporti e organizzazione migliori. Il Ministro chiede più professionalità ? Ma la professionalità, comunque già presente in abbondanza, va retribuita, così come l'impegno extra. Altrimenti cominci a decurtarsi il suo sin troppo lauto stipendio. Un pensiero poi sulle scuole paritarie: ve ne sono alcune di eccellenza, severe (si boccia), che non regalano i diplomi. E comunque, come crede, il Ministro, che si possa insegnare in una classe di scuola media inferiore, dove magari il 30% degli alunni non parla italiano ? Ministro: lei è un incompetente !

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare
%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati