12/08/2012
Usain Bolt, l'uomo più veloce di sempre.
Non è possibile stilare un
bilancio, generale o particolare, di
un’Olimpiade che si esaurirà soltanto l’ultimo giorno,contrariamente al passato
quando la domenica di chiusura era per la maratona e per lo spettacolo di
chiusura. Londra 2012 nella giornata conclusiva assegna ben quindi medaglie, e
alcune contese ci riguardano. E’però possibile fornire alcune chiavi di
interpretazione per poter poi leggere bene il tutto e tutto insieme.
E’ un’Olimpiade molto mediatica, come
previsto, e intanto meno aggredita e frugata del temuto da parte di diavolerie
ultime quali facebook, blog, twitter eccetera.
Temevamo peggio e siamo
felicissimi di esserci sbagliati. Non sappiamo se abbiano funzionato i divieti,
i blocchi tecnici oppure il buon senso. Comunque twitter eccetera hanno fatto alcuni danni, sì, ma hanno anche
portato avanti denunce e segnalazioni. O hanno portato a punire gli atleti
colpevoli di qualche intrusione con, ad esempio, motti razzisti.
Non è un’Olimpiade che presenta nuovi
rivoluzionari valori dello sport. Nell’atletica soltanto un grande record
mondiale, quello del kenyota Rudisha sugli 800. Nel nuoto senza più i costumi
galleggiatori la dominazione di Phelps: tre
Olimpiadi, 22medaglie praticando quattro stili individuali, su varie distanze,
tutto questo è un limite del nuoto, non un’esaltazione. Il nuoto con poca
specializzazione e quasi niente ricambio. Troppe le gare da circo, facciamo
pure i nomi: nuoto sincronizzato, ginnastica ritmica, mountain bike, taekwondo,
badminton…
Molte le storielle personali offerte da molti
mezzi mediatici, ma il protagonista è quello di quattro anni fa, rimasto tale
in pectore per quattro anni di pressione mediatica: Usain Bolt, giamaicano che
Carl Lewis, lo statunitense suo grande predecessore nello sprint, sospetta di
riti magici o chimici. Sicurezza efficiente, almeno sino al momento in cui
scriviamo, e alla faccia delle rituali allarmistiche voci della vigilia. Clima
buono in senso meteorologico, ma forse la caraibizzazione dell’Europa funziona anche in Inghilterra (e il caraibico Bolt
sarebbe a questo punto quasi un simbolo di essa).
Se si vuole,una svolta del
calcio femminile (Usa su Giappone nella finale), che ha riempito grandi stadi:
Platini gran capo del pallone europeo l’aveva prevista anche con noi, qui.
Sono mancati almeno sinora i
pazzoidi antipatici e no, i pagliacci che usano il grande palcoscenico per le loro
rappresentazioni: l’uomo nudo che solca il gruppo di atleti, il predicatore che si infila nella
teletrasmissione, il digiunatore molto ma molto pubblico. Poche fughe per
ragioni politiche, pochi pronunciamenti nazionalisti o revanchistici. O il mondo
ha messo giudizio, o i Giochi sono davvero ipercontrollati, superbunkerizzati. Oppure gli ultimi giorni, le ultime ore
saranno da megashow assortito.
Gian Paolo Ormezzano