05/05/2010
Il rabbino Elio Toaff.
Le celebrazioni per i 95 anni del rabbino Elio Toaff non possono restare un evento limitato alla capitale. Certo, Toaff è stato per mezzo secolo la guida della comunità ebraica romana, ma la sua storia è soprattutto quella di un grande italiano.
La prima città a cui è legato il suo nome è Livorno, la città dove è nato il 30 aprile 1915. Figlio di Alfredo Sabato Toaff, Elio frequentò il Collegio rabbinico della città natale, dal quale uscì rabbino nel 1939. Pisa è invece la città degli studi universitari, presso la facoltà di Giurisprudenza, frequentata negli stessi anni degli studi religiosi. Ancona è la città dove Elio Toaff diventa rabbino nel 1940. Sono già in vigore le leggi razziali e l'Italia sta entrando in guerra. Toaff, che nel 1941 si sposa con Lia Luperini, fa il possibile per proteggere la comunità ebraica locale e si unisce alla Resistenza. E' tra i primi testimoni dell'eccidio di Sant'Anna di Stazzema.
Finita la guerra Toaff, nel 1946, diventa rabbino a Venezia. Contribuisce a risollevare le sorti della comunità locale a, al tempo stesso, manda aiuti al nascente stato di Israele (compreso un carro armato trovato nelle campagne venete e spedito di contrabbando). Nel 1951 Toaff viene chiamato a Roma, dove rimane rabbino capo fino al 2001. In mezzo secolo Toaff gestisce con saggezza sia i rapporti diplomatici con le autorità italiane (sono amichevoli e calorosi i suoi rapporti con Pertini e il concittadino Ciampi) sia il dialogo religioso con il Vaticano. Nel 1986 è Toaff ad accogliere nella sinagoga sul Lungotevere Giovanni Paolo II. Ed è ancora Toaff, pur acciaccato dall'età, a voler scendere in strada per salutare Benedetto XVI in occasione della recente visita nel tempio degli ebrei romani.
Ora Toaff viene celebrato con una mostra di foto e documenti ospitata nel Museo Ebraico di Roma. Per l'occasione nasce anche la Fondazione Elio Toaff per la Cultura Ebraica. Nel suo appartamento nel Ghetto, circondato dai figli, Rav Elio Toaff ha accolto con gioia e commozione queste celebrazioni. In una intervista al mensile Pagine ebraiche ha voluto ricambiare gli auguri con questo consiglio: “Avere coraggio. Ma soprattutto non perdere mai l'occasione di impegnarsi nelle due attività che ci fanno essere noi stessi: aiutare gli altri e studiare”.
Roberto Zichittella