Riccardi: estirpiamo l'integralismo

Per il ministro dell'Integrazione e della Cooperazione il ritorno di Al Qaeda è una minaccia per l'Occidente e per le primavere arabe

16/09/2012
Il ministro della Cooperazione e dell'Integrazione Andrea Riccardi.
Il ministro della Cooperazione e dell'Integrazione Andrea Riccardi.

L’Italia non può restare indifferente. Il ministro della cooperazione internazionale e l’integrazione, Andrea Riccardi conosce bene il mondo arabo e sa quanto sarebbe devastante rimanere indifferenti rispetto all’ondata di odio antioccidentale che lo sta scuotendo. “Non c'è dubbio”, spiega il ministro, “che siamo di fronte a una fase di recrudescenza del terrorismo legato ad Al Queda. Nel mirino c'è un solo obiettivo: distruggere il legame che si è costituito tra Primavera araba e Occidente, per tentare di affermare l'egemonia fondamentalista in tutto l'Islam mediorientale e africano”.


Proprio per questo “non è un caso che in Libia sia stato ucciso l'ambasciatore americano Cristopher Stevens, uomo del dialogo e amico sincero degli arabi. Non è un caso che a essere rapiti sono i cooperanti occidentali, come la nostra Rossella Urru, ovvero gli uomini e le donne che fanno da ponte tra il mondo islamico e l'Occidente”.In Libia, ricorda Andrea Riccardi, “al momento della liberazione da Gheddafi, abbiamo tutti visto portare in trionfo le bandiere americame, inglesi, francesi, italiane. Una scena che è fumo negli occhi per l'integralismo terrorista. Così ora bruciano le bandiere americane”.

Ma non è tempo di cedere alle paure: “Noi occidentali non dobbiamo farci intimidire e, soprattutto, non dobbiamo cedere a chi, di nuovo, ci propone scenari di scontri di civiltà ineluttabili; a chi ci dice che l'Islam non può convivere con la pace e la democrazia”.“Gli islamici moderati”, conclude il ministro, “sono anch'essi vittime del terrorismo fondamentalista. Dobbiamo lavorare, come comunità internazionale, come Unione europea, come Italia per sostenere e proteggere i fermenti di libertà, di dialogo e di democrazia emersi con la Primavera araba. Chiuderci all'interno dei nostri muri, lasciando che i fondamentalisti spengano la fiamma della Primavera araba, sarebbe un errore capitale, destinato a produrre conseguenze gravissime sulla pace, sulla stabilità e sulla sicurezza mondiale”. 

Annachiara Valle
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Postato da branda il 17/09/2012 14:34

Il Papa che parla di pace in Medio Oriente è un po' come sentire il bue che dà del cornuto all'asino, considerato che non c'è guerra, da duemila anni all'altro ieri, che non sia stata scatenata da cristiani, se non proprio cattolici. Guardiamo la trave nel nostro occhio ché di libertà e rispetto delle altrui posizioni la Chiesa Romana non è mai stata campione. E chi vuol vivere in pace lo faccia. Ora.

Postato da Franco Salis il 17/09/2012 07:51

E’ certo che in mezza paginetta non si può dire di più. Ma avrei voluto che il ministro ritornasse sull’argomento e specificasse almeno un po’ di più COME “ Dobbiamo lavorare, come comunità internazionale, come Unione europea, come Italia per sostenere e proteggere i fermenti di libertà, di dialogo e di democrazia emersi con la Primavera araba”. Questo è solo un indirizzo pregevole, e condivisibile ma sempre e solo un principio. Al momento devi solo stare zitto, perché anche riferimenti storici accertati, per i fondamentalisti suonano come “attacchi al Profeta”. La chiesa non ha alcuna responsabilità? La messa in opera delle strategie per avere “masse deliranti” L’organizzazione dei viaggi turistici, l’accoglienza formale(falsamente “calda”) di un Papa costretto a dire banalità come prezzo dell’accoglienza stessa ,non sono atti inutili se non controproducenti? Le immense risorse impegnate, sottratte ai poveri, non sono esse controproducenti ai fini del dialogo? ma che cosa ne sa un sovrano assoluto di dialogo? siamo sicuri che le banalità siano meno pericolose di certe affermazioni tipo quelle pronunciate a Bratislava? Lasciamo perdere il filmato, io ho visto solo uno spezzone: indecente! Ho letto le prese di posizione de La Civiltà cattolica nelle precedenti occasioni (2005-2006) e in quel periodo un articolo di natura storica su Maometto ,le attuali non le ho ancora viste né so se sono uscite, sono condivisibilissime. Ma se i fondamentalisti le avessero lette, ohi, ohi, allora si la guerra di (in) civiltà. A proposito, dove sono i dodici “ consiglieri” e sono solo duecento gli anni di arretratezza denunciati nel “testamento” di Martini? Vedo in questo momento il commento di Andrea Annibale il 16/09/2012 20.12 Ma che dici Andrea “ il ragionamento del Ministro Riccardi sia un po’ troppo “laico” e “politico”? il ragionamento di un Ministro della Repubblica italiana DEVE essere laico e politico, speriamo che si conservi così anche nell’auspicabile impegno nella prossima legislatura!Ciao

Postato da Andrea Annibale il 16/09/2012 20:12

Vorrei fare alcuni appunti alle dichiarazioni in larga misura dal sottoscritto condivise, ma non del tutto, del Ministro Riccardi. Nell’articolo, si parla di integralismo, di fondamentalismo e di fondamentalismo terrorista. Giustissima la conclusione, cioè favorire l’assestamento della Primavera Araba. Però, mi pare che, tornando al concetto iniziale, terrorismo e fondamentalismo islamico siano due cose molto diverse e che il ragionamento del Ministro Riccardi sia un po’ troppo “laico” e “politico”. Il terrorismo non è connaturato all’Islam. Il fondamentalismo è una caratteristica di una larga parte di questa religione. Estirpare il terrorismo è un dovere. Estirpare il fondamentalismo è forse difficile nel breve periodo. Poi, in aggiunta, mi pare un concetto equivoco. In fondo, seguire una religione in modo “integralista” può essere un concetto poco compatibile con la democrazia come la intendiamo in Occidente, ma non è detto che lo stesso concetto di democrazia corrisponda con il mondo islamico. Quanto allo scontro di civiltà, il problema non è se sia ineluttabile (lo sa solo il Padreterno se lo sia), ma come gestirlo dato che, da secoli, è una realtà. Mi pare che la strada sia quella indicata dal Papa nel suo viaggio in Libano, cioè educare le coscienze affinché siano portatrici di pace e di dialogo. Non che il Ministro Riccardi lo proponga per cui non faccio polemiche in merito ma, possibilmente, governiamo senza sognatori che facciano balenare ai nostri occhi gli incubi di un disarmo unilaterale dell’Occidente di fronte al mondo islamico. Se necessario, è giusto, è normale ed è legittimo l’uso della forza. Richiamando una distinzione contenuta in un articolo del direttore don Antonio Sciortino, non mi piacciono né i cristiani “sognatori”, né i cristiani “nostalgici”, ma i “realisti moderati”, cioè una terza categoria. E’ questa la strada su cui, come è auspicabile, a mio avviso, dobbiamo incamminarci. Facebook: AAnnibaleChiodi; Twitter: @AAnnibale.

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