Rom, quando la notte calò su Milano

Nel volume "I rom di via Rubattino, una scuola di solidarietà" la storia degli sgomberi dei campi nomadi e di un pugno di mamme milanesi che tengono accesa la luce dell'umanità.

30/11/2011

“Rom e cittadini milanesi dentro al campo, uomini in divisa fuori”, così Flaviana Robbiati, maestra della scuola elementare Pini di Milano, racconta lo sgombero dei 350 rom romeni della baraccopoli di via Rubattino. Un’operazione gonfiata ad arte per rassicurare i cittadini milanesi circa la presenza, spesso guardata con diffidenza e con sospetto, dei rom. Mentre in Consiglio comunale si festeggia la giornata per i diritti dell’Infanzia, le istituzioni lasciano per strada bambini di pochi giorni nel freddo della notte, senza neanche una coperta. Ma questa operazione crea una reazione inaspettata: i cittadini del quartiere, con le scuole in prima fila, si mobilitano in favore dei rom.
 
“Non avrei mai potuto tornare a casa, a dormire nel mio letto, se Cristina fosse rimasta in strada”, racconta Stefania Faggi, una maestra. Succede un evento fino a pochi mesi prima inimmaginabile: alcuni insegnanti e genitori milanesi dei compagni di classe aprono le porte delle proprie case per dare ospitalità alle famiglie rom; centinaia di cittadini si mobilitano per raccogliere coperte e pasti caldi per chi dorme sotto la tangenziale. Il giorno stesso, il cardinale Tettamanzi chiede che “la miseria non sia zittita, ma piuttosto ascoltata per essere superata”. Emerge un'altra Milano che non si rassegna all’ingiustizia. In via Rubattino, nella strada che porta il nome di un armatore che attraversava i mari, si è svolta infatti una “nuova” navigazione, che ha preso il largo dai pregiudizi e cercato di cambiare un destino già segnato. Questa nuova rotta, una straordinaria avventura di incontro, solidarietà, amicizia tra un quartiere di Milano e i rom, è raccontata nel libro “I rom di via Rubattino. Una scuola di solidarietà”, edito dalle Paoline e presentato a due anni dallo sgombero, alla Banca Popolare di Milano.



Gli autori di questo libro sono tanti: maestre, genitori, alunni italiani e rom, volontari, cittadini, giornalisti. Le curatrici, Elisa Giunipero (Comunità di Sant’Egidio) e Flaviana Robbiati (maestra), raccontano bene quando è iniziato il cambiamento: l’iscrizione a scuola di 36 bambini della baraccopoli da parte della Comunità di Sant’Egidio. La scuola si è rivelata così il primo luogo di un’integrazione, non scontata ma possibile. Gli inizi non sono facili: c’è chi scrive al ministro dell’Istruzione chiedendo come mai la scuola pubblica accetti dei “bambini pidocchiosi”. Ma i bambini rom sono soltanto e innanzi tutto bambini! In quartiere, inizia un lavoro capillare, fatto di incontri e assemblee, dei volontari della Comunità di Sant’Egidio. Alina, una mamma rom, ricorda quando scoppiò a piangere di gioia perché la figlia Cristina, 4a elementare, per la prima volta nella sua vita era stata invitata alla festa di compleanno di una compagna di classe italiana. Le feste, le pizzate di classe, i colloqui con le insegnanti, le chiacchiere all’uscita da scuola abbattono muri.

Per tanti residenti del quartiere, i rom non sono più “gli zingari”, una categoria infida e minacciosa. Diventano “il mio alunno”, “il compagno di classe di mia figlia”. I rom sono Mirela, Ghoerghe, Alex, Marius, Garofita: per la prima volta hanno un nome. Scrive nell’introduzione al libro Marco Impagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio:  “Ecco la prima conquista: conoscersi per nome e non solo come appartenenti a un gruppo, a un popolo di «diversi». Si è semplicemente messo un nome a ciascuno e ridato dignità”. Ciò accade anche quando, dopo Rubattino, le stesse famiglie rom subiscono molti altri sgomberi, arrivando ad una vera e propria “caccia all’uomo”. Se l’allora Vicesindaco di Milano De Corato rivendica con orgoglio di aver abbattuto più di 2593 baracche e aver effettuato 540 sgomberi, le “mamme e maestre di Rubattino” e la Comunità di Sant’Egidio danno un volto ai numeri: Cristina, 8 anni, subisce 18 sgomberi in dieci mesi; Samuel, 9 anni, è costretto a cambiare 8 scuole in 3 anni.

Tutto ciò ha parlato a molti: attraverso internet, giornali, televisioni, la storia dei rom di via Rubattino ha risvegliato pensieri e azioni di solidarietà anche in altri quartieri e in altre città. Partono così tanti progetti, tutti autofinanziati e ben raccontati nel libro, per la salvaguardia del diritto alla scuola e, addirittura, percorsi di casa e lavoro. 12 famiglie rom ora vivono in casa. Tra queste, quella di Alina: due cittadini del quartiere si sono cointestati il contratto con lei e i genitori dei compagni di classe si sono autotassati per pagare parte dell’affitto. L’esperienza di via Rubattino ha aperto nuovi spazi a quella coabitazione urbana che, oggi, è sempre più difficile. È stata una lotta a mani nude che ha condotto al più bel risultato possibile: mostrare che vivere insieme è possibile, anche tra rom e non rom. Conclude Marco Impagliazzo: “L’integrazione è meglio dell’emarginazione perché genera un cambiamento nella vita di tutti, non solo di chi non era integrato, ma anche di chi pensava di esserlo, cioè la maggioranza. Il vivere insieme non solo è il nostro destino, ma dà anche più sicurezza”.   

I rom di via rubattino Una scuola di solidarietà, a cura di Elisa  Giunipero e Flaviana Robbiati Presentazione di Marco Im pagliazzo, presidente della Comunità di Sant’Egidio Collana Libroteca Paoline 
    Le Curatrici Elisa Giunipero, della Comunità di Sant’Egidio, è impegnata nelle attività a favore dei rom a Milano. Flaviana Robbiati, maestra elementare, da trentacinque anni insegna nella scuola vicina a via Rubattino, a Milano.

Stefano Pasta
Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

I vostri commenti

Commenta

Per poter scrivere un'opinione è necessario effettuare il login

Se non sei registrato clicca qui

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare
%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati