Rai, una "Concordia" a Sanremo

Anticipiamo il Primo Piano di Famiglia Cristiana n. 9, in edicola e in parrocchia da giovedì prossimo.

21/02/2012
Geppi Cucciari (copertina e questa foto: Ansa).
Geppi Cucciari (copertina e questa foto: Ansa).

Audience. L’ultima divinità del conformismo di massa. In suo nome tutto è lecito: aprire un festival con la raffica di parolacce e volgarità dei comici Paolo e Luca; esibire la scosciatissima Belen; trasmettere modelli e comportamenti discutibili; abbassare il livello culturale; violare qualsiasi pudore; mandare in onda programmi sempre uguali... E ci fermiamo qui, per amore di patria.

     Ma se tutto ciò contribuisce a innalzaregli ascolti, allora è possibile permettere a una pop star come Celentano di attaccare le due principali testate cattoliche italiane, senza repliche e contraddittorio, per ben due serate a Sanremo, solo perché avevano osato criticare il suo cachet. Gli indici di ascolto, da decenni, sono la stella polare non solo delle Tv commerciali, ma anche del servizio pubblico. Rappresentano il potenziale bacino dei consumi. E, quindi, la misura di tutto. È sulla base dell’audienceche si stipulano i contratti. Fino a offrire l’impunità in cambio di ascolti del 50 per cento.

     La qualità e il gradimento non sono più criteri di valutazione. La Tv non “educa”, non è capace di elevare culturalmente. Ormai, è solo una questione di numeri. Il pubblico televisivo è una moltitudine poco reattiva, pronta ad assorbire tutto. L’abbiamo visto al Festival di Sanremo con le sconclusionate “prediche” di Celentano. Dopo la fantozziana sagra degli errori della prima serata (dal televoto che si inceppa alle canzoni che tardano per il lunghissimo monologo di Celentano, alla mancata messa in onda di spot pubblicitari), la Rai ha inviato in fretta e furia un “commissario” per rimediare.

     Ci saremmo aspettati una “riparazione” per le offese ai due giornali cattolici e al più autorevole critico televisivo italiano. Invece, non una parola dal palco dell’Ariston. Tutti succubi dello strapotere mediatico del “molleggiato”. Anzi, Gianni Morandi, più raggiante di quando appariva nei “musicarelli”, non finiva di ripetere che l’importante era aver conquistato uno share del 50 per cento.

     Cosa volete che importi quel che aveva detto Celentano? Che importa se ci aveva rivolto accuse strampalate, come quella di esser gente che non si cura di Dio, indifferenti ai grandi temi della vita e della morte, indegni del nome che portiamo? Forse ha ragione Geppi Cucciari: «Nessuno deve sapere prima cosa dirà Celentano, e nessuno deve capire dopo cosa ha detto».

     La bravissima comica sarda ha rappresentato all’Ariston l’Italia e le donne che vogliamo. Ha dato un briciolo di dignità a una pessima manifestazione. Tra insulsaggini e farfalline al vento, Geppi ha ricordato Rossella Urru, la volontaria italiana rapita in Algeria il 23 ottobre dello scorso anno, di cui tutti – autorità incluse – pare si siano dimenticati. A forza di inchini all’audience e alle volgarità, anche la “Concordia” della Rai è affondatasugli scogli di Sanremo.

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Postato da nicolag il 23/02/2012 00:55

Il “ primo piano “ destinato alla RAI è più che centrato, con l’unica persistente negativa fissa di voler aver ragione sulla vicenda Celentano,pur dopo gli inopportuni attacchi alla persona e alla sacrosanta libera scelta sui destinatari della lodevole sostanziosa beneficenza,posti in atto dal Direttore di Avvenire e dalla giornalista Franca Zambonini su Famiglia Cristiana alcuni giorni prima della sua esibizione. Ciò ribadito e tornando al problema RAI che pure esiste,ma per ragioni di qualità, veramente scadente, e di spreco di denaro,spesso programmato, su trasmissioni insulse e sempre più volgarizzate,va evidenziato che la prima cosa su cui chiedere giustificazioni a chi gestisce la RAI e alla classe politica è il perché sia stato per tantissimi anni disatteso il positivo esito referendario di abolizione della norma che definisce totalmente pubblica la RAI,tenuto il lontanissimo 11 giugno 1995. Interessante sarebbe sviluppare l’argomento per i riflessi positivi che ne potrebbero discendere.

Postato da erguri' il 21/02/2012 22:19

"non ti curar di loro ma guarda e passa" ma forse é più appropriato " a paraulas maccas, orias surdas" cioé "le orecchie siano sorde quando sentono idiozie" FC é radicata profondamente nella nostra società, sono certo che i miei figli che conoscono FC, la trasmetteranno ai loro, cosi`come mia madre ha fatto con me e i miei fratelli. Celentano é un fenomeno mediatico, finirà con lui.Meno se ne parla é meglio é.

Postato da sval il 21/02/2012 21:25

Dimentichiamo in fretta il Sanremo di quest'anno, che è meglio. Speriamo che i cantanti e le canzoni, sopravvivano a tutto questo e.... Brava Geppi (questa è una professionista). Peccato non averla vista a Sanremo perchè mi sono rifiutata di dargli audience. Continuerò a seguirla su LA7. Per quanto riguarda i nostri giornali, non temiamo nulla. Avanti sempre Don Antonio. Con stima.

Postato da Filippo1184 il 21/02/2012 17:58

Don Gallo ha invitato la Chiesa a non essere misogina, dopo la "performace" di Belen. Sono scioccato, e vorei dire a questo sacerdote (ammesso che lo sia ancoa) che il difendere il pudore di una donna fa parte delle normali regole di rispetto nei confronti dell'essere umano. Misogino, è chi vede nella donna un oggetto legato al piacere sessuale, punto e basta. Il non rispetto, no è di certo amore. Un bel corpo femminile piace a tutti noi maschi (ho 28 anni e tanti ormoni in più di lui...). Ma io la mia ragazza non la faccio uscire di casa nuda per far vedere al mondo che sta tutto al posto giusto. Non oso immaginare cosa può pensare della pornografia una persona (sacerdote) che afferma una cosa del genere. E' a dir poco scioccante.

Postato da folgore il 21/02/2012 14:54

Noooooo! Non se ne può più! Da una settimana l'Italia si è fermata a discutere del Celentano e della Belen. Nel mentre la crisi è aumentata e non mi sembra che la famiglia sia stata agevolata. Intanto alle ditte italiane stanno arrivando le richieste di canoni Rai per il possesso di computer, come se che so io in uno studio di avvocati o in un negozio o ditta in genere si passasse il tempo non ad utilizzare il computer per lavoro, ma per guardare la RAI. E io dovrei preoccuparmi di come si vestiva la Belen o di cosa parlava Celentano. Come se il Molleggiato avesse la capacità di chiudere un giornale. Ma dai che l'unica cosa che può effettivamente chiudere sarà la portiera della sua vettura o di casa. E nel frattempo, citando ipotesi di chiusure, si dimenticava di commentare altro detto dal cantante. E le parolacce di Luca e Paolo? Qualcuno aveva protestato per questo: http://www.youtube.com/verify_age?next_url=/watch%3Fv%3DPvjHOzqMbs0 ? O quanti avevano protestato per questo: http://www.youtube.com/watch?v=yOYHFuJPHwk ?

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