Scuola, voragini ed eccellenze

Nonostante stipendi bassi e uno scarso ricoscimento sociale, l’85% dei nostri insegnanti è orgoglioso di stare in cattedra. Ma le scuole del Centro e del Sud ci tirano giù la "media"

10/12/2010
Centinaia di studenti riuniti in assemblea all'esterno del liceo Umberto di Napoli per protestare contro la riforma Gelmini.
Centinaia di studenti riuniti in assemblea all'esterno del liceo Umberto di Napoli per protestare contro la riforma Gelmini.

Chi tocca la scuola si brucia. È un dato di fatto, confermato dalle polemiche e dalle prese di posizione provocate dalla ricerca commissionata dalla Cisl per sondare stato d’animo e aspettative degli insegnanti italiani. I politici insorgono confermando che degli insegnanti, in realtà, poco importa a tutti, se non alle famiglie che con loro hanno a che fare. E dire che i risultati della ricerca sembrerebbero, inaspettatamente più che tranquillizzanti.

L’85% degli insegnanti italiani si dichiarano gratificati e soddisfatti del loro lavoro. Lo stipendio langue, e questo è incontestabile, il riconoscimento sociale è ritenuto poco soddisfacente eppure, dalla materna al liceo, si sentono orgogliosi di stare in cattedra. Il giudizio positivo è più alto al nord est, più basso al sud, anche se il 46% dei docenti interpellati si dichiara deluso proprio dalle nuove generazioni.

Gli insegnanti italiani credono nel potenziale del sud. Il 71% contro il 52% degli italiani in genere. Sono anche convinti che l’Unità del paese sia un bene irrinunciabile, anche in questo caso con una percentuale del 69% che batte quella del 48% degli italiani. Solo il 35% però ha fiducia nei sindacati, mentre il 75% degli intervistati boccia decisamente la riforma Gelmini, con un voto medio del 3,6 su 10. Nello stesso tempo il 66% degli insegnanti è disponibile a farsi valutare ed è favorevole a un avanzamento di carriera per i più meritevoli. Risultati tutt’altro che scontati che meriterebbero attenzione, più che polemiche.

Probabilmente le reazioni poco pacate derivano dal fatto che, contemporaneamente alla ricerca della Cisl, sono usciti i risultati dell’indagine Pisa, il sondaggio internazionale che ogni tre anni dà i voti agli studenti quindicenni di 74 paesi del mondo. Questa volta l’Italia ha partecipato con un campione di 1097 scuole e circa 31.000 studenti. Sono state valutate le competenze nella lettura e le conoscenze matematiche e scientifiche. La novità è che gli studenti italiani sono lievemente migliorati e probabilmente sta già partendo la corsa per accaparrarsene il merito.

Merito della Gelmini o degli insegnanti? Il dilemma sembra capzioso, anche perchè in realtà c’è ben poco da festeggiare per tutti. Per quanto riguarda la lettura, per esempio, in cima alla classifica c’è Shangai, mentre tra i paesi Ocse l’eccellenza spetta alla Corea seguita dalla Finlandia. L’Italia ha un punteggio medio di 486 punti, sotto la media Ocse, ma è proprio qui che arrivano le sorprese. Le ragazze sono leggermente superiori alla media Ocse, e così gli studenti del nord ovest e del nord est e quelli dei licei. Istituti tecnici e professionali ci tirano in basso, e purtroppo le scuole del centro e del sud. Lo stesso discorso vale su per giù per la matematica e le scienze.

Insomma: la scuola italiana si conferma a macchia di leopardo, con voragini ed eccellenze. Come dire che non è mai troppo tardi per riflettere e rimboccarsi le maniche.

Simonetta Pagnotti
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