Italia a fondo se abbandona l'Europa

Anticipiamo l'Editoriale del n. 17 di Famiglia Cristiana, in edicola dal 13 aprile. Le incomprensioni con l'Unione europea sul “caso Lampedusa”.

13/04/2011
Un’imbarcazione di immigrati in arrivo a Lampedusa.
Un’imbarcazione di immigrati in arrivo a Lampedusa.

La scorsa settimana si è chiusa con un giudizio: se l’Europa si comporta così, «meglio dividerci» (Berlusconi). Quella successiva si è aperta con il confronto fra i ministri degli Interni dei 27 Paesi dell’Unione europea impegnati sul “caso Lampedusa”, sui quali incombe un altro giudizio emerso nel frattempo: un permesso di “soggiorno temporaneo” in uno dei Paesi non vale per consentire il libero passaggio delle frontiere previsto dal Trattato di Schengen per i cittadini europei (Cecilia Maelstrom, commissaria Ue per l’Immigrazione).

Questi due giudizi contrapposti definiscono come meglio non si potrebbe una situazione angosciosa non solo per il nostro Paese. Secondo i calcoli di una seria organizzazione internazionale, dal 1998 a oggi sono morte annegate nel Mediterraneo mentre cercavano di raggiungere le coste europee su malfidi barconi 15.760 persone. Claudio Magris ha osato un paragone terribile: «Il mare è un enorme cimitero di ignoti, come gli schiavi senza nome periti nella tratta dei neri e gettati nelle acque dalle navi negriere».

A rifletterci, tutto quello che emerge dalla politica sia italiana sia europea (ma soprattutto dalla prima) è il concetto espresso da Berlusconi con la parola “divisione”. È divisa innanzitutto la maggioranza parlamentare, unita soltanto dalla necessità di non consentire che si realizzino i processi a carico del premier. In crisi resta un partito, il Pdl, che in effetti non è una forza politica come inteso nella tradizione storica, ma un coacervo di ex notabili della Prima Repubblica, variamente colorati secondo le scomparse ideologie ottonovecentesche, e tenuti insieme dalla personale lealtà al leader.

Un partito, inoltre, che deve la propria presenza al Governo all’alleanza con la Lega, il cui scopo finale è la secessione del Nord, e dunque è programmaticamente opposta a una formazione politica che inizialmente si chiamava Forza Italia e si appoggiava a destra su un movimento che a sua volta si chiamava Alleanza nazionale. Un perfetto esempio di eterogenesi dei fini.

Ma non meno divisa è l’opposizione, composta sostanzialmente da ex comunisti ed ex democristiani, ai quali il Pd offre una sede comune non ideologica, destinata a stare in piedi solo almeno fino a quando dall’altra parte Berlusconi continuerà a fornire motivi di comune avversione nei suoi confronti.

Nel difficile momento attuale, con la guerra libica sempre più inconcepibile, ha ragione il presidente Napolitano quando si rammarica con il ministro Frattini per gli effetti che sulla già di per sé evanescente politica estera comune della Ue producono parole come quelle di Berlusconi, proprio mentre in Lussemburgo un altro ministro, Maroni, tenta l’impossibile: che l’Europa ci aiuti a sciogliere civilmente il problema dell’immigrazione dall’Africa senza altre tragedie umane fra le onde del Mediterraneo.

Beppe Del Colle
Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

I vostri commenti

Commenta

Per poter scrivere un'opinione è necessario effettuare il login

Se non sei registrato clicca qui

Postato da CZAR il 13/04/2011 15:27

Concordo naturalmente con l'analisi fatta da Beppe Del Colle, la quale non contiene peraltro nessuna particolare novità. Considero invece una nota stonata citare i "calcoli di una seria organizzazione internazionale" (quale ? ) che parlano di 15.760 morti annegati nel Mediterraneo dal 1998 ad oggi, citandoli come premessa alla critica della politica europea e soprattutto italiana. Per quale motivo quei poveri morti annegati dovrebbero essere ascritti a colpa dell' Italia o dell' Europa ? Mi sembra anzi che l' Italia, sia con la marina militare e le capitanerie sia con i pescherecci, abbia sempre fatto il possibile per salvare quelli che potevano essere salvati. La spinta migratoria dalle sponde dell' Africa non può essere imputata alla pur misera classe politica italiana.

Postato da Andrea Annibale il 13/04/2011 15:23

In politica, sia in Italia, sia in Europa si è misurati per quanto si è in grado di dare non per quanto si è in volontà di pretendere. Quanto hanno dato all’Europa Roma nei tempi antichi, la Chiesa con il diritto canonico e l’evangelizzazione, la tradizione socialdemocratica e sindacale con le battaglie per una maggiore giustizia sociale, la Francia con le idee illuministe, il mondo britannico con la sconfitta del nazifascismo? Alcune città come Roma, Londra e Parigi hanno dato all’Europa molto più di quello che hanno ricevuto, mille volte di più, centomila volte di più. Per questo, queste città sono ricordate nella Storia come le più grandi. C’è anche un criterio Evangelico che dice che c’è più gioia nel dare che nel ricevere. La leggenda nera di Roma ladrona non sta in piedi. Oggi c’è chi vuole chiedere tanto all’Europa senza averle dato assolutamente niente. Con chi si comporta in questo modo, giustamente l’Europa che – ho scritto e ripeto – non è la mamma dell’italiano medio ma una cosa politica seria, si chiude a riccio. Non mi riferisco alla Chiesa che ha dato tanto all’Europa ed è in diritto di chiedere qualcosa. Le parole di Bertone e di Bagnasco sono giuste come paradigma generale, bisogna che l’Europa aiuti di più sul problema dell’immigrazione. La Chiesa ha una legittimazione morale per parlare e senza voler zittire nessuno (perché detesto chi ha l’abitudine e forse la mania di zittire gli altri), ci si dovrebbe chiedere come politici italiani cosa l’Italia di oggi ha da dare a quelli che la hanno liberata dal nazifascismo (compresi comunisti, socialisti, cattolici e anglo-americani) e a quelli che le hanno regalato l’Unità tanto preziosa. L’Italia invece rifiuta di collaborare con la Nato, strilla di essere aiutata senza averne diritto in base ad una giusta interpretazione di Schengen, ha un’ossessione malsana per il pericolo comunista che non c’è più (ossessione che, tra l’altro rischia di sdoganare derive neofasciste anche all’interno della Chiesa). Giusti i richiami di Bertone e Bagnasco ma, come ha ricordato l’On. Casini, chi non ha dato niente all’Europa o l’ha avversata, non ha grandi titoli morali per chiedere. C’è una contraddizione insanabile. Parlare poi di fuoriuscita dell’Italia dall’Europa o di autarchia è semplicemente straparlare, a mio modesto avviso. Se poi si vuole ricordare giustamente il contributo dell’Italia alla nascita della Comunità europea è giocoforza cambiare completamente linea politica. Ciao.

Postato da eugallesi il 13/04/2011 12:53

IMMIGRATI: CARD. BERTONE, L'EUROPA HA PROFONDAMENTE DELUSO L'Europa ''ritrovi la sua anima, un'anima di grande solidarieta', di generosita' soprattutto verso queste popolazioni che sono in emergenza'' e ''non lasci sola l'Italia''. E' l'appello che il segretario di Stato vaticano, card. Tarcisio Bertone, ha lanciato questo pomeriggio a Roma, parlando a margine di un convegno dedicato al card. Giuseppe Siri. Il segretario di Stato vaticano ha espresso condivisione verso il richiamo del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a non scherzare sull'Europa, ammettendo al contempo che ''l'Europa ha profondamente deluso e credo che i primi ad essere delusi - ha aggiunto - sarebbero i padri fondatori''. ''L'Europa - ha rimarcato il card. Bertone - ha perso il suo spirito profondo, che e' uno spirito di grande solidarieta', prima di tutto tra i popoli europei e poi verso gli altri popoli''. E tra questi vi sono quelli africani, che l'Occidente ''ha tanto sfruttato'', ma proprio oggi, ha concluso Bertone, ''sembra che l'Europa volti le spalle all'Africa''.

Articoli correlati

Mediterraneo o Mare Monstrum?

Civiltà e imperi nel Mediterraneo nell’età di Filippo II è il grande affresco dello storico francese Braudel dedicato al “Mare Nostrum”. Quelle pagine ci dicono, ancora oggi, cos’è stato questo...

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare
%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati