Se Mara lascia il Cavaliere

La Carfagna, ministro per le Pari opportunità, minaccia di ritirarsi da Governo, partito e Parlamento. Berlusconi la ignora, la macchina del pettegolezzo è già al lavoro.

21/11/2010
Mara Carfagna, ministro per le Pari opportunità.
Mara Carfagna, ministro per le Pari opportunità.

Sui motivi che la spingono alle dimissioni sappiamo soltanto quel che dice lei, Mara Carfagna. Liti su un termovalorizzatore di provincia, arroganza dei capi e capetti locali che la  infastidiscono, insinuazioni lesive della sua persona e della sua moralità, infine gestione autoritaria del Pdl dove, al posto della politica, si  conduce una guerra fra bande. Non è roba da poco, certamente. Eppure, per altri politici rivestiti di pelle d’elefante,  sarebbe materia tanto nota da risultare ormai ovvia, e comunque non tale da provocare gesti estremi. Come appunto il voler andarsene in una botta sola da Governo, Parlamento e partito.       

     Di ciò che dicono o non dicono gli amici e avversari di Mara Carfagna, invece, sappiamo qualcosa di più. Per esempio, il primo giorno, una diffusa solidarietà.  Però, dopo che ha parlato Berlusconi, tutti zitti. Il che fa intuire che la guerra fra bande ha già il suo vincitore: non la Carfagna ma il Cosentino accusato in Campania di contatti mafiosi e, con lui, la discussa triade dei coordinatori nazionali. I quali stanno sulle scatole a militanti ed elettori del Pdl ma restano al comando del partito.       

     Berlusconi ha detto un paio di cose, una micidiale e la seconda assai strana per un uomo di comunicazione. Quando ha parlato della “signora Carfagna” ha ridato corpo all’antico costume nazionale per cui, dando del “signore” a qualcuno, e specialmente a un amico, lo si qualifica come estraneo, sgradito, pesantemente censurabile. Infatti l’intera stampa nazionale batte oggi sul tasto della “signora”, non più stimato ministro e meno ancora donna che lui stesso, Berlusconi, avrebbe volentieri sposato, secondo una celebre battuta pronunciata a una premiazione di Telegatti. La “signora”, di colpo, è diventata una comparsa fra tante, una che non farà tribolare il gran capo, una rimpiazzabile senza sforzo né conseguenze.        

      Ma veniamo alla stranezza. Quando Berlusconi alza gli occhi al cielo per la stupidità dei giornali italiani, che antepongono la Carfagna agli esiti del vertice Nato, beh, mostra proprio di ignorare l’abc del giornalismo. Fin da praticanti si insegna ai cronisti la differenza fra notizie importanti, che tante volte non lasciano il segno, e notizie interessanti, quelle che tutti leggono e commentano. Di qua eventi gravi, che però saranno presto dimenticati e superati; di là fatti o fatterelli magari futili, ma destinati a durare. Chi è più ricordato oggi, Kennedy o Marilyn? E Kennedy, più per la Nuova Frontiera o per gli amorazzi con Marilyn?       

     A Lisbona la Nato ha deciso che fra qualche anno se ne andrà da terre cruente, dove intanto si continuerà a morire, e che c’è un’intesa anti-missili con la Russia. Senza sapere, defunta l’Urss, da dove diavolo questi missili dovrebbero provenire: tuttavia notizie di peso, si capisce. Solo che non provocano code alle edicole. Dove per contro i diffusissimi periodici di gossip, compresi quelli editi da Berlusconi, sulla scia dei quotidiani hanno già pronta la copertina. In bella vista la “signora”, appunto.     

     In ogni modo, non è tutto qui. Già il ministro La Russa ha detto di non credere, per la Carfagna, a motivazioni politiche. Ci dev’essere sotto dell’altro. Dunque prepariamoci. Dimissioni? Ma no, troverà il modo di farle respingere. Fedeltà a Berlusconi? Ma no, è già d’accordo con Fini e Bocchino. Magari con risvolti inconfessabili. Via dalla politica? Ma no, vuol fare il sindaco di Napoli. Bravo ministro, ha gestito bene le Pari opportunità? Ma no, ecco tanti casi che la smentiscono. Persona per bene? Ma no, sentite questa...

     Tutto già scritto. Nel mese ormai scarso che ci separa dal 14 dicembre, giorno fatale di votazioni, sentenze e dimissioni annunciate, la guerra fra bande cambierà armamenti. Non i missili dai quali ci difende la Nato, ma il fango.

Giorgio Vecchiato
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Postato da Libero Leo il 22/11/2010 15:22

Giorgio Vecchiato scrive giustamente che "la macchina del pettegolezzo è già al lavoro". Ed egli provvede a rifornirla di carburante...

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