Taranto, la città dei tumori

Secondo uno studio per i bambini fino a un anno di età l'eccesso di mortalità è superiore di oltre il 20 per cento. Per le donne si è passati dal 24 al 100 per cento.

22/10/2012
Il quartiere Tamburi di Taranto, uno dei più inquinati (Ansa).
Il quartiere Tamburi di Taranto, uno dei più inquinati (Ansa).

A Taranto ci si ammala e si muore più che in altre città della Puglia. I dati sulle malattie polmonari e sulla mortalità emergono dallo studio "Sentieri" pubblicato oggi dal ministero della Salute durante una visita del ministro Balduzzi a Taranto, ed è inevitabile collegare questi dati alla presenza del polo industriale della città pugliese. I dati diffusi dal ministro Renato Balduzzi, riferiti al periodo tra il 1995 e il 2002 e tra il 2003 e il 2009, indicano che "sia tra gli uomini che tra le donne, in entrambi i periodi considerati, sono presenti eccessi di mortalità per le principali cause di morte, specifiche sedi tumorali e specifiche patologie, come anche per la mortalita infantile", dice il "Rapporto ambiente e salute a Taranto" pubblicato sul sito web del ministero.

Secondo i ricercatori, gli eccessi per le principali cause di morte vanno dal 7% al 15%. Ma per i bambini fino a un anno di età, l'eccesso è superiore di oltre il 20%, dice il rapporto. Nel periodo 2003 2009 i casi di tumore tra le donne sarebbero cresciuti in maniera drammatica, passando dal 24 a un aumento del 100 percento. A Taranto, prima città italiana nella triste classifica Ispra delle emissioni di benzoapirene, un idrocarburo cancerogeno, non c'è solo l'Ilva del Gruppo Riva, ma esistono numerosi impianti industriali, dalla raffineria dell'Eni agli inceneritori passando per un cementificio e due centrali elettriche. Il rapporto indica però proprio il siderurgico come sorgente principale - il 99,74% - di inquinamento nella città pugliese, e che i quartieri che sorgono in prossimità dell'Ilva sono quelli più colpiti, soprattutto dal benzoapirene. "Se i dati diffusi oggi sono attendibili; la situazione a Taranto è molto grave. Occorre porre rimedio il più presto possibile", commenta il farmacologo Silvio Garattini, direttore dell istituto di ricerche  farmacologiche Mario Negri.

Roberto Zichittella
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