13 milioni di nuovi schiavi. Liberiamoli

L'esperienza di Luis CdeBaca, responsabile Usa per la lotta al traffico di esseri umani, e le nuove frontiere delle lotte.

18/05/2011
Luis CdeBaca.
Luis CdeBaca.

Quando due anni fa Barack Obama nominò Luis CdeBaca  responsabile del  Dipartimento di Stato  per la lotta al traffico di esseri umani sapeva di affidarsi a un mastino. Uomo dal fisico imponente, CdeBaca ha nel Governo americano la reputazione di essere il più irriducibile avversario delle nuove forme di schiavitù. Nella sua carriera di giudice federale, cominciata nel 1993, CdeBaca ha mandato in carcere almeno un centinaio di trafficanti di esseri umani  e favorito il recupero di circa 600 persone vittime delle nuove forme di schiavitù.

     Luis CdeBaca ha portato la sua testimonianza alla conferenza intitolata Costruire ponti di libertà: la collaborazione fra pubblico e privato per porre fine alla schiavitù dei nostri giorni. L'evento è stato organizzato a Roma da Miguel Diaz, ambasciatore degli Stati Uniti presso la Santa Sede, e  dalla  St.Thomas University di Miami. La lotta al traffico di esseri umani e alle nuove forme di schiavitù rappresenta da tempo uno dei temi di maggiore collaborazione fra il Governo degli Stati Uniti e la Santa Sede.

      “Nel mondo le vittime delle nuove forme di schiavitù sia in campo sessuale che in quello lavorativo sono milioni. La stima più prudente calcola circa 13 milioni di persone, quella più pessimista ne calcola oltre il doppio: 27 milioni”, ci dice CdeBaca.  “Negli ultimi dieci anni”, aggiunge il consigliere di Obama, “abbiamo fatto enormi progressi nel consolidare le leggi e le istituzioni che ci aiutano a combattere le moderne schiavitù. Ora che entriamo nella seconda decade di questo impegno occorre costruire una collaborazione a tutti i livelli per vincere questa nostra  battaglia”.  Perciò alla conferenza romana hanno partecipato rappresentanti del  mondo delle imprese (le nuove forme di sfruttamento spesso vengono scoperte all'interno dei luoghi di lavoro) e delle diverse organizzazioni impegnate contro il traffico di essere umani.

     Fra queste sono in primo piano quelle gestite dai religiosi, come  Talitha Kum, la Rete internazionale di vita consacrata contro la tratta di persone. “Noi religiose”, dice suor Estrella Castalone, “siamo a diretto contatto con varie forme di povertà, tocchiamo con le nostre mani le sofferenze e le umiliazioni inflitte alle vittime del traffico di esseri umani”. Ma il ruolo delle religiose e dei religiosi può andare ben oltre la semplice assistenza e protezione delle vittime. Luis CdeBaca ricorda che quando era magistrato ha risolto molti casi grazie alla collaborazione tempestiva di suore e preti impegnati sul territorio. “In certi contesti”, ammette CdeBaca, “si muovono meglio loro dell'amministrazione federale”.

Roberto Zichittella
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Postato da Franco Salis il 19/05/2011 20:53

La posizione ribadita da Margherita Hack alla fiera del libro di Torino a proposito del nucleare,propone un tema molto più ampio di quello limitato alla produzione di energia. Riporto le sue parole: “L’ideale sarebbe che gli Stati meno a rischio sismico ospitassero le centrali per fornire energia a tutto il mondo: sarebbe il vero villaggio globale”. Perché non estendere a tutta l’economia questo principio? Non potremmo così realizzare il principio biblico Dio affida all’uomo la sua azione creativa per rendere il mondo più disponibile a tutti gli uomini. A me sembra di intravedere in questa ipotesi,al di là del nucleare più o meno pericoloso,una soluzione “definitiva” del terzo e quarto mondo. Se l’economia con le sue ingordigie è causa del divario tra ricchi e poveri con la “internazionalizzazione delle maggiori fonti di economia,quali non solo l’energia, ma acqua cereali, chimica ,si potrebbe porre un duraturo e non provvisorio e precario rimedio. I siti di produzione di queste ricchezze,diventerebbero patrimonio dell’umanità e verrebbero sottratte alla cupidigia di chi ce li ha o di chi si può permettere di acquistale Si risolverebbe così anche il problema delle migrazioni che è un problema ben più vasto di quello che stiamo assistendo ora a Lampedusa. Sono un illuso? I ricchi troveranno sempre il rimedio per aumentare la loro ricchezza e i poveri sempre più poveri? E lasciatemi sognare!

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