Pasti mensa? No, meglio gli zerbini

Il sindaco non molla: chi non ha i soldi non mangia. Ma coi soldi spesi per i 700 simboli leghisti si sfamava tutto il paese. Una sottoscrizione per far mangiare i bimbi poveri.

21/09/2010
Il sindaco di Adro Oscar Lancini. Ha fatto inchiodare il crocifisso al muro della nuova scuola.
Il sindaco di Adro Oscar Lancini. Ha fatto inchiodare il crocifisso al muro della nuova scuola.

La storia di Adro la raccontano i muri della città. “A Umberto I il re buono, da mano esecrata rapito all’affetto popolare Adro reverente pone in questo giorno sacro all’unità d’Italia con Roma intangibile. XX settembre 1900”, si legge su una delle epigrafi in marmo poste lungo il corso principale. Un’altra, invece, è datata 1933 ed è dedicata a Vittorio Emanuele II, a Giuseppe Garibaldi e a “quanti col pensiero e coll’opera contribuirono alla redenzione della Patria”.

Adro non dimentica i suoi caduti e non dimentica la sua storia, “che non è quella del Sole delle Alpi”, dice sommessamente una delle abitanti del comune bresciano. “Non scriva il mio nome, non me la sento di diventare anch’io bersaglio delle polemiche”. Nei prossimi giorni vedremo se il sindaco Oscar Lancini, sollecitato dal ministro della Pubblica istruzione Mariastella Gelmini e guardato con imbarazzo anche dai vertici della Lega, toglierà quei 700 simboli leghisti che trasformano la scuola pubblica in un luogo di propaganda politica.

Intanto si fanno i conti: i soldi degli adrensi che generosamente hanno finanziato parte dell’opera, non pare siano stati ben spesi. I resoconti parlano di 7.500 euro utilizzati per i dieci zerbini e di altri 6.500 per i cestini dell’immondizia. Diecimila euro ciascuno, invece, per il simbolo verde apposto sul tetto dell’edificio. “Non bastava aver dimenticato i fratelli Dandolo, eroi del Risorgimento, cui era intitolata una delle scuole confluite nel nuovo polo che invece il sindaco ha voluto intitolato a Gianfranco Miglio”, dice un altro cittadino,  “c’è stato anche questo spreco di soldi”. Giustificato, dicono in paese, dal fatto che il simbolo – e soprattutto il suo colore identico a quello usato dal partito della Lega Nord – sono stati commissionati appositamente.

Se l’amministrazione è disposta a spendere per i cestini dei rifiuti, non altrettanto invece è disposta a fare per i bambini. Tutti ricorderanno la vicenda della mensa dalla quale rischiavano di essere esclusi alcuni alunni “morosi”. A scongiurare il pericolo era intervenuto un imprenditore di Adro che aveva saldato le quote fino alla fine dell’anno. Il caso sembrava risolto. Invece le polemiche e i colpi bassi si sono protratti nel tempo. Prima la nomina – su pressione dell’amministrazione - di un’altra direttrice a capo dell’associazione che forniva il servizio mensa. In contemporanea circolavano le voci messe in giro per spaventare i piccoli musulmani sull’uso indiscriminato di carne di maiale. Ciò che mangiano i bambini è deciso dalle Asl e c’è da giurare che neppure il più “padano” dei nutrizionisti firmerebbe un menù che prevede un cibo pesante come la carne di maiale in tutti i piatti dei piccoli commensali. Ma mentre si discute di ricette per i bimbi gli adulti continuano ad accapigliarsi sulla gestione complessiva della mensa. La nomina della direttrice “verde” non è confermata dall’assemblea della stessa associazione, che invece, regolarmente convocata, ha ribadito la sua fiducia in Giuseppina Paganotti. La direttrice, che ha speso tanti anni di volontariato per seguire il servizio, era intenzionata a proseguire la gestione della mensa, ma alla fine si è arresa. «Impossibile garantire un adeguato servizio mensa agli alunni del comune di Adro, né rispettare le finalità per le quali la nostra associazione di volontari venne costituita nel 1974. Meglio gettare la spugna e lasciare il servizio in mano al Comune», aveva dichiarato. Il 14 agosto il direttivo eletto all’unanimità dai genitori ha consegnato le carte a un liquidatore. E così la vecchia associazione è andata in pensione. Con i circa 95 mila euro che erano ancora in cassa si dovrebbe garantire il finanziamento per i bambini bisognosi.


Ma il processo liquidatorio è lungo e il sindaco non è disposto ad andare incontro a nessuno. Anzi le regole della mensa quest’anno saranno ancora più severe: si paga tutto il mese in anticipo, senza deroghe neppure per cassintegrati, disoccupati, bisognosi di qualunque genere. “Chi non paga resta a casa”, è il monito del primo cittadino. Una posizione non proprio condivisa: “è vero”, ha scritto Riccardo Romagnoli, avvocato dello Stato e presidente dell’Ugci (Unione giuristi cattolici) di Brescia, “che chi amministra la cosa pubblica ha il dovere di agire nell’interesse della collettività senza guardare in faccia nessuno e utilizzando i mezzi di cui dispone, anche per non far torto a chi compie regolarmente il suo dovere, ma nel caso della mensa ci sono altri mezzi. E ho l’impressione che questa scelta non sia dovuta ad ignoranza di chi l’ha fatta, ma al preciso scopo di sfruttarne l’eco per accreditarsi l’immagine di tutore di una parte della collettività: quella che magari considera con accondiscendenza chi evade il fisco “perché le tasse sono troppo alte”, senza riflettere che, applicando con coerenza i principi del sindaco di Adro, gli evasori fiscali dovrebbero essere privati dell’accesso a tutti i servizi pubblici (scuola, giustizia, sanità, trasporti, etc.).   Senza contare, continua l’avvocato, che “la mensa scolastica è un servizio pubblico, che concorre a realizzare il diritto allo studio; sospenderne l’erogazione, anche a fronte dell’inadempimento di chi deve pagare la retta, non incide solo sul servizio in sé, ma anche sulla concreta possibilità dei bambini di frequentare la scuola”.

Intanto un gruppo di persone ha aperto una sottoscrizione. “Il signor Sindaco Lancini”, si legge nel loro comunicato, “ha dato ordine ai nuovi amministratori della mensa scolastica dell’Istituto comprensivo di Adro che accedano alla mensa solo coloro che all’inizio del mese pagano la quota per tutto il mese. Con questa logica i figli dei disoccupati, dei cassaintegrati, dei meno abbienti, vengono esclusi. Perché questo non accada, un gruppo di persone ha aperto un conto corrente bancario sul quale ognuno possa dare il proprio contributo. Se puoi aiutarci versa il tuo contributo sul Conto corrente 25/ 00051778  con la causale Per il diritto alla mensa dei bambini di Adro Iban : IT 72 B  08692 11204 025OO0251778.  Una commissione valuterà le situazioni per deliberare modalità e quantità del contributo”. La firma del comunicato è chiara: “Perché tutti i bambini di Adro possano accedere alla mensa scolastica”  

Annachiara Valle
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Postato da degrel0 il 23/09/2010 09:25

in realtà ci sono genitori che si guardano bene dal pagare le rette ma non rinunciano a cellulare,ipod,vestiti alla moda e tutti gli ammenicoli del nuovo consumismo mentre ben diverso era il comportamento dei nostri genitori che rinunciavano a tutto il superfluo per pagarci la scuola cattolica che funzionava meglio di quella pubblica.

Postato da antami il 23/09/2010 00:29

Siete grandi!!! Finalmente qualcuno che dà voce anche a chi crede ancora alla solidarietà. Non lasciateci soli, i nostri paesi stanno diventando invivibili per chi non è della lega

Postato da Giorgio_76 il 22/09/2010 19:59

Avete colto nel segno denunciando una politica di proclami votata alla raccolta di consensi ma completamente miope sui ral problematiche del paese. Continuate con coraggio ad informare !! E' tempo che nelle scuole si impari a conoscere il diverso perchè la conoscenza annienta la paura del diverso. Che tristezza poi vedere il crocifisso adoperato in quel modo (Foto con il sindaco) come "arma" contro le altre religioni. La scuola subisce i tagli pesanti della Gelmini, il paese arranca nelle difficoltà economiche e i difensori da "Roma ladrona" fanno di queste spese. Se questo è unassaggio del federalismo fiscale ........

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