10/11/2012
E’ comprensibile. Di fronte alla scandalo tutti si defilano. “Non ho visto, non ho sentito, non ero informato, non mi sono accorto, non sapevo, non potevo sapere, non era mio compito controllare…ecc. ecc.”
Qualche volta rimane un solo colpevole. Spesso neppure questo. Lo scandalo si dissolve e quando si cerca di capire a chi deve essere attribuito, non troviamo mai i responsabili.
Ma a trovarli ci aiutano i vecchi e polverosi manuali di morale. Quando parlano di furto e di danni dicono che quello che viene rubato deve essere restituito, e chi provoca un danno deve riparare.
Oggi questa affermazione è una novità, anzi una ingenuità. Quando mai si è visto che chi provoca danni ripari e chi ha rubato restituisca?
Quando mai si è visto che qualcuno abbia pagato per le cattedrali nel deserto e per tante opere che si sapeva dall’inizio che sarebbero state inutili? Si volta pagina e si va avanti ripetendo errori e scandali. Tanto alla fine nessuno paga.
Ritorniamo ai vecchi manuali. Troviamo delle affermazioni che oggi creano stupore quando non provocano riso. Dicono che alla riparazione e alla restituzione sono obbligati non solo quelli che rubano, ma tanti altri.
Chi? Gli antichi avevano individuato ed elencato sette personaggi che erano coinvolti e obbligati alla riparazione e alla restituzione, e li avevano raccolti in due versi. Eccoli: iussio, consilium, consensus, palpo, recursus; participans, mutus, non obstans, non manifestans, che tradotti nella nostra lingua dicono che sono obbligati alla restituzione il mandante, il consigliere, il consenziente, l’adulatore, il ricettatore; chi partecipa, chi tace, chi non impedisce, chi non denuncia.
Mandante non è solo chi ordina il furto, ma chi emana leggi che lo permettono; consigliere non è solo chi offre suggerimenti per il furto, ma i furbetti che sanno trovare le vie per giustificarlo; il consenziente non è solo chi lo appoggia apertamente, ma anche chi lo vota nel segreto dell’urna; l’adulatore non è solo chi approva apertamente, ma chi copre il furto con il “così fan tutti”; il ricettatore non è solo chi accetta la merce trafugata, ma anche chi ottiene un vantaggio personale dal furto; il partecipe non è solo chi prender parte attivamente al furto, ma anche chi in qualunque modo lo favorisce; chi tace e chi non impedisce non sono solo quelli che decidono di non vedere e non sapere, ma anche quelli che girano le spalle nel momento del furto; chi non denuncia non è solo chi omette di accusare, ma anche chi si chiude nel suo privato.
Troppa severità in questi antichi moralisti? No, perché la democrazia è anche sentirsi responsabili del bene comune e intervenire ogni volta che qualcosa o qualcuno attenta a questo bene. Questo vale in modo particolare per quelli che sono pagati per promuoverlo e difenderlo. E chi cerca di tirarsi fuori non è un democratico, ma un irresponsabile parassita o un connivente.
Giordano Muraro