La vita dopo piazza Fontana

E' da oggi in libreria un volume che riparte dalla strage del 1969. Mettendo in dialogo le storie di Pinelli e Calabresi.

02/03/2012
La copertina del libro da oggi in libreria
La copertina del libro da oggi in libreria

Un dialogo a distanza, ma consapevoli l’una della presenza dell’altra. A tenerle insieme i giovani dell’Associazione Note a Margine. Licia Pinelli e Gemma Calabresi parlano dalle pagine di un volume da oggi in libreria: A onor del vero. Piazza Fontana. E la vita dopo (Il Margine, pp.166, euro 15). Un dialogo fitto con i ragazzi guidati da Alberto Conci, Paolo Grigolli e Natalina Mosna, per ritornare indietro nel tempo, e gettare uno sguardo sul dopo.
Com’è la vita dopo la strage di piazza Fontana? Come si sopravvive alla morte di un proprio caro? 12 dicembre 1969, 17 morti, 84 feriti. Tra essi anche il papà di Francesca e Paolo Dendena, di Carlo Arnoldi. Tutti e cinque ricordano quegli anni, quella bomba che ha ridisegnato le loro vite personali e la storia del nostro Paese.
Licia Pinelli, la moglie dell’anarchico Giuseppe ingiustamente accusato di essere coinvolto nella strage e morto precipitando da una finestra della questura il 15 dicembre 1969, che batte a macchina le tesi di laurea dei ragazzi, che ha la casa sempre aperta per chiunque passi, che insegna alle figlie come si sopravvive all’odio che ti porta via il padre. Gemma Calabresi, la moglie del commissario Luigi, ucciso il 17 maggio 1972, che racconta i primi felici anni di matrimonio, appena tre e con il terzo figlio in arrivo. Due mogli e due madri che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha accolto al Quirinale, il 9 maggio del 2009, per la Giornata in memoria delle vittime del terrorismo e delle stragi dando a entrambe, finalmente, un riconoscimento e consentendo l’incontro con le altre vittime di piazza Fontana.
Il libro, che ha la prefazione di Giovanni Bianconi, è dedicato a Francesca Dendena. La donna, morta poco dopo la conclusione del lavoro per questo volume, ha speso tutta la vita, con il fratello Paolo, a cercare la verità sulla morte di suo padre. Insieme con lui, quel giorno nella Banca dell’Agricoltura di Milano, perse la vita anche il padre di Carlo Arnoldi. Tutti e tre spiegano, con pudore e fermezza, la loro vita di questi anni, le sofferenze, i silenzi, l’impegno. E, con la Pinelli e la Calabresi, lasciano, attraverso i giovani che li ascoltano e li “interrogano”, un testimone alle nuove generazioni. Perché possano, come dicono gli stessi ragazzi che hanno lavorato a questo libro,«resistere al deterioramento delle relazioni ed edificare dove altri hanno lasciato solo macerie».

Annachiara Valle
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