Una soluzione c'è: tifare Palermo

Bandiere che vanno e vengono, questioni di dignità scambiate per qualche milione. Per risollevare il calcio serve qualche scelta controcorrente.

26/12/2010
Leonardo, da bandiera del Milan ad allenatore dell'Inter.
Leonardo, da bandiera del Milan ad allenatore dell'Inter.

 Rafael Benitez hidalgo callido ha fatto molto in fretta, con il decisivo aiuto di Massimo Moratti, ad accettare e vivere l’evoluzione di una vicenda di dignità in una vicenda di quattrini. E’ libero dall’Inter, soprattutto è libero di riaccasarsi al volo, tutto sommato ha in tasca 6 milioni di euro (sempre senza tasse da pagare, per carità) più di prima, “esce” da campione del mondo di club, con un successo svalutato lì per lì dalla finale troppo facile ma statisticamente destinato ad avere valore sommo, e pazienza se non c’è stato un seguito alle sue frasi durissime sui giocatori nerazzurri non controllabili perché lasciati dalla società troppo liberi di fare quello che volevano, compreso il non andare in palestra e (parole del mister spagnolo) supplire per conto loro e chissà come alla lacuna.

     A meno che siano state proprio quelle frasi spesse e sottili al tempo stesso a consigliare tutti di non andare avanti per una strada pericolosa, di trovare la splendida favolosa risoluzione consensuale, con il canonico ringraziamento al tecnico per il lavoro svolto.  Tutto ormai si può pensare del calcio, tutto il male che si vuole, tanto non si scheggia neanche di un atomo la protervia da potere dei grandi, e allora…

     Adesso all’Inter c’è Leonardo, che quando guidava il Milan riuscì persino ad apparire indipendente da Berlusconi, il suo presidente che è (anche) il più grande allenatore del mondo. Leonardo parla portoghese, italiano, francese e inglese, sa dunque tante lingue quante Benitez, in più sa qualcosa di giapponese, e chissà cosa avrà da dirci alla fine della sua avventura nerezzurra, lui che è il sedicesimo allenatore della gestione di Moratti junior presidente dell’Inter dall’inizio del 1995 (più di un allenatore divorato all’anno), anche quando, dal 2004 al 2006, lasciò formalmente la carica a Facchetti, per attuare una sorta di sua mezza ritirata ammonitrice che non spaventò nessuno e che finì con la morte dello stesso ex campione.  

     La gente ormai è mitridatizzata pazientemente o drogata perdutamente, accetta tutto, è persino lecito pensare che Leonardo brasiliano ex rossonero porti all’Inter il brasiliano ex rossonero Kakà insoddisfatto e anche  insoddisfacente a Madrid, intanto che il Milan potrebbe rispondere riportando a Milano l’ex interista Balotelli, ora al Manchester City dove fa impazzire tutti con le sue pazzie (e non è proprio un gioco di parole).  Viene difficile a molti tifare, per lo scudetto 2010-2001, Lazio o Roma o Juventus, ma si deve dire che l’Inter ha fatto molto per mostrarsi non degna eticamente della riconferma tricolore e che  il Milan cerca di allinearsi ad essa, visto che ha preso il monellaccio (supereufemismo) Cassano e che appunto mira a Balotelli.

   E se qualcuno vuole divertirsi, pensi a Cassano, Ibrahimovic e Balotell insieme, con la loro bravura ma soprattutto con la loro arroganza  Proponiamo all’italiano capace di restare calciofilo e/o calciomane nonostante tutto e tutti un escamotage: tifare per Inter e Milan in Champions League, dove i loro successi si riverberano, se non altro, in posti nel torneo per squadre nostrane, dunque teoricamente su tutto il resto del nostro football, e tifare in campionato per Napoli o Palermo, che se non altro sono geograficamente Sud, cioè vogliono dire aria nuova e non calciopolizzata. Si può, si può. Anzi si deve.

Gian Paolo Ormezzano
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Postato da lorenzo20 il 31/12/2010 01:09

Perfettamente d'accordo con Ormezzano. Anche se non tiferò Milan neanche nelle coppe. Nè per la Juventus.

Postato da piemme49 il 30/12/2010 17:03

Sono perfettamente d'accordo, perchè è ormai ora che ci si preoccupi di far capire a questi signori che possono permettere di scialacquare i soldi, che esistono altri valori e che quando parlano di attaccamento alla maglia parlano solo di attaccamento al denaro. E' immorale sentir parlare di certe cifre mentre la maggior parte della gente non arriva a fine mese. Ma la colpa è nostra che diamo troppa importanza a questo calcio di miliardari e trascuriamo quello dilettantistico che ancora riesce a dare emozioni vere sopratutto in quello giovanile.

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