Vivere grazie ai caduti Usa

140 persone in Europa vivono grazie alla donazione di organi di soldati americani caduti in guerra in Iraq ed Afghanistan.

08/05/2012
Alcuni soldati trasportano un militare ferito (foto Reuters).
Alcuni soldati trasportano un militare ferito (foto Reuters).

Dal 2006 ad oggi 140 persone in Europa vivono grazie alla donazione di organi di soldati americani caduti in Iraq ed Afghanistan. Cuori, polmoni, fegati reni pancreas, donati dalle famiglie di 36 caduti in guerra sono infatti stati trapiantati con successo in beneficiari tedeschi, belgi, olandesi, lussemburghesi, austriaci croati e sloveni. In soldati americani deceduti o in fin di vita vengono in genere trasportati al U S Army’s Landstuhl Medical Center in Germania. Per ragioni di tempistica pero’ i loro organi non possono essere mandati in America per i trapianti. Anche se collegati ai piu’ moderni respiratori artificiali gli organi di un individuo dichiarato cerebralmente morto durano da un minimo di 24 ad un massimo di 36 ore, tempo assolutamente insufficiente per trasportare in America il moribondo, avvertire la famiglia, ottenere il permesso per il prelievo degli organi e procedere col trapianto. L’ UNOS (United Network for Organs Sharing) che dall’ottobre 1999 gestisce un sistema d’avanguardia di catalogazione di persone nella attesa di un organo, ha una succursale in Germania che si occupa della ricerca di donatori e persone bisognose di un trapianto in Europa. La maggior parte del lavoro svolto pero’ coinvolge le donazioni di organi dei soldati caduti in Iraq ed Afghanistan.

“E’ un lavoro difficile e penoso – spiega Joel Newman portavoce dell’UNOS tedesca – proviamo il dolore delle famiglie che il Pentagono trasporta qui per dare loro l’opportunità dell’ultimo addio al figlio, marito o fratello caduto in guerra” Le famiglie in genere accettano con entusiasmo la richiesta di donazione degli organi. “Credono fermamente – ha spiegato ai media Ami Neiberger Miller , portavoce di TAPS ( Tragedy Assistance Program Survivors) un gruppo che si occupa delle famiglie dei caduti – che con la donazione degli organi il loro caro non se ne va completamente” Secondo gli esperti dell’UNOS gli organi hanno differenti tempi di resistenza. Cuore e polmoni possono resistere al di fuori del corpo da 4 a 6 ore. Un fegato da 12 a 24 ore. Un rene da 48 a 72 ore.

Saluto di un marines (foto Reuters).
Saluto di un marines (foto Reuters).

L’ UNOS riceve ogni giorno da organizzazioni che si occupano di trapianti circa 350 richieste di assistenza trasporto organi e modifiche nella lista di attesa. Quando viene identificato un donatore il coordinatore dell’ organizzazione coinvolta accede al sistema di catalogazione dell’ UNOS con tutte le informazioni mediche in suo possesso. Il sistema automaticamente controlla i dati e li affianca ai pazienti compatibili. L’ organo viene allora offerto alla prima persona della lista. Spesso succede che questa persona non ottiene il trapianto per motivi che variano dalla mancata reperibilità immediata, alla momentanea condizione di salute troppo precaria per subire l’intervento o anche allo stato d’animo che gli impedisce di aderire alla richiesta di recarsi immediatamente in ospedale. Alle 11.05 am di venerdì mattina la lista delle persone in attesa di un trapianto all’ UNOS erano 114.279.

Mariuccia Chiantaretto
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