Stai buona o chiamo la Speculazione!

Un giorno è la fine, l'Italia sta crollando. Il giorno dopo tutto bene, è stato solo un po' di nervosismo in Borsa. Un po' di calma, per favore.

12/07/2011

Chi più chi meno, siamo tutti ignoranti in materia di alta finanza. Sappiamo che esiste un mostro chiamato Speculazione, capace di travolgere qualunque sistema economico. Ci hanno pure spiegato che basta giocare al ribasso, vendendo oggi i titoli presi di mira e, dopo i crolli in Borsa, riacquistandoli domani a prezzo di saldo. Ma detto ciò, resta il mistero. Certo a guidare la Speculazione devono esserci degli esseri umani, con nome e cognome. Ma nulla si sa della loro identità, e meno ancora dei modi per impedirne, o almeno arginarne, le scorrerie.        

     Discorsi appunto da ignoranti, salvo il dettaglio che in simili faccende nemmeno gli esperti fanno migliore figura. Le cronache sono piene di Premi Nobel che sballano ogni previsione e agenzie specializzate che fino a ieri consigliavano di acquistare spazzatura. Comunque non è questo il punto. Per il comune cittadino la questione è – come definirla? – di difesa psicologica, di salvaguardia del proprio equilibrio nervoso. Vediamo di spiegarci.        

     Capita un bel mattino a noi ignoranti di leggere sul giornale e sentire dalla Tv che l’Italia, percossa appunto dalla Speculazione, sta per fare la fine di Grecia e Portogallo. Avendo e no pacchetti di azioni, o semplicemente qualche risparmio nel conto corrente, c’è da rabbrividire. Per i più abbienti, un passo verso la povertà. Per chi è già povero, o press’a poco, la certezza che stipendi e salari prenderanno un’altra bastonata. Già le famiglie faticano ad arrivare alla fine del mese. Figuriamoci adesso con l’arrivo di questa nuova orda barbarica, l’anonima armata della Speculazione.    

     Passano ventiquattro ore e, miracolo, stampa e Tg cambiano totalmente registro. E’ vero che la Borsa di Milano si è un po’ innervosita. Ma alla fine degli scambi si è passati dal calo all’attivo. Bene anche i Bot e Cct, che sembravano sul punto di diventare carta straccia. Così, senza quasi transizione. Prima ci fanno morire di paura e poi niente, come non detto.      

     Ora, per quanto grande sia la nostra ignoranza, certe cose perfino noi le sappiamo. Per esempio che in Italia la situazione resta in bilico, che i rischi permangono, che il governo farà bene a varare subito la manovra economica accettando anche l’apporto dell’opposizione, la quale a sua voltà non dovrà tirare troppo la corda. Piace a pochi, codesta manovra: ma pare che a questo punto il poco sia meglio di niente. In altri termini, attraversiamo una fase da affrontare con calma e intelligenza, salvando il salvabile e guardando al domani.    

     Bene. Possiamo permetterci di consigliare anche ai massmedia, oltre che a governanti e oppositori, il senso della misura? Se il lunedi mattina si annuncia la catastrofe, e già il martedi si dà tutto per cambiato, vuol dire che qualcosa non fiunziona. Per lo meno nei titoli terroristici a tutta pagina, che ci mandano per traverso la colazione. Sennò sarà come gridare al lupo. Magari al prossimo annuncio di tragedia pensiamo che sia di nuovo uno scherzo, e il lupo arriva per davvero.  

Giorgio Vecchiato
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Postato da roveri il 13/07/2011 10:02

Ottimo articolo. Semplice ma esaustivo e chiaro.
Alberto Roveri

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