Veglia per il lavoro che non c'è

Le Acli, la Cisl e il Movimento cristiano lavoratori invitano a pregare tutta la notte per la disoccupazione giovanile.

09/05/2011

In tutta Italia, le Acli, la Cisl e il Movimento cristiano dei lavoratori (Mcl) organizzano domani sera 10 maggio una veglia di preghiera per i giovani e il lavoro, contro la precarietà e la disoccupazione. Vuole essere il segno dell’assunzione di responsabilità dell’intera comunità cristiana verso la situazione economica: “Anche in un momento di forti elementi di negatività, si può uscire dalla crisi ed è possibile farlo tutti insieme, senza spaccature generazionali”. A Roma, nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme, partecipano il presidente nazionale delle Acli, Andrea Olivero, e il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni.

Organizzati insieme agli uffici diocesani della Pastorale sociale e del lavoro, vari momenti di preghiera e di riflessione si terranno contemporaneamente in molte città italiane, da Nord a Sud. Le veglie si collocano sulla scia della beatificazione di Papa Wojtyla, che, come ha ricordato Bonanni al convegno "Un Primo Maggio speciale. Giovanni Paolo II beatificato nel giorno della Festa del Lavoro", fu "il primo Papa che appena eletto ha cominciato a frequentare le fabbriche. Un operaio che ha lavorato e ha conosciuto direttamente la sofferenza".
 
Trent’anni fa, promulgò la Laborem Exercens, la sua prima enciclica sociale, dedicata proprio al lavoro. A questo documento si richiama Maurizio Dreazzadore, Responsabile nazionale dell’Ufficio del lavoro delle Acli, per sottolineare come sia necessario mettere l’accento non solo sul problema quantitativo della mancanza di lavoro, ma anche sul senso del lavoro per la persona e la società. “È la grande attualità della Laborem Exercens, che pone il lavoro al centro della questione sociale. Per questo, le veglie di questa sera vogliono richiamare l’attenzione in particolare sulle giovani generazioni, che stanno pagando il prezzo più alto.” Sono state varate delle misure d’emergenza per arginare la crisi, ma la disoccupazione giovanile è al 28,6%, cresciuta  del 7% in tre anni. Secondo Drezzadore, “in questi anni, i giovani hanno dimostrato un forte coraggio nell’affrontare le avversità del mercato, in un momento di passaggio dalle più ampie tutele (posto fisso, ammortizzatori sociali di protezione) ad una situazione di eccessiva precarietà, ma la politica può intervenire strutturalmente”.

La prima richiesta delle Acli è  l’estensione, tramite agevolazioni fiscali, del contratto di apprendistato, affinché possa sostituire le forme atipiche di lavoro; la seconda proposta è riorganizzare la filiera dell’istruzione professionale per superare il disallineamento tra formazione scolastica e realtà aziendale: secondo Unioncamere, le piccole-medie imprese cercano 80-130.000 figure professionali per cui mancano candidati adeguati. Per le Acli “si tratta di misure importanti per affrontare la crisi. È infatti possibile e doveroso offrire proposte praticabili di cambiamento che vadano oltre lo sconforto, la rassegnazione e la generica contestazione.” In questa direzione, i promotori delle veglie lanciano al mondo del lavoro l’invito di Wojtyla “Non abbiate paura!”. Per Drezzadore, vuol dire “saper riprendere l’universalismo e l’attenzione al mondo di Giovanni Paolo II e chiedere, anche in tempo di crisi, la salvaguardia e l’estensione ai Paesi emergenti i diritti dei lavoratori. Se i giovani sapranno rispondere all’appello, saremo sulla strada giusta per un modello di sviluppo sostenibile”.    

Stefano Pasta
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