09/09/2010
La contestazione di Bonanni alla festa del Pd a Torino.
«Vorrei parlare con la ragazza fermata ieri dalla polizia a Torino. La ragazza che era nel gruppo delle persone che mi hanno violentemente contestato». Raffaele Bonanni, leader della Cisl, è sereno dopo la contestazione di ieri alla festa del Partito democratico di Torino. Dopo Schifani è toccato a lui. I contestatori, con tutta probabilità giovani appartenenti ai centri sociali, lo hanno preso di mira con insulti (“Marchionne comanda e Bonanni obbedisce”) e lanci di fumogeni, cotringendolo ad abbandonare la platea.
Che cosa direbbe a quella ragazza che l’ha contestata?
“Ha la stessa età di mia figlia. Le direi di stare lontana dai cattivi maestri, quelli delle ideologie morte, ma anche da coloro che alzano i toni perché non hanno argomenti e quindi accusano gli altri. Mi piacerebbe spiegarle cos’è il lavoro”.
E che cos’è il lavoro per Raffaele Bonanni?
”Non esiste alcun diritto senza una fabbrica, senza il lavoro. Il lavoro in un contesto così complicato come quello europeo e sopratutto mondiale in questa crisi. Se non ci sono le fabbriche, difendere i diritti delle persone non serve e nulla, perché quelle persone non sono lavoratori, ma disoccupati. L aprima emergenza è salvare il posto. Se le fabbriche chiudono, si perdono i diritti. Se le fabbriche stanno in piedi giocando su quantità e qualità per tener testa alla concorrenza internazionale, i dirriti saranno lì. Ecco perché parliamo di competitività delle aziende”.
Non la colpisce il fatto che siano stati dei giovani a contestarla?
“Che i giovani si indignino rispetto alle ingiustizie è normale, sara' sempre cosi' ed e' anche giusto. Le ripeto, è importante però non mettere i giovani in contatto con i cattivi maestri”.
Ma chi sono oggi i cattivi maestri?
“Ne vedo tanti in Italia, per ipocrisia per cinismo e perche' affezionati ancora a ideologie morte che tentano di volta in volta di far saltare il banco. La verità è che nel nostro Paese esiste anche un problema di libertà di espressione che si restringe ogni volta, come purtroppo è accaduto negli ultimi tempi, quando molti alzano il volume, alzano i toni della polemica e al posto di garantire una dialettica civile accusano l’altro delle cose più sballate. Questo è l’innesco sopratutto per giovani, inesperti, nel lanciarsi in un gioco di violenza. Per i giovani dei centri sociali io non sono uno che ha un’opinione diversa da loro, sono uno che sta sbagliando e deve essere abbattuto”.
Francesco Anfossi