Yara: il campo e la discoteca

Il corpo della ragazza è stato abbandonato a poca distanza da una discoteca assai nota e frequentata. Le indagini della polizia, i commenti dei ragazzi.

05/03/2011
Yara Gambirasio.
Yara Gambirasio.

“A essere qui stanotte mi batte forte il cuore per quella ragazza, per Yara”. Felpa blu, pantaloni con la vita bassa e un forte accento bergamasco, il diciottenne non fa in tempo a terminare la frase che la strada davanti alla discoteca viene all’improvviso invasa dai mezzi della polizia: una carovana formata da quattro camionette, due pattuglie del reparto prevenzione crimine, la Squadra mobile, la Stradale, i cinofili e anche la polizia locale.

     È da poco passata l’una e mezza del venerdì notte al Sabbie mobili evolution, il locale a Chignolo d’Isola che si trova soltanto a una cinquantina di metri, in linea d’aria, dal punto in cui, una settimana fa, un aeromodellista ha trovato, per caso, il corpo senza vita della tredicenne di Brembate Sopra, a tre mesi esatti dalla sua scomparsa.     

    Anche quel 26 novembre era un venerdì come questo: secondo gli investigatori chi ha ammazzato Yara l’ha abbandonata in questo appezzamento di terreno quella stessa sera. Lì, tra i rovi, ci è rimasta per altri 14 venerdì sera tutti uguali, senza che nessuno, qui alla discoteca, potesse immaginare. Questo è il primo venerdì sera in cui si sa che Yara era lì e per questo non è una sera qualunque.

     Anche per questo la polizia ha deciso di organizzare questo blitz in grande stile, che proseguirà fino all’alba: visto che chi ha ucciso e portato in via Bedeschi la piccola Yara non poteva non conoscere quella zona così isolata, gli inquirenti non possono escludere che fosse un frequentatore anche di questo locale notturno. Nella discoteca ci sono circa duecento ragazzi, tra cui anche diversi minorenni.

Una locandina del "Sabbie mobili".
Una locandina del "Sabbie mobili".

Ragazzi curiosi e commossi    

     Per entrare ci vuole una tessera: “Il locale è un club privato", spiega un buttafuori all’ingresso, "e non entra chiunque”. Tutti i frequentatori sono registrati e questo facilita il lavoro della polizia. Stanno ballando già da qualche ora quando l’ingresso dei tanti poliziotti interrompe la musica: all’improvviso le luci psichedeliche e colorate vengono spente e si accendono i freddi neon. A tutti vengono chiesti i documenti e anche il numero di cellulare. “Io non gliel’ho mica dato il mio numero, come si permettono di chiedermelo?”, sbotta un ragazzino uscendo, con indosso soltanto una magliettina nera come fosse luglio, a sfidare i 6 gradi di questa notte.      

     “Ma credono di trovarlo qui dentro? Mi sembra impossibile”, sussurra un altro ragazzo. All’esterno ci sono anche tanti giornalisti, soprattutto delle tivù: tutti erano qui per realizzare un servizio sulla “prima notte alla discoteca vicina al corpo di Yara” e si sono imbattuti in questo maxi controllo. Il 16 dicembre, alla stessa distanza che separa la discoteca dal luogo dove c’era Yara, era stato trovato il corpo senza vita di un altro giovane, anche lui ammazzato: Eddy Manuel Barone Castillo, dominicano di 26 anni. I clienti del Sabbie mobili erano stati sentiti dai carabinieri anche dopo quel delitto, del tutto estraneo – hanno fatto sapere gli inquirenti – al caso di Yara, se si esclude la coincidenza del posto in cui sono stati abbandonati i due corpi, sempre via Bedeschi.     

     Nessuno immaginava, a metà dicembre, che Yara fosse così vicina. E nessuno lo immaginava nemmeno una settimana fa, la notte prima del ritrovamento del corpo. “A me sembra strano che fosse lì da così tanto tempo", dice un giovane. "Certo fa un particolare effetto che nessuno se ne sia mai accorto. Il viavai è notevole in questa zona, anche di notte”.      

     Il gestore di un chiosco mobile di panini che si piazza, il venerdì e sabato sera (gli unici due giorni di apertura del locale), proprio in via Bedeschi, giura che di solito nel parcheggio ci sono molte più auto di questa sera e che probabilmente in molti non sono voluti venire a ballare qui per rispettare Yara.

     Prima dell’arrivo della polizia, tanti ragazzi avevano fatto una tappa fino in fondo a via Bedeschi, nel punto più vicino al luogo dove è stata trovata Yara e dove si è formato un “altarino” di fiori, messaggi e peluches per la tredicenne. Una breve sosta in macchina, con i fari che squarciano il buio del campo di rovi: rapidi istanti di raccoglimento, forse anche di preghiera, e poi via, a parcheggiare l’auto e buttarsi nella discoteca, schivando qualche bottiglia di birra vuota a terra e qualche ragazzo già un po’ brillo che ondeggia sulla strada.

Fabio Conti
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Postato da dino avanzi il 06/03/2011 00:23

Noi adulti ai giovani, agli adolescenti sappiamo solo offrire discoteche da sballo, divertimenti sempre al limite; le discoteche devono "per forza" chiudere all'alba, perché ogni limite deve essere per forza superato e tutto questo in nome del profitto. Per la piccola Yara, penso che a noi persone comuni non rimanga che rifettere e per chi crede è opportuna anche la preghiera; le ipotesi lasciamole agli "esperti" e alle trasmissioni televisive. Personalmente ritengo che si stiano facendo troppe "ipotesi" soprattutto da parte dei mass media, anche qui in nome degli indici di ascolto e quindi ancora profitto.
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