Adro, il benefattore è Cavaliere

Silvano Lancini saldò le rette arretrate della mensa che alcune famiglie, quasi tutte straniere, non ce la facevano a pagare. Il presidente Giorgio Napolitano ne premia la generosità.

L'onorificenza conferita dal presidente Napolitano

21/01/2012

Il Quirinale ne ha apprezzato generosità e misura. Giorgio Napolitano ha firmato. E così Silvano Lancini, il “benefattore di Adro” sarà Cavaliere della Repubblica. “Non mi interessa la notorietà, voglio solo non vergognarmi per quello che accade nel mio Comune”, aveva dichiarato nel 2010 quando era intervenuto in difesa dei bambini che il sindaco leghista Oscar Lancini voleva lasciare senza mensa perché in ritardo con i pagamenti. 

Aveva saldato lui, con un assegno di 10.000 euro, tutto il dovuto e si era schierato con l’associazione che gestiva la mensa e che non aveva intenzione di discriminare i ragazzini. La vicenda, che risale all’aprile del 2010, è nota: 40 bambini avevano ricevuto l’avviso di sospensione del servizio mensa perché i genitori non avevano pagato le relative rette. Dopo l’avviso alcuni si erano messi in regola, ma le famiglie di altri 24 bambini,  in stato di necessità, non erano riusciti a pagare il dovuto. 

L’imprenditore, fondatore e amministratore della Smea di Erbusco, specializzata nella consulenza e nella fornitura di prodotti informatici, si era sentito in dovere di intervenire. Lo aveva fatto anonimamente, ma il suo nome era venuto presto a galla. Le motivazioni, spiegate in una lettera che Famiglia Cristiana ha pubblicato integralmente, ne avevano fatto un eroe buono, un paladino dei deboli, mentre lui continuava a ripetere “ho fatto solo il mio dovere”. 

«Non sono comunista. Alle ultime elezioni ho votato Formigoni», aveva scritto tra l'altro. «So perfettamente che tra le 40 famiglie ci sono furbetti che ne approfittano. Ma vedo intorno a me una preoccupante e crescente intolleranza verso chi ha meno (...) I miei compaesani si sono dimenticati in poco tempo da dove vengono».  

Annachiara Valle
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Postato da folgore il 24/01/2012 00:36

L'Italia è piena di genitori che fanno sacrifici per mandare i figli a scuola. Che non sanno cosa sia un ristorante, una pizzeria o anche un viaggio (non dico una crociera) per avere il denaro per le tasse scolastiche e anche la retta della mensa (praticamente obbligatoria, in quanto vietato portare un panino per pranzo). Ora non facciamo di un'erba un fascio. Vi saranno famiglie che non pagano per problemi economici, ma occorre stanare i furbetti (eufemismo). Luciocroce, non sono istinti primordiali ma giustizia da parte di un amministratore (preciso che non sono di Adro, a scanso di equivoci) che si trova a conciliare tra chi paga il dovuto e chi, a prescindere dai motivi, non lo fa. O pensi che chi paga lo fa perché vive nell'oro? Cosa dovrebbe dire un Sindaco (PDL,Lega,UDC o PD che sia): "Vedete cari concittadini, queste sarebbero le tasse da pagare. Poi se uno le paga va bene, altrimenti non importa, non andrò a riscuoterle. Chi pagherà si accollerà anche le quote di chi non paga". Perché se uno non paga la mensa, a prescindere dai suoi motivi, c'è qualcuno (Stato=tasse di tutti, altri componenti della scuola o altri genitori) che lo dovrà fare per lui. E' desiderio primordiale chiedere che tutti paghino il dovuto?

Postato da folgore il 22/01/2012 21:22

Allora tutte le famiglie che hanno sempre, come la mia, pagato le rette della mensa scusandosi di un piccolo ritardo cosa sono?

Postato da luciocroce il 21/01/2012 21:09

Un'onoreficenza davvero meritata! Da troppi anni , lentamente, giorno dopo giorno, in questo Paese si è diffuso un amaro rancore preventivo nei confronti di tanti. E si è arrivati a coinvolgere in maniera diretta anche i bambini. E si sono visti sindaci e assessori agitare spettri e propaganda per far venire ai cittadini la bava del livore alla bocca, sperando di interpretare istinti primordiali e alimentare così il proprio consenso. Così ad Adro alcuni bambini stranieri, non in regola con il pagamento della refezione, sarebbero dovuti rimanere a digiuno. E quando il Sig. Silvano Lancini, un imprenditore, volle saldare il debito per conto delle famiglie morose, si sollevò un coro di proteste astiose, furono addirittura organizzate raccolte di firme contro la sua donazione. Perché? Perché si era azzardato a guastare il clima di ritorsione collettiva e vendicativa, a "sporcarlo" con un gesto evangelico. Onore, quindi, ad un uomo che non si voltò dall’altra parte, che rifiutò di diventare complice di un modo di vivere fondato sulla ripugnanza.

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