Buffon, il più grande sfida il tempo

Torna tra i pali in una partita ufficiale il portiere titolare della Juventus. Si è preparato per mesi: ma resterà a Torino o cederà alla "pressione" di un'esperienza all'estero?

12/01/2011

Domani sera allo stadio olimpico torinese, per l’incontro di Coppa Italia col Catania, ritorna nella Juventus quello che è stato a cavallo dei due millenni il più forte portiere del mondo e che lo è probabilmente di tutti i tempi, cioè Gianluigi Buffon da Carrara, anni 33 il 28 di questo mese. L’ultima sua partita era stata quella persa a Milano contro il Milan, 3 a 0, il 15 maggio 2010. Poi l’ernia del disco lo aveva fermato: operazione e lenta dolorosa riabilitazione, con umiltà da principiante e orgoglio da campione. In mezzo a scetticismi sul suo pieno recupero fisico e anche a cattiverie, perché non tutti accettano che lui sia felice con la bella moglie, una modella notissima che gli ha dato due figli.

      Si sono cercate tante spiegazioni arzigogolate per il fallimento azzurro al Mondiale sudafricano della scorsa estate, se ne cercano per una crisi abbastanza seria della Juventus, che con lui arriverà a schierare nella seconda stagione consecutiva dei tanti troppi infortunati il suo trentasettesimo uomo, parlando ovviamente di partite ufficiali. Probabile che anche con Buffon tra i pali la Nazionale italiana non avrebbe confermato l’acrobatico successo del 2006, probabilissimo che non avrebbe fatto quella bruttissima figura. Possibile che questa Juventus 2009/10 non sarebbe in corsa per lo scudetto anche con Buffon in porta, possibilissimo che avrebbe qualche buon punto in più, anche se Storari è parso assai più che una riserva, un ripiego.

      Personalmente stiamo con Michel Platini quando dice che nel calcio di un certo livello professionistico più o meno tutte le squadre si equivalgono, tattiche o non tattiche tanto è tutta fuffa, e che la differenza è fatta dall’arbitro, dal caso e dalla prodezza individuale, quella di un attaccante o di un portiere, quella che crea il gol o lo evita. Buffon ha dato spesso il di più salvando la porta della Juventus e della Nazionale in circostanze in cui soltanto lui poteva fare quell’intervento, miracoloso dunque per lui normale.

      Il problema adesso è casomai quello del recupero fisico e anche del recupero psicologico. Il portiere è l’unico della squadra al quale è vietato l’errore. Buffon ha del portiere la calma sicura, figlia prediletta dell’esperienza, e a 33 anni dovrebbe avere ancora l’agilità necessaria. Ma le sue ultime stagioni lo avevano visto combattere, umilmente ed efficacemente però anche durissimamente e a prezzi alti, contro infortuni di genere assortito, più o meno tutti prodromi di un incipiente logorio, fisiologico si capisce. Comunque la piccola remora fisica secondo noi deve limare l’ottimismo sul rientro meno che la complessa remora psicologica: che non è di Buffon verso la Juventus, che lui ha seguito anche in serie B, è della Juventus verso Buffon, il quale capisce e patisce.

      Capisce che il suo contratto, sei milioni netti l’anno sino al 2013, è onerosissimo per un club che aderisce alla neo austerità generale (tutto è relativo, si capisce, ma sembra proprio che spiri un timido venticello economico nuovo). Capisce che se qualche club, preferibilmente straniero, si volesse pagare il lusso di un Buffon in porta la Juventus lo cederebbe, sia pure recitando sino all’ultimo la commedia del dispiacere. Capisce che lui e Alessandro Del Piero (età anni 36, contratto quattro milioni l’anno, grossa a scadenza a giugno) possono diventare due “casi”. Capisce persino che gli manca, dopo Parma e tanta Torino (dal 2001), una esperienza all’estero, per rifinire a tutto tondo il suo personaggio. Capisce, e chissà se patisce, magari proprio nel momento di volare fra i pali, di avventarsi sull’attaccante avversario.

      Si è preparato al rientro (totale? parziale? e cosa accadrà domenica in campionato, contro il Bari?) con un allenatore dei portieri, evitando i contatti con la squadra, e questo per mesi e mesi. A un certo punto è sembrato quasi in rotta di collisone con l’allenatore Del Neri, uno che sa scegliersi avversari importanti per affermare la sua autorità. Adesso deve giocare, parare. Ma se dovesse semplicemente parare, nessun problema, è capace eccome. Però deve essere, come sempre, qualcosa di più che un giocatore, un campione. E’ straricco, ma ci sono momenti, situazioni in cui sembra quasi elemosinare una sorta di comprensione. Noi siamo con lui, in pieno. Ma è lui che deve fare tutto. E nel mondo del calcio, il più fetente dei mondi.

Gian Paolo Ormezzano
Preferiti
Condividi questo articolo:
Delicious MySpace

I vostri commenti

Commenta

Per poter scrivere un'opinione è necessario effettuare il login

Se non sei registrato clicca qui

tag canale

MODA
Le tendenze, lo stile, gli accessori e tutte le novità
FONDATORI
Le grandi personalità della Chiesa e le loro opere
CARA FAMIGLIA
La vostre testimonianze pubblicate in diretta
I NOSTRI SOLDI
I risparmi, gli investimenti e le notizie per l'economia famigliare
%A
Periodici San Paolo S.r.l. Sede legale: Piazza San Paolo,14 - 12051 Alba (CN)
Cod. fisc./P.Iva e iscrizione al Registro Imprese di Cuneo n. 00980500045 Capitale sociale € 5.164.569,00 i.v.
Copyright © 2012 Periodici San Paolo S.r.l. - Tutti i diritti riservati