Pallone folle: più calci che calcio

Aggressioni a calciatori e presidenti, sputi, insulti, macabre messe in scena. Ma il calcio italiano può vivere solo della bella storia di Farina?

11/01/2012
Simone Farina, il calciatore del Gubbio (questa foto e copertina: Ansa).
Simone Farina, il calciatore del Gubbio (questa foto e copertina: Ansa).

Il bollettino di guerra del calcio italiano ha registrato in tre giorni sette brutti episodi contro un episodio bello, quello di Simone Farina, giocatore del Gubbio, santificato per il suo apporto alle indagini nel caso delle scommesse, con il rifiuto a lasciarsi corrompere e la denuncia dei rei.


     Farina è stato invitato a Zurigo, per la cerimonia della consegna del Pallone d'Oro al suo collega Messi, oltre che dal presidente del calcio europeo Michel Platini, dal presidente del calcio mondiale, lo svizzero Joseph Blatter, grande esperto di maneggi messi in atto anche all'interno del suo ente. Sette a uno, punteggio tennistico a pro del male, in un tie-break senza storia. Con una certezza: che i punti “cattivi” aumenteranno.

     Riassumendo: quattro aggressioni di tifosi verso calciatori e dirigenti (pugni per il presidente della Triestina, sputi per i giocatori della Sampdoria, assalto di incappucciati per i giocatori dell'Ebolitana, minacce e mani addosso ai calciatori del Livorno); una durissima aggressione orale e scritta a Borriello, da poco acquistato da quella Juventus che lui aveva rifiutato un anno e mezzo fa, insultato da uno striscione infamante dei tifosi bianconeri a Lecce, sotto minaccia di bis a Torino dove fra l'altro la tifoseria juventina fa rissa interna perché si spezza in due, chi con lui chi contro di lui; alcuni tifosi della Fiorentina che si offrono in rete per una foto macabra e squallida in cui formano la scritta “Gobbi -39”, a ricordare il numero dei tifosi della Juventus morti nella tragedia dell'Heysel; il caso di De Sanctis, portiere del Napoli, il quale accoglie male, gesti ed espressione, il gol del 4 a 1 segnato dal suo compagno di squadra Cavani al Lecce (subito i sospetti, visto che le scommesse ormai vertono più sui punteggi che sugli esiti delle partite).

     Sei episodi sono incontrovertibili, mentre De Sanctis viene proclamato da chi lo conosce semplicemente un tarantolato dalle vicende della partita, con atteggiamenti assurdi nati dalla sua tensione e non da altro. Intanto non solo si temono di ora in ora nuovi annunci di violenze, ma anche si rileggono fatti di pochissimo tempo fa, e si indaga sulla loro “qualità”. Pare che la Lega Pro del Centro-Sud si possa rivelare una miniera di cosacce se chi sa parla, chi ha visto ricorda, chi ha documentato si palesa col suo documento.

     La crisi del nostro Governo sembra in questi giorni impegnare gli onorevoli al di là del rituale, tipico in questi casi, delle interrogazioni parlamentari spesso demagogiche. E non è un male. Altra violenza di tipo diciamo classico, omicidi e rapine, Roma e non solo Roma, sembra ridurre, nel confronto, la portata della violenza calcistica. Ma se pensiamo che questa stessa violenza calcistica si esplica nel settore dello sport, dove dovrebbero imperare lealtà, onestà, rispetto, educazione convivente con la passione, il collage di questi giorni diventa una cosa bruttissima, gravissima, tristissima. Sotto accusa gli ultrà, anzi le fazioni di ultrà che magari si fronteggiano con le stesse sciarpe, nella stessa curva, ognuna rivendicando a sé l'amore di più preziosa e alta caratura. 

      Mancano comunque indizi certi, studi accurati protratti nel tempo: gli stessi tuttologhi “prezzemoli” esitano a dire la loro. E nel buio dell'ignoranza colpevole affiora la lucina (livida) di una tesi che infondo rappresenterebbe una vaga ipotesi di identificazione delle cause, del problema: e se i tifosi più caldi, intervenendo pesantemente e anche volgarmente sui giocatori e dirigenti, volessero riprendersi il calcio che la televisione sta portando loro via, riducendo con vari provvedimenti ostativi l'accesso alla sacralità dello stadio/tempio, favorendo minicurve sul divano di casa?

     Insomma, un deplorevolissimo orribile eccesso di amore, ma almeno non la violenza fine a se stessa o, peggio ancora, ispirata e comandata da chi sa e vuole criminalmente sfruttare del calcio, e dello sport, l'amore trasformandolo (pare facile o almeno non difficile, lo dice tanta storia del mondo) in odio? Per chiudere però con un punto esclamativo, segnaliamo Fabio Pisacane, della Ternana. L'anno scorso giocava nel Lumezzane e denunciò un tentativo di corruzione per truccare un incontro con il Ravenna. Bisognava dirlo a Blatter, avrebbe chiamato alla festa di Zurigo anche lui!

Gian Paolo Ormezzano
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Postato da martinporres il 12/01/2012 02:40

Torniamo ad una seria A a 16 formazioni.

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