10/11/2011
Antonio Cassano con la maglia della Nazionale.
Il campionato si ferma per la Nazionale, la sosta serve a tutti permettere ordine nei pensieri, persino a quelli del Bar Sport che, traditissimi dal bruttissimo film tratto anzi malamente estratto dal grande libro di Stefano Benni, si trovano con un’icona “culturale” in meno e dei problemi in più. Problemi vitali, quasi esistenziali (un’esistenza è più di una vita; o no?), tipo: Lazio e Udinese possono tenere il comando? In ogni caso, la loro leadership è un di più o un di meno per il nostro calcio? La Juventus con una partita in meno insegue o invece arpiona, artiglia le prime due? Il Milan senza Cassano finirà presto o tardi per rimpiangere anche le follie del Nostro, o Ibrahimovic colmerà il deficit di indispensabile estro aumentando le follie sue? Davvero si può parlare di zona retrocessione per l’Inter? Una volta tutta questa robaglia veniva chiamata splendida incertezza, si giocava con essa al gioco dell’attesa e amen, poi siamo diventati tutti esperti saccenti, e dunque ognuno ha e può ammollarsi la sua risposta, e anche ammollarla agli altri se trova un Bar Sport di suo gusto.
Il Ct Cesare Prandelli in allenamento con Mario Balotelli.
Adesso comunque è tempo di sostare sulla squadra che tutti dobbiamo amare, la Nazionale. Gioca in amichevole contro Polonia là e Uruguay qua, l’11 e il 15, Prandelli ha perso i lungodegenti Cassano e Rossi (e ci sono problemi fisici, si spera di poco conto, anche per Giovinco che stava diventando goleador), ed ha paura di avere trovato troppo Balotelli. Le gesta inglesi del ragazzo, ormai stella quasi fissa del Manchester City di Mancini, sono una buona ed una brutta notizia: Balotelli parla e dice persino cose giuste o almeno non pazze, Balotelli è davvero un grosso calciatore, Balotelli se prende coscienza piena del suo valore può addirittura diventare un saggio calcolatore, col rischio che si evolva in sfruttatore furbo, quasi perfido della situazione, invece che rimanere pur sempre quel folle improvvisatore, spesso anche divertente, che è.
Guai se Balotelli fosse autorizzato dalla leadership azzurra a sentirsi un arrivato, un intoccabile In campo e fuori potrebbe scatenare “al volo” un qualche inferno di indisciplina, di pazzia, di arroganza, di ingenuità spaventosa. Da farci rimpiangere le “cassanate”. Prandelli lo vede fare coppia azzurra in attacco con Osvaldo, argentino naturalizzato italiano, arrivato da noi all’inizio del 2006, in B con Atalanta e poi con il Lecce, in A con la Fiorentina e poi con Bologna, senza mai entusiasmare, quindi a Barcellona nell’Espanyol, adesso di ritorno, voluto dalla Roma. Ha 25 anni, un fisicone, e dà del tu al gol. Ma non lo vediamo convivere bene con Balotelli, sia psicologicamente che tecnicamente: davvero troppo diversi, i due, Osvaldo per il gol, l’altro per lo show. Il secondo tandem da gol è costituito, per Prandelli, da Matri e Pazzini, due che non hanno sicurezza del posto fisso nella Juventus e nell’Inter. Il citì è tipo saggio e coraggioso insieme, mica poco. Tanti auguri, ma anche tanta curiosità per vedere se e come esce dall’emergenza.
L'attaccante della nazionale italiana Giampaolo Pazzini (a sinistra) e il centrocampista Simone Pepe durante un allenamento degli azzurri al centro tecnico di Coverciano, a Firenze.
Il campionato, allora. Il rinvio di Genoa-Inter a Genova per paura e lutto cittadino, di Napoli-Juventus a Napoli per paura, sembrano quasi essere stati studiati per aumentare il thrilling: mancano due verdetti che potevano stoppare o inaugurare sogni, paure, discussioni appunto nel Bar Sport, dove è improbabile che si faccia tardi parlando di Lazio e Udinese e aspettando il Milan che sta per fare acquisti. E si sa che per i calciofili più c’è incertezza più c’è spazio per tanta saccenza, tanto bla-bla-bla, tante sviste innocue che annegano nell’ignoranza comune. Da questo punto di vista il campionato in corso è l’ideale: poco gioco, tanti misteri più o meno buffi, classifica cortissima che permette sogni di recupero anche ai paria.
La Juventus in una partita di Campionato.
La Juventus è al di là delle sue stesse aspettative: sembra che il non disputare coppe significhi almeno stanchezza minore e maggiore disponibilità di giocatori. Il Napoli ha la Champions League che lo turba con incubi di eliminazione, e ha smarrito il Cavani dello scorso campionato. Lo stop giova di più al Napoli stancuccio, e la Juventus infatti si è arrabbiata. Comunque il fatto del confronto diretto rinviato impedisce che ci si appigli ad un verdetto, e dunque alimenta il campiello generale, che ospita la voce forte di una Juventus consultata poco per il rinvio e niente per il recupero. Che bello. Quanto all’Inter, ogni giorno che passa significa un avanzamento verso il mercato di riparazione, ma anche un peso anagrafico in più per i suoi troppi giocatori troppo vecchi.
E buona lettura della palla di vetro opaco che ogni calciofilo/calciologo porta con sé.
Gian Paolo Ormezzano