Calcio, tutto finto tranne il tifo

La classifica, scommesse permettendo, è l'unica cosa vera. Finta, invece, la tranquillità nonostante la mannaia di scommettopoli che pende. Fintissimi i buoni sentimenti.

10/03/2012
Cesare Prandelli.
Cesare Prandelli.

Ma ci stiamo accorgendo che si sta disputando un campionato italiano di calcio quasi tutto finto?  Cominciamo dal “quasi”, nel senso di dire subito cosa c’è, o almeno appare, di vero: poca cosa, si fa più in fretta.

Di vero, intendiamoci, stando ai sacri parametri morali e pratici dello sport. Di vero dunque c’è la classifica dove, finalmente esaurita la coda dei recuperi, il che se non altro sembra avere sancito la fine dell’inverno. Il Milan conduce con due punti di legittimo vantaggio sulla Juventus e sei su Lazio e Udinese. Napoli (bello ma discontinuo), Roma e Inter sono molto staccate e non sembrano in grado di inserirsi nella lotta per i tre posti (novità riduttiva della prossima stagione) concessi al nostro calcio nella Champions League.

La sfida potrebbe anche essere appassionante, non fosse che Lazio e Udinese sono incostanti, mentre Milan e Juventus hanno dalla loro una certa regolarità di andatura. E in più rossoneri e bianconeri sono d’accordo nel recitare in campo la guerra e agire però insieme in Lega contro i “minori”, come abbiamo scritto e non smetteremo di scrivere.

Adesso la Juventus stanca e slombata va a Genova e Firenze, mentre il Milan riceve il Lecce e va a Parma. Fra poco anche lo scudetto potrebbe in pratica essere assegnato, tanto più che il Milan ha tempo in Champions per riprendersi  dalla grande paura, dopo che il 4 a 0 dell’andata gli è stato appena sufficiente per non perire (0 a 3) nel ritorno sul campo dell’Arsenal. Passiamo decisamente al settore-finzioni. E’ finta la pace nella Lazio fra il presidente Lotito e il tecnico Reja, dimessosi e subito richiamato. Come è finta la pace nel Napoli fra De Laurentiis presidente e Mazzarri allenatore: il rapporto fra i due verrà deciso dagli esiti della Champions League.

Per un’Udinese “vera”, ecco la  finta Roma americana che finge fiducia Luis Enrique allenatore spagnolo, nel nome di un progetto che nessuno sa bene cosa sia. È fintissima l’Inter dove deve essere successo qualcosa di molto grave e mimetizzato, se campioni di appena ieri si sono di colpo imbrocchiti. E’ finto questo Moratti che sembra sereno e che però, per tornare a vincere alla grande, deve mettere in bilancio un esborso sui cento miliardi.  

E’ finta soprattutto la tranquillità di squadre che presto, molto spesso, la mannaia di Scommettopoli potrebbe decapitare. Persino il capo della polizia Manganelli ha annunciato prossimo sconquassi, quando la giustizia sportiva si dovrà pronunciare sulle inchieste delle procure di Cremona e Bari. Rischiano tante squadre, anche di A, anche di nome.  

E se non accadrà nulla, o se le pene grosse si limiteranno a squadre di serie B, la finzione sarà completa, riguarderà anche gli organi giudicanti, i giudici, la non sanità morale, insomma, del calcio tutto.  E’ finto anche il coro di d’Italia che, cantato nel nostro calcio assai più che un tempo, finisce, spalmato su troppe occasioni, per diventare marmellata che, se splamata su troppo pane, non dà più gusto.

Il citì Prandelli ha chiesto più giorni tutti per la sua Nazionale, i club hanno detto di no, ed è una finzione anche l’amore per l’azzurro, nonostante l’impegno estivo cioè vicino del campionato d’Europa.  E’ stata finta la vampata di sentimento con cui il Novara ha offerto la panchina a Mondonico, reduce dalla vittoria su un brutto male. Siccome lui non può fare il miracolo di salvare la squadra moribonda, siccome ha vinto “soltanto” a Milano contro l’Inter, fuori Mondonico e che torni Tesser, licenziato e licenziato e umiliato appena trentacinque giorni prima.  

Tutto finto, fuorché la nostra calda ingenua cialtrona attenzione. Che è vera. Oh, se riuscissimo a essere finti tifosi…

Gian Paolo Ormezzano
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