10/07/2011
La Ferrari ha scelto (insomma…) per tornare alla vittoria in questo 2011, con un Alonso perfetto, il circuito britannico di Silverstone, dove sessant’anni fa vinse con l’argentino Froilan Gonzales il suo primo Gran Premio di Formula 1. La valenza statistica è alta, dice di una vitalità continua, fa sperare eccome nel futuro. Il presente è più complicato da abbracciare, perché il successo è arrivato alla fine di un balletto sui regolamenti pieno di comicità e confusione.
Una questione di sfiatatoio di gas di scarico utilizzato a fini aerodinamici, le vetture austriache della Red Bull avevano innovato e colpito ancora (sei vittorie in questo 2011 di Vettel iridato nel 2010), la Ferrari ha risposto con i regolamenti e gli adattamenti, la McLaren britannica è sembrata la scuderia più tagliata fuori dalle acrobazie burocratiche della federazione internazionale. Siccome cambieranno ancora alcune cose, è inutile cercar di spiegare una novità tecnica che gli stessi addetti ai lavori non hanno capito bene.
Quella di Silverstone è stata la nona prova su diciannove, adesso c’è una domenica vuota, poi di seguito il Nurburgring in Germania (24 luglio) e il Gran Premio d’Ungheria a Budapest (il 31), poi stop sino al 28 agosto in Belgio. La pausa agostana sarà vissuta all’insegna della chiarezza dei regolamenti o di una ulteriore confusione, con deroghe, concessioni parziali, aggiustamenti? Non lo sappiamo, consola parzialmente il sapere che forse nessuno lo sa.
Ma ci sembra che sia quasi disonesto sciupare il momento del ritorno al successo della Ferrari con queste cosucce, tecniche o cagliostresche che siano. Il senso del successo del Cavallino ha una valenza storica enorme, sa di ripristino dei valori, con conferma dei meriti, di santità e sanità della tradizione.
Nella confusione tecnica massima c’è almeno il sigillo assoluto di una vittoria di chi ha vinto nel tempo più di tutti, c’è la bella storia di giornata scritta da chi ha fatto la Storia. Ecco, pensiamo che tutto il mondo della Formula 1 abbia saputo decidere, almeno intimamente bipede per bipede, che a questo punto una vittoria della Ferrari, con Alonso pilota di valore assoluto, sicuro, storicizzato dai suoi due titoli mondiali, sia un bene per tutti, per l’ambiente, i tifosi, gli esperti e gli appassionati (difficile che i due tipi convivano nello stesso individuo), per il mondo dei motori tutto, che ha un appiglio insieme sentimentale e tecnico di valenza certificata nel tempo, nel lungo tempo.
Nella puzza effettiva dei gas di scarico e in quella diciamo tecnica del loro utilizzo si respira meglio tutti, se vince la Ferrari. Vettel, secondo a Silverstone dove c’è stato pure il solito balletto della pioggia e delle gomme, non ha colto la settima vittoria ma ha visto le sue sei conquistate quest’anno valorizzate proprio dal fatto che la Formula 1 è diventata più seria, grazie alla Ferrari. Alonso non lo tallona da vicino nella classifica iridata, ma di questa classifica contribuisce alla costruzione, all’”arredo”, con un gran bel successo. Importante. Ferrari evviva, Ferrari grazie: in tutte le lingue del circus.
Gian Paolo Ormezzano