Campionato più povero? Meglio così.

Se ne va Eto' e certifica che i pazzi sono altrove. Viaggio nelle follie del mercato, in attesa che cominci il campionato.

04/09/2011

Dopo le canonicamente appassionati vicende del mercato e le provvisoriamente stuzzicanti vicende dello sciopero dei calciatori, ha purtroppo inizio il campionato di serie A del quale sappiamo a priori che non sarà appassionante come la drogata campagna acquisti ricchissima di promesse e attese e illusioni e fantasie, e che in un qualche modo patirà la concorrenza del campionato europeo 2012 non tanto sul piano dell’interesse popolare quanto del comportamento spicciolo di calciatori, italiani e stranieri.


I quali calciatori ad un certo punto della stagione penseranno di più alla imminente ed immanente vetrina internazionale che a quella diciamo locale, alla loro Nazionale che al loro club, persino al loro prestigio in patria che al loro denaro bunkerizzato nelle grandi banche del mondo. Ci sono cifre anche nuove che dicono di grandi movimenti finanziari e persino di nuove tendenze. Le nostre società hanno comprato molto e specialmente all’estero, hanno speso poco in grossi acquisti, e hanno incassato molto in grosse cessioni. 

I 42milioni pagati per Pastore dagli arabi del Paris Saint Germain dove comanda Leonardo ex allenatore del Milan e poi dell’Inter sono un record anche di assurdità, considerata la non accertata caratura mondiale del giovane argentino, nonché di astuzia di Zamparini presidente del club siciliano, e magari assumeranno storicità anche come simbolo di un’inversione di tendenza: arabi e russi e presto americani (quelli della Roma sono apparsi più impresari scozzesi attenti e capaci di resistere alla piazza che sceicchi mediorientali spendaccioni) e cinesi stanno togliendo ai padroni italiani del nostro pallone la qualifica di “ricchi scemi” che appioppò loro, mezzo secolo fa, Giulio Onesti grande presidente del Coni. 

Presto per festeggiare una svolta storica, ma insomma fra crisi nostra di povertà accertata ed accettata e crisi altrui di intelletto al macero qualcosa sta cambiando: e un’Inter che sostituisce con Furlan e Zarate e anche Poli un Eto’o andato in Turkmenistan a guadagnare 20 milioni netti l’anno (record del mondo) per un quadriennio, portando intanto quasi 30 milioni all’Inter stessa per il cartellino, è buon segnale. 

Se Moratti accetterà che Gasperini sia un buon allenatore e non un maghesco Mourinho, se Gasperini serioso piemontese cresciuto come personaggio da panchina in Liguria capirà che Moratti gioca a domino con gli allenatori ma ma resta un presidente quasi ottimale, l’Inter secondo noi potrà e magari dovrà tornare a vincere il campionato e anche di più. Rivale solito il Milan, che ha comprato per tempo (Mexès convalescente) e all’ultimo (Aquilani e Nocerino) e che è riuscito a non riprendersi il logoro Kakà dal Real Madrid. 

E qui torniamo su una nostra opinione precisa, inculcataci da un certo Michel Platini che se ne intende. Ad un alto livello tutte le squasdre si equivalgono, squadre intendiamo di caratura accertata,  e la differenza viene fatta da tre fattori: fortuna, arbitro e prodezze individuali. Il primo fattore appartiene all’imprevedibile, il secondo, se c’è un Moggi o un Moggioide, al sin troppo prevedibile, il terzo si chiama soprattutto grande portiere o prolifico attaccante, addirittura più importante secondo noi il grande portiere. 

Da questo punto di vista - non essendoci un Buffon bis, neanche nella Juventus che ha comprato molto, troppo, e chissà se bene - Julio Cesar nell’Inter e Abbiati nel Milan doventano le chiavi. E Roma e Lazio, che hanno preso i guardiani Stekelenburg e Marchetti, due scommesse, possono  svettare o crollare. Ma diffidiamo del bla-bla-bla della vigilia. Ricordiamo che la Juventus ha il saldo passivo di mercato più alto, 40 milioni, l’Udinese (sacrificato Sanchez, a Barcellona) quello attivo più alto, 56 milioni.

Juventus con Vucinic, Napoli con Inler, Roma con Osvaldo e Lamela, tutti sui 15 milioni, le spese massime. Proponiamo il gioco di leggere questi dati alla fine, cioè alla luce del rendimento. Ci sono due misteri gloriosi, Totti e Del Piero, il bianconerop meglio gestibile del giallorosso.  Sicuramente Palermo e Udinese proporranno stranieri ora ignoti al mercato 2012-2013, o già al mercatino di  gennaio. Tornato in A dopo mezzo secolo, il Novara lotterà nelle zone basse con Atalanta (penalizzata di 6 punti), Chievo, Catania, Lecce, Siena, Parma, Bologna, Cesena. Più tranquille, pare, Fiorentina e Genoa. Il Napoli ha comprato bene, ma De Laurentiis presidente giustamente punta ad un gran futuro ancora lontanuccio, lo dice anche e specialmente a chi parla di Europa conquistabile. 

E a proposito. I preliminari della Champions League hanno visto l’uscita dell’Udinese, cominciamo con Milan, Inter e appunto Napoli, così siamo già pronti ad avere il prossimo anno  soltanto tre squadre in lizza, per un calcio italiano dove anche la Nazionale perde posti in classifica generale mondiale.. I Maghi Oltelma prevedono facile facile, per il campionato 2011-2012, violenze, scandali, bizze, congiure, agguati, finzioni, bugie, licenziamenti (Zamparini ha fatto fuori il suo mister alla viglia). Lo sketch dello sciopero è già stato recitato, abbastanza penosamente e con troppi burattinai. 

Forse bisognerebbe riuscire a almeno a pensare anche ad uno spettacolo buono, onesto, decente, pirotecnico il giusto. C’è persino il primo grande stadio di proprietà di un club, la Juventus che così si fa leader di qualcosa di comunque importante, anche se l’orgia dei grossi diritti televisivi, con superofferte comodissime per dissuadere la gente, le famiglie ad andare allo stadio, vede tutti impegnatissimi a guadagnare il massimo che si può.

Gian Paolo Ormezzano
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