12/06/2011
L'arrivo in Tribunale del portiere Paoloni.
Il pallone ha sempre fame, di soldi, di visibilità, di passione. S'illude che lo spettacolo debba sempre continuare, anche se gli attori sono sporchi, se il risultato è taroccato. Che fare allora? Fermare i campionati? Troppo difficile. Molto più facile e naturale sarebbe che Sky facesse come dice (e che i suoi concorrenti facessero altrettanto): lo spettacolo non è all'altezza? Chi lo paga smette di farlo. E il calcio italiano che, molto più degli omologhi stranieri, si è adagiato sul divano, dipendendo alla grande dai diritti Tv si troverebbe in men che non si dica seduto per terra. Idem dicasi per gli sponsor. Si smarchino: in un mercato sano un cattivo testimonial è un cattivo affare.
Ma perché la minaccia abbia seguito, senza che questo si porti dietro una sollevazione popolare, e senza che ingrassino i concorrenti delle Tv virtuose, bisognerebbe che prima o contestulmente si ribellassero i tifosi non, come fanno, contro stampa e magistratura colpevoli di ficcanasare, ma contro chi ruba loro, ammannendo al pubblico partite truccate, non solo i soldi del biglietto e dell'abbonamento Tv, ma quel che è peggio i sentimenti.
Il tifo, in fondo, è una forma d'amore, ma se l'amore non è malato pretende reciproca fedeltà. E qui invece da troppo tempo qualcuno ha tradito.
Passi una volta, (scommesse anni 80): l'amore è cieco. Passi, già meno, la seconda (calciopoli): l'amore è sempre cieco però farsi tradire due volte non fa onore. La terza volta non può passare: alla terza volta delle due l'una o l'amore: è fesso o è complice.
Possibile che per ribellarsi serva una sentenza penale e la costituzione di una parte civile? Non può la gente civile, prima che la giustizia finisca il suo corso, alzarsi e andare a divertirsi altrove. Per divorziare dal pallone, in fondo, non c'è neppure bisogno di pagare l'avvocato. E sacri vincoli da onorare non ce ne sono.
Ps. Tanto per chiarire la situazione, come ha ben ricostruito il Sole 24 Ore in chiusura di Serie A: i ricavi derivati dalla Tv nell'ultimo campionato ammontano al 57%, 5% in più dell'anno precedente. Valgono 800 milioni di euro netti. Mentre calano le vendite dei biglietti per lo stadio, che valgono solo il 12% del totale.
Elisa Chiari