Europei: scommettiamo che...

La provocazione di Monti, le dichiarazioni di Buffon, le prime sentenze con i patteggiamenti. Facciamo il punto sul grande pasticcio in cui s'è cacciato il pallone.

01/06/2012
Buffon (Ansa)
Buffon (Ansa)

Il mondo dello sport si trova di fronte a scenari nuovi; dalla ipotesi  del premier Monti di azzerare  il calcio per un due-tre anni alle sortite di Buffon sulla legittimità di concordare o quasi un risultato di parità, anziché scannarsi (“due feriti sono meglio di un morto”: forse era più giusto dire che sono “meno peggio” di un morto) e sulla eccesiva irruenza dei magistrati, alle sortite contro Buffon accusato di praticare iperscommesse (un milione e mezzo in pochi mesi), alla notizia che Bonucci è indagato e dunque, come fatto con Criscito, era opportuno non metterlo nella lista, ahinoi definitiva, dei 24 calciatori per il campionato europeo, persino alle prime sentenze per la prima tranche di Scommessopoli. Andare per ordine non è facile, anche perché il continuo divenire delle cose e delle cosacce rischia di togliere attualità agli argomenti, superati, bypassati, vanificati da questioni sempre più gravi. Proviamo comunque a saltellare da un tema all’altro.

 MONTI – La sua è stata chiaramente una provocazione, espressa poi sotto forma di idea personale e basta. Ma alzi la mano chi non ha mai pensato che sarebbe opportuno tentare un rimedio simile? E alzi la mano chi, intanto che così pensava, non si rendeva anche conto che non è possibile togliere quel certo pane di bocca agli italiani, per di più quando difettano le brioches, e che si faceva del male a troppi, compresi moltissimi lavoratori in qualche modo dipendenti dal mondo del pallone, per colpire, casomai, troppo pochi.

BUFFON – Ha sempre amato scommettere, su tutto. E’ un testimonial televisivo del dilagante gioco del poker. Ha persino pagato anni fa per questo vizietto (è vietato ai calciatori scommettere sul calcio, ha detto che non lo avrebbe fatto più), sostiene che comunque il denaro era inviato ad un tabaccaio amico di Parma per operazioni private. Ha accusato i magistrati e la stampa di protagonismo (caso Criscito), diventando lui protagonista. E’ un sincerone, pensiamo, che però sa di essere forte abbastanza per permettersi certe licenze. Non è automaticamente certo che le rivelazioni sul flusso di denaro da Torino a Parma siano la risposta delle toghe ai suoi attacchi. E’ certo che la Guardia di Finanza operava controlli, e sapeva da tempo. Le considerazioni sulla sua vicenda appartengono alla sensibilità di ognuno, specie in assenza di risvolti giudiziari.  Precisiamo che noi che scriviamo, e proprio su queste colonne, abbiamo sostenuto che, se due squadre si affrontano, e ognuna ha bisogno di un punto, una per lo scudetto l’altra per la salvezza, e fanno pari anziché sbranarsi, l’interesse sportivo (sì) di non vanificare una stagione intera è superiore al dovere spesso retorico di sputar l’anima sempre e comunque. Ma su questo deve casomai  verificarsi automaticamente, per meglio dire spontaneamente, e in casi che siano insieme chiari ed estremi: quando insomma sul campo si opta per la versione soft dello scontro. Mai e poi mai con scommessa criminale sull’esito, e neanche con trattativa. Un agire semplicemente sensato, contro l’ipocrisia della bava alla bocca sempre e comunque.

BONUCCI – La versione ufficiale, federale, della persistenza del suo nome fra i 23 “definitivi” di Prandelli per l’Europeo era: non è un indagato. Ora si sa che lo è, e da tempo, e che magari molti lo sapevano pure. Troppa fretta. Così ci inimichiamo l’ambiente del torneo continentale già a priori non amico del nostro calcio riccastro e protervo. Facile immaginare la prima durissima  conferenza stampa di Prandelli di fronte ai giornalisti di tutto il mondo. E comunque, con quale spirito giocherà, giocherebbe Bonucci?

SENTENZE – La giustizia sportiva ha emesso le prime sentenze sulla prima ondata di Scommessopoli. Molti patteggiamenti, e di conseguenza molte pene limate, piallate: l’Atalanta due punti di penalità nel prossimo campionato, il Grosseto coinvoltissimo sei, Doni altri due anni di squalifica... Può essere un avviso ai naviganti nel mare tempestoso: gli approdi sono pronti e vi aspettano, collaborate, pentitevi insomma, e la ghigliottina non verrà usata. Monti vuole azzerare il calcio? E noi azzeriamo la severità nel calcio! I tarallucci e il vino non debbono mai mancare sulle nostre mense. In fondo i procuratori impegnati, soprattutto a Cremona ed a Bari, sono stati i primi a suggerire al calcio lo studio di un’eventuale amnistia, e ad ammettere che ad un certo punto le indagini devono finire, perché troppo difficili da esplorare sono le ultime terre emerse… Insomma, paradossalmente parlando diciamo che per un’amnistia potrebbe magari non essere necessario vincere l’Europeo, anche se sarebbe questa la soluzione l’ideale… 

EUROPEO – Ma a proposito di campionato continentale (8 giugno-1 luglio), ci sono due scuole di pensiero sugli azzurri: o reagiscono al massimo, al meglio per salvare il calcio ed anche se stessi, e allora la Nazionale in Polonia ed Ucraina farà cose meravigliose; o sono turbati, intimoriti, perplessi, visitati da incubi e paure e allarmi, e allora la Nazionale farà da materasso. Forse il 10 giugno Italia-Spagna, per aprire la nostra tenzone, ci dirà qualcosa di interessante.

Gian Paolo Ormezzano
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