Mafie nel pallone, nessuno ha visto

Eppure i segnali c'erano, ne parlava già Don Luigi Ciotti nel 2010, con un rapporto dettagliato.

09/06/2011
La copertina del libro di Daniele Poto, Edizioni gruppo Abele.
La copertina del libro di Daniele Poto, Edizioni gruppo Abele.

«Riciclaggio di soldi mediante sponsorizzazioni, partite truccate, scommesse clandestine, presidenti prestanome, il grande affare del mondo ultra’, le “mani” sulle scuole calcio. Le mafie sono nel pallone. Dalla Lombardia al Lazio, abbracciando la Campania, la Basilicata, Calabria, toccando la Puglia , con sospetti in Abruzzo e con un radicamento profondo nell’isola siciliana.Piu’ di 30 clan direttamente coinvolti o contigui censiti nelle principali inchieste riguardanti le infiltrazioni mafiose ed i casi di corruzione nel mondo del calcio».
Comincia così il rapporto pubblicato da Libera nel luglio 2010, di cui potete leggere in allegato l'aggiornamento completo. Sull'argomento le Edizioni Gruppo Abele hanno pubblicato, meno di un anno fa, anche un libro a firma di Daniele Poto: Le mafie nel pallone, storia dell'illegalità diffusa nel gioco più truccato del mondo.

Il libro di Ferraris, Dalai Editore.
Il libro di Ferraris, Dalai Editore.

Non va in direzione troppo lontana, Gioco sporco, un romanzo di camorra, 'ndranghetae scommesse, pubblicato per Dalai da Gianluca Ferraris. Un romanzo alla Gomorra, in cui si inventano nomi e storie, ma non la sostanza, non il contesto. Questo per dire che segnali non ne mancavano. Il contesto era chiaro e sta emergendo in tutta la sua evidenza nell'inchiesta di Cremona e nelle due di Napoli. L'impressione, espressa dal procuratore di Cremona Roberto Di Martino, è che sia solo l'inizio, che molto altro ci sia da scavare nel fango del calcioscommesse.

Resta da chiedersi: se Libera parlava un anno fa nei termini che potete leggere nel rapporto, se Ferraris ha avuto il tempo di scriverci sopra un romanzo, davvero il mondo dello sport con il suo corredo di indignati e sorpresi della Figc, della Procura federale, del Coni non poteva aspettarsi niente di strano o almeno far vista di vigilare un po' meglio sui conti dissestati delle società di Lega Pro, prima che diventassero terreno fertile all'innesto di criminali d'ogni risma. C'era bisogno di aspettare che la Procura di Napoli aprisse una nuova inchiesta dopo la pubblicazione della foto del figlio di un boss che stanziava regolarmente a bordo campo?

Elisa Chiari
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Postato da dino avanzi il 10/06/2011 02:22

Sono d'accordo, anche per quanto riguarda l'ultimo scandalo che attraversa il mondo del calcio i segnali c'erano tutti, bastava "volerli vedere". In questo sport, da tempo, si è progressivamente creato un sistema che lentamente sta portando alla propria distruzione.

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