Londra e la sindrome da terrorismo

L’attacco del 7 luglio 2005, quando morirono 55 persone e ne furono ferite 700, avvenne il giorno dopo la la scelta di Londra come sede delle Olimpiadi.

28/07/2012
Poliziotto inglese in una stazione della metropolitana. Foto Reuters. La fotografia di copertina (che mostra i rafforzati controlli della polizia inglese all'aeroporto di Heathrow), invece, è dell'agenzia Ansa.
Poliziotto inglese in una stazione della metropolitana. Foto Reuters. La fotografia di copertina (che mostra i rafforzati controlli della polizia inglese all'aeroporto di Heathrow), invece, è dell'agenzia Ansa.

Londra, 28 luglio 2012

Nostro servizio

Convivere con la paura a Londra, quando il kamikaze suicida puo’ essere seduto accanto a te sulla metropolitana.
«“Mi raccomando. Stai attenta”, ho detto a mia moglie, Giusi Poliseno. “Sappiamo che prima di farsi saltare dicono una preghiera ed evitano di guardare negli occhi chi li circonda”». A parlare è Alessandro De Marco, un attore italiano che vive nella capitale britannica da circa sette anni, e avrà un piccolo momento di fama l’anno prossimo quando uscirà il film Rush su Niki Lauda, perché fa la parte del manager della Ferrari Daniele Audetto. «Sono soltanto due battute, ma sono rimasto quattordici giorni sul set e spero che mi porti a qualcosa di più importante», spiega.

Alessandro è un ex programmatore di computer che è riuscito ad entrare nel giro della pubblicità. E' originario di Crescentino, vicino a Torino, dove ha studiato recitazione. Tutti i giorni, quando usa la metro, si guarda attorno, perché il terrorismo è dietro l’angolo, da quando sono cominciati i Giochi. In fondo l’attacco del 7 luglio 2005, quando morirono 55 persone e ne furono ferite 700, il piu’ grave dalla seconda guerra mondiale e il più sanguinoso dopo Lockerbie, avvenne il giorno dopo la scelta di Londra come sede delle Olimpiadi


«La scorsa settimana hanno arrestato quattro persone perchè temevano un attentato e ogni giorno dobbiamo fare i conti con la paura. Anche i bagagli abbandonati ci insospettiscono sempre», continua Alessandro. Lui al villaggio olimpico ci andrà martedì per la partita di pallavolo tra Italia e Argentina. Un biglietto acquistato piu’ di un anno fa superando tutti gli ostacoli delle vendite. «Sì la distribuzione è stata proprio un disastro», conferma. «Molti amici e colleghi sono rimasti esclusi ma io volevo esserci a tutti i costi perché ho sentito da amici dell’eccitazione che hanno provato quando sono andati ai Giochi invernali a Torino, nel 2006». 

E per arrivarci con una metropolitana che rischia di essere intasata? «Ho un’applicazione sull’i-Phone che mi consente di controllare in ogni momento, grazie al sito della "London underground", quali linee sono sovraccariche e scegliere strade alternative», dice. «Sono giorni che gli altoparlanti dicono che si aspettano un milione di persone e consigliano di usare percorsi diversi dai soliti, per esempio usando i bus».

Silvia Guzzetti
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